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Scoop su sbarre e informazione locale: contro la corruzione le prime, poco chiara la seconda

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 18 Ottobre 2014 alle 23:37 | 0 commenti

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Ero oggi in un bar pasticceria di Torri di Quartesolo e avevo appena fatto (subito?) uno scoop: anche se da tempo non poteva più prestarci la sua collaborazione per i temi locali, vista la sua lunga assenza dalla città, che si prolungherà per diversi orizzonti della sua carriera giornalistica, mi aveva "colpito" venire informato da Marco Milioni che lui aveva appena iniziato a collaborare, sia pure per test, mi ha detto, su temi più vasti e purchè possa verificare sul campo la sua reale libertà di "scrittura", con una testata web appena nata.

Grazie ad editori ad oggi poco chiari ma con lo stesso direttore, che si proclama da sempre l'unico "trasparente e indipendente" di Vicenza e che aveva annunciato a luglio la chiusura per motivi, editoriali ma soprattutto economici, poco chiari di quella fino ad allora diretta dopo gli anni iniziali di lavoro con VicenzaPiù.

Dopo aver fatto a Marco i miei migliori auguri per la sua nuova avventura complessiva, dopo l'ottimo lavoro fatto per noi, sono uscito dal bar riflettendo su come aiutarlo all'inizio del nuovo percorso, quello locale, non certo quello nazionale, che mi inorgglisce per avergli fatto da sia pur modesta rampa di lancio grazie alla libertà e agli stimoli che gli abbiamo dato su VicenzaPiù per le sue inchieste a 360°.

Mentre mi davo una risposta alla Milioni («pubblicherò a  breve i motivi di non chiarezza della chiusura della vecchia testata e i dubbi sulla proprietà della nuova, dichiarata dal direttore come fornata da "editori giovani con le spalle solide»), dopo l'importante "scoop" su Marco e sulla sua nuova tribuna uscivo dal bar pasticceria  e di scoop ne facevo un altro, più piccolo ma curioso e indicativo della mia voglia di fare questo bel mestiere da direttore-editore, il massimo dell'indipendenza associato al massimo dell'unica dipendenza: quella dal consenso dei lettori.  

In una bella auto, senza occupanti a bordo ma col finestrino aperto, c'erano due oggetti di fatto uguali  in polistirolo, che non capivo bene cosa fossero, che mi insuriosivano e che perciò fotografavo.

Non avevo neanche il tempo di farmi altre domande che una mano appoggiata sulla mia spalla per introdurre il suo saluto mi avvicinava alla soluzione dell'arcano: la mano era quella di Alberto Filippi, nuovo membro della direzione nazionale di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale, e l'oggetto mi spiegava lui cosa fosse, sia pure con un pizzico di "delusione" (?) per essere stato beccato sul faatto.

Il "manufatto in polistirolo", avrebbe scrito Marco Milioni, è una delle sbarre che simbolicamente domani, domenica 19 ottobre, esporrà nel suo gazebo di contrà Cavour a Vicenza per raccogliere anche le firme contro la corruzione dei vari "incarcerati", come Galan e Sartori, il Coordinamento provinciale di Vicenza del partito di Giorgia Meloni.

E qui di Sergio Berlato, ex eurodeputato del Pdl, e dell'ex senatore della Lega Nord, uscitone prima che deflagrasse lo scandalo della famiglia Bossi e del Cerchio magico che poi ha prodotto l'azzeramento politico nazionale degli ultimi ex avversari di Filippi, da Manuela Dal Lago a Stefano Stefani.

Lui, Alberto Filippi, mostra con un sorriso sornione quelle sbarre. Quasi volesse rinchiuderci dietro quegli avversari e chi, lui dice, insieme a loro gli ha creato «un danno imprenditoriale enorme, che, però, sto gestendo così come ho fatto e sto facendo col mio rilancio politico, in atto da tempo con passi lenti e pesati, visto che ho dovuto e devo impegnarmi molto sul fronte aziendale e visto che sono ancora giovane a differenza delle cariatidi che, provando ad ucciderni, senza riuscirci, hanno creato anche un danno al movimento leghista determinando l'allontanamento dei molti che mi seguono senza, per giunta, evitare il proprio definitivo tracollo politico...».

Cattivo Filippi, eh?

Pare proprio, come cattive erano le sue reazioni, errate, al nostro Marco Miloni, da noi proficuamente sempre difeso, e quelle ad Alessio Mannino, da interpretare ora meglio anche alla luce degli eventi che hanno riguardato e che riguardano i media da lui poi gestiti.

Sicuramente con grande abnegazione, così troppo grande da non chiedersi, per lo meno alla luce del sole, chi c'era e chi, forse, c'è dietro.   


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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