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Sabato a Roma la marcia della nuova Lega “tricolore”, FQ: Salvini ne vuole 100 mila, ma il veneto Zaia si ribella

Di Rassegna Stampa Giovedi 6 Dicembre 2018 alle 11:48 | 0 commenti

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Ponendo molto in alto l’asticella della manifestazione di sabato, Matteo Salvini sa di correre un rischio. “Mi piacerebbe che ci fossero centomila persone”, ha detto il leader della Lega. Sparare numeri è sempre pericoloso, perché poi, se le cifre saranno più basse, il flop è dietro l’angolo. Il fatto è che questa manifestazione Salvini se la ritrova sul groppone senza grande entusiasmo. La sua convocazione, un paio di mesi fa, nasceva soprattutto dall’intento di lanciare un’Opa sul Campidoglio in caso di dimissioni di Virginia Raggi.

Il Carroccio, si sa, puntava a esprimere un proprio candidato sostenuto dal centrodestra alle eventuali elezioni comunali. Poi la sindaca è stata assolta e il leader leghista si è visto costretto a una brusca sterzata, trasformando l’iniziativa in una prova d’orgoglio della Lega al governo. “L’Italia rialza la testa. Prima gli italiani. Dalle parole ai fatti!”, lo slogan forte dell’iniziativa che, da una parte, avrà l’obiettivo di rivendicare le misure “leghiste” dell’esecutivo Conte (decreto Sicurezza, politica sui migranti), dall’altra avrà il compito di raffigurare plasticamente il boom del Carroccio, almeno secondo i sondaggi.

“Sarà una festa, una giornata molto italiana di ringraziamento, ragionamento e prospettiva”, ha detto ieri il ministro dell’Interno. Che, vista la delicatezza del momento, non potrà nemmeno usare toni duri contro dell’Europa. “L’attuale 35% merita una piazza piena, con bandiere da tutta Italia”, spiegano dal partito che un tempo scendeva nella Capitale solo per gridarle “ladrona” e mostrare i forconi. La potente macchina organizzativa del partito, comunque, si è messa in moto: sabato sono attesi tre treni speciali e oltre 200 pullman, dal nord ma anche dal centro-sud. Segno che il processo di trasformazione da forza politica nordista a movimento nazionale va avanti. E anche nel Mezzogiorno, complice il calo del M5S, i numeri sono incoraggianti.

Il problema di Salvini, semmai, è il nord. Dove, se da una parte i sondaggi danno ancora un Carroccio in buona salute, dall’altra iniziano a vedersi segnali di forte malcontento per i dati stagnanti dell’economia e per le politiche del governo considerate assistenzialiste.

Il j’accuse della Confindustria di Boccia, lunedì scorso, non è arrivato a caso e, raccontano, ha innervosito parecchio il ministro dell’Interno. Che ha tentato di buttare la croce addosso agli industriali sostenendo che lui comunque sta “dalla parte delle piccole e media imprese e dei lavoratori”. Ma sarà difficile sostenere la stessa tesi tra qualche giorno quando, a Milano, il 13 dicembre centinaia di artigiani e piccole aziende scenderanno in piazza con lo slogan “Quelli del sì”, ovvero coloro che auspicano la realizzazione delle opere pubbliche (Tav, tunnel del Brennero, Terzo valico) su cui invece il governo gialloverde frena. Iniziativa che, a sorpresa, ha ricevuto la benedizione del governatore veneto Luca Zaia. “Fanno bene a manifestare”, ha detto il leghista, che da qualche tempo dà segni di malcontento anche per la mancata attuazione dell’autonomia regionale ottenuta col referendum dell’ottobre 2017. “Finché tengono i sondaggi, non accadrà nulla. Ma se i dati economici continuano a essere questi, prima o poi il consenso calerà. Zaia sta cercando di tenere la delusione di cittadini e imprese sotto il livello di guardia. Ma per quanto?”, racconta un deputato veneto che preferisce restare anonimo.

Il “partito del Sì” in piazza a Milano sembra oltretutto far rima col “partito del Pil”, quello schieramento trasversale, politico ed economico, contrario alla manovra e terrorizzato dagli effetti della procedura d’infrazione da parte dell’Europa. Un partito cui va annoverata anche Forza Italia che, con furbizia, terrà una manifestazione domani, sempre nella Capitale ma nel chiuso dell’Hotel Ergife (e al riparo da flop numerici), dove è atteso un Silvio Berlusconi molto agguerrito sul fronte economico. “Siamo quelli del Sì. Sì al Tav e alle grandi opere che portano sviluppo e lavoro”, campeggia sul sito forzista. Una kermesse organizzata “contro la manovra” dal cui palco arriverà forte e chiaro da Berlusconi l’invito a Salvini di staccare la spina al governo. Speranza cui in realtà non crede nemmeno l’ex Cavaliere visto che dentro il suo partito è pensiero ricorrente che “almeno fino alle Europee non accadrà nulla”. Salvini, nel frattempo, il malcontento sopra il Po lo osserva con attenzione. Consapevole, però, di non poter fare molto per placare gli animi del nord produttivo, né limitare l’attivismo di Zaia (cui Matteo ha offerto un posto da commissario europeo). “Forse per i sondaggi alti, la gente si dimentica che alle elezioni abbiamo preso il 17% e siamo soci di minoranza del governo. Non abbiamo le mani libere”, fa notare il deputato Massimiliano Capitanio.

E anche la speranza di ribaltare gli equilibri europei in senso sovranista, così da rendere meno rigidi i parametri, si sta scontrando con la realtà, rivelandosi per quello che è: una sparata propagandistica. Sabato, dunque, Salvini si prepara a un comizio dai toni governativi, non troppo incendiari, almeno nei confronti dell’Ue, dove il premier Conte sta portando avanti la trattativa con Juncker sulla fatidica manovra.

Tutt’altra cosa rispetto al febbraio 2015, quando scese nella stessa piazza romana per gridare tutta la sua ostilità al governo Renzi e ai burocrati di Bruxelles. Allora c’era anche CasaPound. Sembra un secolo, ma erano solo tre anni fa.

di Gianluca Roselli da Il Fatto Quotidiano 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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