Sic transit gloria Vicetiae: torna Marco Goldin ma rimane Jacopo Bulgarini...
Sabato 18 Marzo 2017 alle 10:31 | 0 commenti
Credeva di poter fare da solo, credeva di riuscire là dove faticano in molti, credeva che bastasse pensare a qualcosa e che questo si sarebbe realizzato, credeva di prendere il posto del signor Marco Goldin nell'organizzare delle mostre in Basilica palladiana, credeva che tutto sarebbe stato facile, credeva di poter crescere politicamente nell'essere il factotum della città di Vicenza. Ha dovuto capitolare Jacopo Bulgarini d'Elci, attestando con quanto si legge sui giornali una sconfitta del suo modo, artificioso, di presumere di fare ciò che non aveva mai fatto e per cui non sembra possedere non i titoli ma le capacità . Ora cerca di trasformare la sua sconfitta in una vittoria, ma l'operazione gli riesce male. Avrebbe dovuto essere pari al suo maestro, Achille Variati, e avrebbe dovuto riferirsi ad altra persona, non al signor Goldin e professore, che se ne era andato perché invitato ad andarsene.
E' legittimo chiedersi il perché di questa operazione che non avrebbe dovuto ripetersi, se non ci fosse stata l'impossibilità per il vicesindaco di organizzare in prima persona le mostre. Mostre che in modo plateale erano state presentante e che nel progetto iniziale si dovrebbero estendere anche alla nuova amministrazione comunale, quella che, abbandonato il sindaco Variati, si costituirebbe con il vicesindaco, dicono i soliti ben informati. Ma il problema non è qui, ma è in tutta la vicenda delle mostre.Una prima, rilevante questione è quella che nessuno ha mai saputo effettivamente quanto ha incassato il signor Goldin con le mostre da lui organizzate a Vicenza, visto che non era tenuto a comunicarlo alla cittadinanza e così, lecitamente, ha fatto. L'Amministrazione, però, nulla ha ricavato direttamente dagli introiti, ma ha speso. Nemmeno ora si fornisce la necessaria e direi doverosa chiarezza intorno al contratto che legherà il signor Goldin alla Amministrazione in articulo finis di Variati.
La seconda è quella che insegna che nulla è in sè, la mostra non è sussistente di per sè, e quindi essa è parte di un tutto che fa capo ai progetti futuri del vicesindaco in contrapposizione ad altri eventuali candidati alla poltrona di Sindaco di Vicenza.
La terza questione è che si fa della propaganda prima che vi sia il progetto stesso. Esiste una enunciazione, ma è più slogan che realtà e si teme che la mostra ricalchi quanto già avvenuto, ossia che presenti una serie di quadri che però non sono "inseriti" e raccontati in un vero progetto scientifico.
La quarta è la speranza che si possa ripetere quanto accaduto, ma si sa che le sorti dei politici, Machiavelli docet, sono anche affidate alla fortuna e può sembrare ingenuo che non si frappongano ostacoli, tra cui la fine anticipata dell'amministrazione Variati, che nei frangenti attuali è in serie difficoltà , mascherate da interventi contro i Rom, populismo, ma che sotto sotto ha ben altre questioni che non riesce a risolvere.
Infine l'ultima questione: l'autore della rinnovata liaison sarà capace di gestirla, visto che in realtà ha già dato forfait e dovrebbe trarne le conseguenze: dimettersi visto che ciò ha progettato, l'autonomia organizzativa, non è riuscito nemmeno ad impostarlo.
Si potrà consolare con il riprendere il lavoro, e le quote cedute della società in conflitto di interessi col suo incarico, e lasciare la politica, ricordandosi che la gloria degli scranni non è un bene nè naturale nè necessario, come affermava il buon Epicuro che di piacere se ne intendeva.
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