Salvini indagato, Roberto Ciambetti: "ma dove è scritto che in Italia si può entrare senza documenti?"
Venerdi 31 Agosto 2018 alle 16:05 | 1 commenti
“Matteo Salvini, un bel record: cinquanta pagine di accuse, 5 i reati contestati, 30 anni di carcere come pena massima. Se venisse accolta questa tesi, dovremmo chiederci a cosa serva un ministro degli Interni e a cosa servono le leggi relative all’ingresso degli stranieri in Italiaâ€. Roberto Ciambetti commenta - con questa nota - la notizia della trasmissione ai Pm di Palermo del fascicolo d’indagine riguardante Salvini e il capo di gabinetto Piantedosi.Â
“La normativa vigente, dice che per entrare in Italia da una nazione extra Schengen bisogna passare attraverso un regolare valico di frontiera, essere in possesso di un passaporto o di altro documento valido per l’espatrio – spiega Ciambetti - Bisogna quindi dimostrare di disporre di mezzi finanziari sufficienti in relazione alla natura, alla durata prevista del soggiorno, ed alle spese per il ritorno nel Paese di provenienza. Infine bisogna essere munito, se previsto, di valido visto di ingresso o di transito e non essere segnalato nel Sistema Informativo Schengen (SIS) né essere considerato pericoloso per l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale. Questi sono i compiti a cui un Ministro degli Interni deve attenersi: non può autorizzare l’ingresso in massa di clandestini o di far entrare nel Paese delinquenti che vanno ad infittire le fila di una malavita sempre più diffusa. Non è colpa di Matteo Salvini né del suo capo di Gabinetto se negli ultimi anni ci si è dimenticati di questi obblighi e non li si è fatti rispettare con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ci si è dimenticati, anche di come si comportò il governo italiano nell’agosto del 1991, primo ministro Giulio Andreotti, con il caso del mercantile Vlora e circa 17.400 immigrati clandestini albanesi fatti rientrare a casa, o nel 1997, primo ministro Romano Prodi, con il caso della “Katër i Radës†motovedetta albanese rubata dai criminali albanesi che gestivano il traffico di clandestini, entrata in collisione con la corvetta italiana Sibilla il 28 marzo 1997 e 81 morti. O ancora nell’estate del 2000, primo ministro Giuliano Amato, con Giovanni Pellegrino, dei Ds, presidente della Commissione stragi per il quale non solo gli scafisti ma anche gli immigrati avevano precise responsabilità : ‘Pagano un biglietto per venire come clandestini in Italia e sanno bene quello a cui vanno incontro’ disse, mai smentito al quotidiano Repubblica. Erano i giorni in cui Famiglia Cristiana scriveva sul nodo immigrazione clandestina ‘La gente è stanca di parole inutili†aggiungendo poi “ci vuole fermezza, decisione, legalità ’. Insomma per tutti, fino a qualche anni fa, era chiaro che ‘La sorveglianza dell'immigrazione clandestina attuata anche in mare rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e nel rispetto della legalità che il governo ha il dovere di perseguire’. Parole di Romano Prodi. Non mi risulta che Andreotti, Prodi, Amato, Pellegrino e altri siano stati indagati. Altre considerazioni mi sembrano fuori luogo, fatto salvo il richiamo al rischio dell’uso politico della magistratura: un rischio che può diventare lacerante per il Paeseâ€Â
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