Da VicenzaPiù n. 213: Sciopero sì, sciopero no. Braccio di ferro Bergamin Cgil - Refosco Cisl
Venerdi 6 Maggio 2011 alle 01:19 | 0 commenti
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Sciopero sì, sciopero no. Braccio di ferro Cgil-Cisl
Bergamin e Refosco d'accordo sul fatto che l'unione fa la forza. Nessuno dei due però vuole cedere all'altro. Cgil: "Da divisi mai portato a casa risultati per i lavoratori". Cisl: "Manifestazioni sì, ma di sabato".
Lavoro, sviluppo, stato sociale, democrazia, giovani, fisco, accordi unitari. Su queste tematiche sono stati chiamati tutti i lavoratori ad aderire allo sciopero generale di venerdì 6 maggio proclamato dalla Cgil, in occasione del quale è stata organizzata una manifestazione in Piazza Castello a Vicenza.
"E' tempo di rimettere all'ordine del giorno dell'agenda politica, degli enti locali e delle associazioni datoriali, Confindustria in testa, i reali problemi che affliggono il nostro Paese e che interessano quotidianamente i cittadini, giovani, anziani, donne, risparmiatori, studenti, lavoratori e disoccupati" afferma Marina Bergamin, segretaria provinciale Cgil Vicenza. Prima di tutto il lavoro, si legge nei volantini distribuiti in tutta la provincia in queste settimane. "Non neghiamo che ci sia stata una lieve ripresa economica, ma questa non ci basta. La crisi non è passata e il rischio per i lavoratori di perdere il posto di lavoro è ancora elevato. Per non parlare dell'alto tasso di disoccupazione dei giovani, anche nel Veneto, e della loro difficoltà di trovare un'occupazione". Precarietà che limita o addirittura nega loro di potersi costruire un futuro nel lavoro e nella vita. "L'occupazione - prosegue Bergamin - non è solo realizzazione professionale, ma anche un'opportunità fondamentale di sviluppo per il Paese, che valorizza le idee innovative e la creatività e limita il rischio di fuga delle intelligenze". In questa difficile situazione di incertezza e precarietà , il rischio è che siano solo pensionati e lavoratori a pagarne le spese. "Non dimentichiamo - puntualizza la segretaria provinciale - che sulla retribuzione di un lavoratore dipendente pesa un carico fiscale del 25%, il doppio rispetto alla percentuale di tassazione sulle rendite finanziarie, che certo non riguarda queste categorie di lavoratori, e che anzi incentiva gli imprenditori ad investimenti finanziari piuttosto che sull'economia reale, con conseguenti rallentamenti nella crescita del sistema produttivo nazionale. Pertanto chiediamo una riforma che preveda un riequilibrio del carico fiscale, oltre a efficaci e concreti strumenti di lotta all'evasione fiscale. Crediamo, inoltre, sia certamente importante razionalizzare gli interventi pubblici, contenendo la spesa, ma non siamo d'accordo che ciò venga attuato attraverso continui tagli dei servizi alla collettività , sanità , scuole, forze di polizia. Lo stato sociale deve poter garantire adeguati livelli di crescita del Paese e di benessere dei cittadini, intervenendo per ridurre le differenze e promuovere uguali condizioni di partenza. Siamo consapevoli dell'impegno gravoso per la perdita di una giornata di lavoro in busta paga, ma quello che chiediamo ai lavoratori é di aderire allo sciopero per difendere il lavoro e rilanciare lo sviluppo". Non rassegnarsi, quindi, ma darsi da fare per superare questa difficile e delicata situazione. La pensa diversamente la Cisl che non ha aderito allo sciopero generale perché "si tratta - afferma Gianfranco Refosco, segretario provinciale della delegazione vicentina - di un'iniziativa presa autonomamente dalla Cgil senza un preventivo confronto con le altre parti sindacali. Riteniamo sia importante far valere le nostre proposte con azioni concrete, piuttosto che con l'astensione dal lavoro, anche per una questione di ricadute sul sistema produttivo, soprattutto in questo momento. Per combattere l'evasione fiscale stiamo infatti lavorando attivamente per promuovere presso gli enti locali l'adesione ad una convenzione con l'Agenzia delle entrate, inserita nella manovra finanziaria dello scorso luglio, che permette ai Comuni aderenti di trattenere un terzo delle risorse recuperate, da destinare al territorio. Altre e numerose sono le iniziative che stiamo programmando, che saranno promosse eventualmente con manifestazioni che avranno luogo non durante la settimana, ma il sabato. Comunque a livello locale, presso le aziende vicentine - conclude Cisl Vicenza - stiamo procedendo con la Cgil attraverso iniziative comuni e non con accordi separati, consapevoli che il potere contrattuale è maggiore se si agisce unitariamente". Dello stesso avviso anche la segretaria Bergamin, che sostiene sì le parole a favore dell'unità del sindacato pronunciate dal Capo dello Stato, ma utilizzandole per polemizzare così con le altre sigle: "In questi due anni in cui noi abbiamo scioperato, mentre Cisl e Uil hanno fatto altre scelte, nessuno di noi tre ha portato a casa risultati importanti per i lavoratori. Raccogliamo quindi l'appello di Napolitano e ricominciamo insieme".Â
I numeri vicentini del 2011 (dati Inps e Provincia Vicenza):
Cassa integrazione autorizzata a marzo : 799.880 ore di ordinaria, 2.430.781 ore di straordinaria, 1.980.924: totale 5.211.585
Lavoratori inseriti nelle liste di mobilità : n. 1.000 con legge 223/91 grande impresa, 1.218 con legge 236/93 piccola impresa.
La tipologia di contratto preferito segue sostanzialmente la tendenza regionale: in calo il contratto a tempo indeterminato, in crescita il tempo determinato, intenso ricorso al lavoro intermittente, leggera flessione del lavoro parasubordinato. A Vicenza, nel 2010, ci sono stati 17.000 lavoratori coinvolti da lavoro con voucher.
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