Rui e Zentile: solidarietà ai No Tav
Lunedi 4 Luglio 2011 alle 09:25 | 0 commenti
Riceviamo su [email protected] da Irene Rui e Guido Zentile (Prc FdS) e pubblichiamo.
Ieri grande e bella manifestazione NO TAV in Val di Susa. Una valle che resiste e non si arrende. Una manifestazione dalle doppie sfaccettature: da un lato pacifica e dall'altro resistente. Una resistenza contro un sopruso di Stato, del capitale perpetuato nei confronti di un territorio e della sua popolazione. Un sopruso attuato con la militarizzazione di una valle, con un dispiegamento di alcune migliaia di forze armate, che andrebbe bene in una guerra.
Una valle in cui i cittadini si sentono sotto assedio e in un carcere aperto, dove non possono esprimere il loro dissenso ad un'opera dannosa per il territorio, una ferita nella loro terra.
Lunedì lo Stato ha risposto con la forza alla volontà della popolazione di difendere il proprio territorio, ferendo con lacrimogeni e sparando proiettili di acciaio e gomma con il rischio di uccidere, utilizzando mezzi d'opera pesanti quali pale e tranciatori meccanici, rischiando di ammazzare, senza alcun riguardo, con le manovre degli autoblindi, in poche parole il governo ha dichiarato guerra ai cittadini.
I cittadini hanno risposto di conseguenza con un assedio pacifico, flessibile e determinato; avevano promesso l'assedio e così è stato. Inutile che i TG e alcuni siti di quotidiani stream parlino di infiltrazioni internazionali, dei black-block, perché lì c'erano solo cittadini incazzati che sono andati a funghi per i boschi, da dove hanno tirato sassi e pietre per difendersi contro i carabinieri che sparavano lacrimogeni e utilizzavano idranti. La chiamano violenza, dimenticandosi la violenza dello scorso lunedì da parte dei militari nei confronti di un pacifico presidio, della gente pacifica e soprattutto degli anziani. Un uso sproporzionato della forza e della violenza contro i valsusini, come testimonia lo stesso Ferrero, segretario nazionale del PRC-FdS. Un dispiegamento così e una violenza del genere non la si vedeva da Genova.
Va tutta la nostra solidarietà a quei giovani, ai NO TAV, che hanno apposto resistenza, che sono riusciti ad entrare nel presidio della Maddalena a Chiomonte. I NO TAV, hanno dimostrato che possono assediare un cantiere, un territorio e impedirne i lavori. Tant'è che stanno sfumando i finanziamenti per cui si sono tanto battuti i politici, poiché il cantiere non è sicuro e i termini stanno per scadere.
La comunità europea ha ribadito che le condizioni attuali presenti sul territorio non sono sufficienti a garantire la sicurezza del cantiere e ha aggiunto che non bastano le manovre militari, ma sono necessari accordi politici, e soprattutto economici, per il tunnel base. Il popolo NO TAV ha vinto un'altra battaglia e ha dimostrato che un cantiere nella loro valle non è sicuro e sarà molto costoso.
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