Scelta arbitrato all'assunzione e licenziare 'a voce': obiettivi del Governo nel collegato lavoro al Senato
Lunedi 17 Maggio 2010 alle 23:26 | 0 commenti
Redazione di VicenzaPiù (fonti Adnkronos e Rassegna.it) - Ammontano a circa 100 gli emendamenti presentati al 'collegato lavoro' (art. 18), all'esame della commissione Lavoro del Senato: una sessantina di emendamenti quelli targati Pd, mentre circa 33 sono stati presentati dall'Idv.
Anche la maggioranza, con il relatore Maurizio Castro, ha preannunciato richieste di modifica per cancellare le innovazioni introdotte alla Camera, con l'emendamento Cesare Damiano, sull'arbitrato. Domani, dunque, riprenderà la discussione sul provvedimento, che arriverà in aula al Senato il 26 maggio.
Il relatore di maggioranza del cosidetto Ddl lavoro in Senato, Maurizio Castro, ha presentato un emendamento che, se approvato, cancellerebbe la modifica ottenuta alla Camera dal Pd con l'emendamento Cesare Damiano, che fissava al momento del licenziamento, e non più alla firma del contratto, la possibilità per il lavoratore di optare per l'arbitrato anziché per la giustizia ordinaria. Con l'emendamento Castro, invece, il lavoratore dovrà decidere al momento della sottoscrizione della clausola compromissoria se affidare ad un arbitro, o meno, la risoluzione delle sue controversie future, e non già di quelle insorte (ad eccezione del licenziamento) con il datore di lavoro.
"L'uso dell'arbitrato - spiega lo stesso Castro - da fatto che si decideva di volta in volta diventa un fatto generale e perpetuo, sempre accertata la volontà delle parti. Passiamo così da un modello antagonista ad un modello fiduciario".
Per il Pd si tratta di "un'inaccettabile retromarcia del governo sulla questione dell'arbitrato".
Per la senatrice del Pd Rita Ghedini "il relatore ha eliminato le modifiche fatte introdurre dal Pd alla Camera, seppellendo la libertà del lavoratore di decidere se rivolgersi al giudice o fare ricorso all'arbitrato. Si punta a procedere nuovamente con il testo originario che lede il diritto costituzionalmente garantito del cittadino di rivolgersi in ogni momento della propria vita alla magistratura. Inoltre, si riporta indietro il Paese di quasi cinquant'anni con la norma riportata all'art.32 del testo con il quale, di fatto, si abroga l'obbligo del licenziamento in forma scritta, imponendo alle lavoratrici e ai lavoratori una condizione d'incertezza insopportabile. Pensavamo che almeno questi diritti fondamentali fossero acquisiti anche dalla destra, ma dobbiamo invece amaramente prendere atto che non è così".
Per Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil, si vogliono colpire i diritti del lavoratori
"E' confermata la volontà pervicace di tagliare diritti fondamentali dei lavoratori, pur in presenza di una crisi che continua ad aggravarsi ogni giorno di più". Cosi Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil, commenta gli emendamenti presentati dal centro destra al Senato al ddl lavoro.
"Si vogliono cancellare - aggiunge il dirigente sindacale - anche i pochi passi in avanti fatti alla Camera ed è del tutto evidente la volontà e la pressione del governo di chiudere nel modo peggiore la partita, anche a costo di un ulteriore passaggio parlamentare. A questa legge sbagliata ed incostituzionale ci opporremo con tutte le forme di mobilitazione possibile, nessuna esclusa, e questo tema sarà al centro di tutte le iniziative di lotta della Cgil".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.