CPV: rottura argine torrente Alpone, nutrie accusate ingiustamente
Lunedi 21 Marzo 2011 alle 22:23 | 0 commenti
Coordinamento Protezionista Vicentino, Cpv - In relazione alle devastanti alluvioni del novembre 2010, il coordinamento protezionista vicentino ha consegnato un dettagliato esposto-denuncia alle procure di Vicenza e Verona, ora spetta alla magistratura appurare le reali responsabilità sulle cause della rottura dell'argine del torrente Alpone, i documenti danno una lettura completamente diversa dei fatti, nutrie accusate ingiustamente.
Questo è quanto emerge dalla denuncia presentata nelle due procure Venete, l'esposto è composto da ventidue cartelle compreso relazione tecnica e allegati.
Le indagini delle guardie zoofile si sono sviluppate in seguito alle dichiarazioni del capo del genio civile di Vicenza e Verona, ingegnere Mauro Contrada, il quale al giornale di Vicenza il 28 novembre 2010 ha dichiarato: "Ebbene, la rottura dell'Alpone che a S. Bonifacio ha causato l'allagamento di Monteforte d'Alpone di Soave e il blocco dell'autostrada, tagliando a metà l'economia del nord - visto che anche il ponte sulla statale era chiuso - è dovuta alle nutrie che hanno distrutto gli argini".
Le dichiarazioni, proprio perché esternate da un tecnico con posizione di grande responsabilità , hanno scatenato un alto grado di allarme nell'opinione pubblica, tanto che la provincia di Vicenza ha scatenato un'autentica guerra a questa specie, con alcune delibere promulgate nel mese di dicembre, che prevedono l'abbattimento di qualsiasi esemplare, con il finanziamento ai cacciatori che praticano questa attività .
Le Guardie Zoofile, deputate alla salvaguardia degli animali, nel rispetto delle leggi in materia, hanno avviato delle indagini conoscitive per il fatto più grave imputato alle nutrie cioè la rottura dell'argine del torrente Alpone, con i relativi gravissimi danni segnalati dal capo del genio civile.
I sopraluoghi, le indagini e le verifiche effettuate, coadiuvate dalla relazione redatta da tre tecnici incaricati dal C.P.V. danno una lettura completamente diversa dei fatti, ovvero, come segnalato in altre situazioni, Il tratto di argine oggetto del cedimento che ha creato l'alluvione, risulta sottoposto ad opere di sistemazione idraulica come citato nel tabellone di cantiere esposto a Monteforte, con la dicitura "SISTEMAZIONE IDRAULICA DEL TORRENTE ALPONE TRA I COMUNI DI SAN BONIFACIO E MONTECCHIA DI CROSARA ( VR )" per conto dell'Unità Periferica del Genio Civile di Verona.
I tecnici del C.P.V. verificati i documenti di progetto e varianti hanno trovato delle importanti difformità tra quanto previsto e quanto realizzato, per sintetizzarne alcuni;
- Dove l'argine ha ceduto, oltre al rialzamento dello stesso di circa un metro, il progetto prevedeva il rinforzo laterale costituito da un'imponente palizzata, ritombata con terreno vegetale, per garantirne la tenuta alla maggiore spinta dell'acqua, ebbene, l'opera è stata cancellata.
- I lavori dovevano essere terminati il 30 di aprile, ma alla data della fine di ottobre erano ancora in attività , periodo che coincide con le note piogge autunnali.
- Perché il progetto del genio civile non ha previsto di rialzare l'argine in prossimità del ponte sulla provinciale n° 17, quando proprio questo risulta essere il punto più basso, ancora oggi settantasei centimetri al di sotto di tutte le misure considerate in progetto, pertanto il pericolo di esondazione è tutt'ora presente.
Dalle verifiche effettuate non risulta la presenza della nutria (myocastor coypus) in quanto il torrente Alpone per questa specie risulta essere un habitat inospitale: acqua corrente spesso molto bassa (20-30 cm), fondo sassoso, acqua soggetta ad imponenti variazioni di livello, pareti laterali in cemento armato per quasi otto metri, gettate in opera con uno zoccolo a gradino inserito nel letto del torrente.
Infine risulta ovvio che, anche se questi animali fossero presenti, non potrebbero avere forato la parete in cemento armato, indebolendo l'argine tanto da farlo crollare.
Renzo Rizzi portavoce del C.P.V. ha aggiunto: nel punto dove e saltato l'argine il torrente Alpone scorre in un viadotto di cemento armato, dare la responsabilità alle nutrie, specialmente in questo caso, significa prendere in giro la gente, e credo, che in situazioni di questa gravità , nessuno se lo possa permettere, per questo chiediamo sia perseguito chiunque abbia agito in malafede, creando allarmi ingiustificati.
Viceversa, la relazione e i rilievi danno risultati univoci sulle responsabilità del cedimento dell'argine, che legano indissolubilmente evento straordinario e lavori, questi ultimi non avrebbero tenuto conto della prima eventualità .
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