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Categorie: Politica
Santini guarda, Rubinato non si ritira, Moretti ha bisogno dell'aiutino del capo del PD
Venerdi 31 Ottobre 2014 alle 16:48 | 0 commenti
Di GIovanni Salvadori*
Il nome dell'anti Zaia non c'è. In compenso, sulla partita del Veneto, giustamente considerata di rilievo nazionale, il Partito democratico si ritrova alle prese con una patata bollente non da poco. La riunione convocata per giovedì mattina a Roma dal segretario regionale Roger de Menech con i tre esponenti che a vario titolo si erano dichiarati pronti a correre per la candidatura, ovvero Giorgio Santini, Alessandra Moretti e Simonetta Rubinato, si è tenuta, sotto l'occhio vigile del vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini.Â
Ma non ha prodotto l'esito di una strada spianata a favore della Moretti, eurodeputata che sta raccogliendo sottoscrizioni di appoggio da varie anime del partito, i cui vertici la vedrebbero come la persona più indicata per provare a strappare la regione al centrodestra. Anzi. Simonetta Rubinato non ha fatto il ''passo indietro'' auspicato (da molti, non da tutti). Tradotto: se ci saranno le primarie, lei correrà . Ora dunque la palla passa alla direzione regionale, che dovrà trovare una soluzione non facile: prendersi la responsabilità di ''investire'' senza corsa la Moretti, rinunciando ad uno strumento ritenuto fondante del Pd come le elezioni primarie e rischiando di alimentare malumori destinati a durare nel tempo; oppure indire la consultazione, che però sarebbe senza esclusione di colpi e rischierebbe, forse, di indebolire tutti, sul fronte Democrat.Â
La sintesi del partito sull'incontro romano è stata un po' lontana, ad essere onesti, dal verbo renziano della trasparenza. Niente di male, intendiamoci, ma il comunicato diffuso a metà pomeriggio dal Pd veneto sull'incontro dava chiara la sensazione di un intoppo difficile da spiegare. Il summit con Guerini, «positivo e costruttivo», ha messo «un punto di chiarezza nel percorso che porterà alla scelta del candidato del Pd» per la corsa alle regionali, si leggeva nella nota. Dalla quale, oltre ad apprendere della presenza dei partecipanti attesi e di Guerini, l'unica notizia che emergeva era quella sui tempi: «entro la settimana prossima la direzione regionale del Pd deciderà il percorso più utile per arrivare alla scelta della candidatura alla Presidenza del Veneto». Questo perché, si legge ancora nel comunicato, è emersa «la necessità di fare chiarezza sul percorso per le candidature».Â
Per il resto, grandi appelli all'unità , all'esigenza «del grande lavoro di squadra, necessario ad affrontare la campagna elettorale con entusiasmo e coesione. Tutti i protagonisti dovranno mettere a disposizione idee, proposte e progetti per il Veneto. La segreteria nazionale ha confermato l'importanza di questa sfida e ha dato la massima disponibilità : il Veneto sarà una partita nazionale». Per chiudere con l'impegno dei partecipanti al rispetto delle decisioni che saranno prese in direzione. Il segretario De Menech, raggiunto al telefono, si limitava a rimandare alla nota, aggiungendo che «abbiamo stabilito dei paletti, la decisione comunque spetta al partito veneto, come sempre. Le decisioni saranno della direzione regionale».Â
Simonetta Rubinato dal canto suo aiutava di più a capire la vera posta in palio. «Nell’incontro di stamane – spiegava la senatrice - ho ribadito la mia richiesta che qualsiasi decisione in merito alle primarie per la scelta del candidato presidente alle Regionali 2015 venga assunta con chiarezza e celerità dagli organi competenti. Da parte mia, ho riaffermato la convinzione che le primarie siano necessarie per confrontarsi su idee e programmi per un Veneto migliore, ma ho chiarito che come ho sempre fatto in questi anni di impegno politico, rispetterò qualsiasi decisione sarà votata dalla maggioranza del partito, perché il mio obiettivo non è quello certo di creare divisioni». Rubinato ha aggiunto di aver condiviso l'idea di Guerini e De Menech di dare la parola alla Direzione regionale, «perché alla fine è quanto chiedo io stessa da giorni», rinviando ad una conferenza stampa per domani (venerdì) mattina in cui illustrerà priorità anche sul programma. Insomma, nessuna resa, anzi.Â
In sostanza, se da Santini è arrivata una sostanziale disponibilità a lavorare per una soluzione comune anche facendo un passo indietro, il ragionamento della Rubinato si può riassumere così: la direzione si era già espressa in favore delle primarie, ora ci sono molte spinte per ''incoronare'' Alessandra Moretti senza ferirne il carisma guadagnato anche con i 230mila voti alle Europee, magari attraverso primarie blande senza veri rivali? Eh no, niente da fare: la stessa direzione si assuma la responsabilità di non indire le primarie e di candidare la Moretti, ed io resterò fedelissima alla linea espressa dal mio partito. Ma se ci saranno le primarie, correrò anch'io. Questo in sintesi. E a De Menech adesso toccherà la dura scelta. Mentre quella di domani a Padova si annuncia già come una conferenza stampa di programma. «E' bene che il Pd decida, e anche presto», diceva Alessandra Moretti solo ieri, rimettendosi di fatto in corsa dopo il mezzo equivoco radiofonico del giorno prima. Sarà così, ma di certo non sarà una decisione facile come in molti speravano.
*da Venezie PostÂ
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