Scandalo Mose e viabilità, il quadro veneto secondo il Segretario generale Filt Cgil
Sabato 18 Ottobre 2014 alle 14:59 | 0 commenti
Riceviamo da Ilario Simonaggio, Segretario generale Filt CGIL Veneto, e pubblichiamo
Con la quasi “conclusione†del processo MO.SE. con i patteggiamenti si “libera†tempo per le altre indagini dei PM veneziani. Ne abbiamo approfittato, in attesa dei lavori della commissione d’inchiesta regionale istituita dopo l’apertura della indagine “chalet†nel 2013, per aggiornare il quadro della viabilità regionale interessata alle cosiddette “grandi opere†considerando che in taluni casi si tratta degli stessi soggetti della politica e delle imprese che hanno operato con il sistema MO.SE.
Abbiamo con metodo artigianale continuato in questi anni a produrre una scheda economica e politica aggiornata della viabilità regionale utile a far comprendere gigantismo e consumismo stradale.
Siamo convinti che le Procure, chiusa la fase delle indagini MO.SE., non perderanno tempo per restituire legalità alle imprese che hanno operato nel rispetto dei principi della leale competizione.
Tra qualche mese sarà possibile stilare un primo bilancio tra prima e dopo il 4 giugno. Molte scelte legislative e politiche attendono soluzioni adeguate per impedire il ripetersi di fatti così gravi per l’interesse pubblico. Non vorremmo che calati i riflettori della ribalta tutto torni esattamente come prima, fenomeni di corruzione compresi.
Di recente abbiamo segnalato il grave rischio insito nell’art.5 del DL Sblocca Italia che nei fatti pone problemi giganteschi di opere utili solo a prolungare le attuali concessioni.
Riteniamo che sarebbe utile e necessario invece cambiare l’attuale situazione.
L’unica grande opera indispensabile al Paese è la messa in sicurezza del territorio contro alluvioni e frane. In questo solco si colloca pure la manutenzione ordinaria del patrimonio viario esistente. Non è accettabile che i finanziamenti ad ANAS Spa siano quasi esclusivamente per nuove opere nel mentre mancano le risorse per garantire la manutenzione programmata ordinaria in buona parte delle strade italiane.
Bisogna evitare che il ricorso alla finanza di progetto, senza il rispetto di standard internazionali ed europei di valutazione rigorosa costi benefici, siano il modo certo di scasso dei conti pubblici impegnando le generazioni future a pagare  debiti per opere inutili e costose.
Siamo convinti che le risorse generate dai forti pedaggi pagati dai clienti delle autostrade dovrebbero alimentare risanamento e sviluppo pubblico e non la redditività delle imprese private.
Anche perché a guardare bene la finanza di progetto autostradale è in grandissima parte prestito della BEI, della Cassa Depositi e Prestiti, delle Banche, lautamente compensato. Il rischio e i soldi privati, quando ci sono, assommano a ben poca cosa e in molti casi garantiti dai patti sociali stretti con la committenza pubblica.
Forse è tempo di darsi il coraggio di rinazionalizzare le autostrade italiane perché gli alti utili generati siano a disposizione della collettività . Riteniamo che gare da fare e indennità di subentro richiedano un cambio di strategia nazionale. Francamente si dovrebbe consentire concessioni pari al tempo di ammortamento del bene realizzato, con efficacia preventivata sui tempi e con rischio d’impresa dei proponenti il Project, terminato il quale, l’opera rientra in possesso dello Stato senza dover pagare riscatti di svariate centinaia di milioni di euro.
Il Veneto stante le ristrettezze economiche è chiamato a osservare con maggiore rigore la propria programmazione e i risultati. Siamo stanchi di assistere ad un piano dei trasporti inapplicato sul versante delle altre modalità di trasporto merci e passeggeri. Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale SFMR al palo da trent’anni, nel mentre si sono pianificate  strade e autostrade in ogni dove con molti doppioni. Questo non significa un NO generalizzato alle strade tutt’altro. Siamo convinti che bisogna selezionare le reali necessità pubbliche. E’ utile cambiare il modello di sviluppo della mobilità regionale. Lo scenario, complice la crisi  economica e sociale impone lo sviluppo di trasporto ferroviario, autostrade del mare, trasporto fluviale che riduca congestione da traffico e inquinamento atmosferico dovuto alla circolazione stradale.Accedi per inserire un commento
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