Scandalo Mantovani, Minutillo ha parlato: venerdì udienza del Tribunale del Riesame
Sabato 9 Marzo 2013 alle 19:12 | 0 commenti
Il ruolo strategico di Claudia Minutillo, l'ex segretario di Giancarlo Galan, è ora chiaro agli inquirenti. L'ex segretaria di Galan, una delle pedine più importanti nel losco giro di fatture false scoperto dalla Guardia di Finanza, dovrebbe aver dato un'accelerata ancor più decisa alle indagini della Procura di Venezia sullo scandalo Mantovani. Questo sarebbe il motivo per il quale la presidente di Adria infrastrutture, cartiera principale utilizzata da Baita, è stata svincolata dal regime del carcere e sottoposta agli arresti domiciliari.
A firmare il provvedimento, dopo l'istanza presentanza dall'avvocato Augenti, è stato il Gip Alberto Scaramuzza, che si è ritenuto soddisfatto delle dichiarazioni rese dall'imputata durante l'interrogatorio. Insomma, Claudia Minutillo, diversamente da Baita che ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere e come previsto da alcuni commentatori, anche politici, potrebbe aver vuotato il sacco, al punto tale da indurre la Procura a firmare la scarcerazione, non ritenendo più la semilibertà una possibilità d'inquinamento per le indagini ancora in corso. Il verbale con le dichiarazioni dell'ex segretaria di Galan è stato secretato, ma è facile immaginare che abbia non soltanto confermato i capi d'accusa mossi dal sostituto procuratore Ancillotto, ma anche fornito nuovi ed importanti elementi per lo sviluppo dell'inchiesta. L'interrogatorio passerà ora al setaccio del Tribunale del Riesame di Venezia, che venerdì si riunirà per valutare la fondatezza delle accuse mosse dalla Procura. Con le rivelazioni della Minutillo e grazie a un altro paio d'interrogatori di testimoni che l'accusa avrebbe raccolto l'indagine potrebbe allargarsi e mettere paura a molti. Perché la frode fiscale è un reato grave, ma è ancor più grave il presunto (per ora) scopo che quei fondi neri avrebbero avuto: pagare tangenti nel mondo delle infrastrutture venete, gestite, dice nel suo libro Renzo Mazzaro, da "I padroni del Veneto".
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