Ministeri padani: se a Monza la Lega celebra un funerale...
Domenica 24 Luglio 2011 alle 19:47 | 0 commenti
Futuro e libertà per l'Italia - Che l'apertura di sedi ministeriali in quel di Monza fosse una pagliacciata, già lo avevamo detto. Ma che le capacità circensi della Lega si manifestassero anche nella "cerimonia" inaugurale, per il bene dell'Italia non ce lo eravamo neppure augurati. E invece venerdì 23 luglio, nel parco di Villa Reale è andato in onda l'ennesimo spettacolo, che questa volta celebra però il funerale di un progetto politico ben caro alla Padania: il federalismo.
A compiere il pietoso ufficio della sepoltura vi erano un raggiante Calderoli, un'indifferente Tremonti ed una divertita (e divertente) Brambilla. Non consideriamo neppure, tra i celebranti, un Bossi sempre più malconcio (spiace per lui), metafora vivente e specchio parlante (spiace per noi) della situazione della Lega.
Il progetto federalista ha visto stamane la sua definitiva sconfitta. Una forza politica che da decenni rivendicava con orgoglio, coerenza e determinazione lo spostamento dei livelli decisionali e la creazione di un'architettura federalista per lo Stato, ha festeggiato il semplice spostamento di alcuni uffici ministeriali, al momento vuoti di funzioni e capacità . Con buona pace della letteratura accademica delle università padane, dei comizi di Pontida e dei milioni di voti raccolti spiegando che le tasse sarebbero rimaste nei ricchi territori del nord e che le decisioni si sarebbero prese a Milano, Bergamo e a Besana in Brianza.
Che tristezza, amici della Lega! E non è neppure necessario stigmatizzare i costi di una simile allegra giornata a Monza; perché il problema non sono certamente le fatture per tre targhe in ottone e qualche scrivania da grande magazzino. Il problema è la resa politica, l'aver certificato con i fatti che nell'impossibilità di perseguire un risultato nobile e necessario (il federalismo) ci si accontenta di un feticcio. E' la fine di questa Legislatura (certificata dall'assenza di Maroni) e, per quanto ci riguarda, crediamo sia anche la fine di quella capacità , che pareva inarrestabile, della Lega di parlare alla "pancia" delle grandi regioni del Nord. Crediamo che la giornata di oggi rappresenti il punto in cui si verifica, inevitabile, un'inversione di tendenza nel "consenso padano", dopo avvisaglie fin troppo taciute. E non possiamo che rallegrarcene, da leali ma sinceri avversari politici. Si apre infatti un vuoto di rappresentanza per tutte quelle istanze del nord Italia che non possono certamente rallegrarsi della penosa scenetta andata in onda in una bella giornata con il sole di luglio, a Monza.
Futuro e Libertà deve avere le capacità e la tempestività per essere interprete, espressione e rappresentanza delle esigenze anche del Nord Italia. Dobbiamo tornare a dialogare con le regioni fino ad oggi monopolio della Lega; dobbiamo tornare a parlare di sviluppo e di credito per lo sviluppo, di lavoro vero e non di speculazione finanziaria, di capitalizzazione delle piccole imprese, di dotazione di infrastrutture e di cura del territorio, di formazione universitaria ma anche professionale, di sostegno alla piccola e diffusa imprenditoria, di miglioramento dei servizi, di distretti e di ricerca. Dobbiamo tornare a parlare con quella parte dell'Italia che produce, lavora, crea innovazione e reddito ai massimi livelli tra tutte le macro-aree europee; dobbiamo tornare a parlare a quella parte di elettorato che, stamattina, con gli occhi lucidi ha probabilmente capito che la Lega stava celebrando un funerale.
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