Romani, ministro dello Sviluppo (di Mediaset?)
Martedi 5 Ottobre 2010 alle 00:46 | 0 commenti
Rassegna.it - Dopo 5 mesi di vuoto (o 153 giorni) arriva la nomina del nuovo responsabile del dicastero che deve affrontare le crisi industriali che attraversano il Paese. Romani, in passato una carriera nell'editoria tv, era già viceministro di Scajola. Sul suo tavolo 170 dossier.
Paolo Romani è il nuovo ministro dello Sviluppo Economico. Il successore di Claudio Scajola, accompagnato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, ha giurato ieri sera (lunedì 4 ottobre) al Quirinale, nelle mani del capo dello Stato, nella sala della Pendola.
Paolo Romani, nato a Milano nel 1947, ricopriva fino ad oggi la carica di viceministro dello Sviluppo Economico. Prima di entrare in politica con Forza Italia nel 1994, è stato editore di varie televisioni locali. Nel governo Berlusconi terzo ha rivestito il ruolo di Presidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni e successivamente di Sottosegretario alle comunicazioni.
Dopo cinque mesi di vuoto dunque, a seguito dello scandalo della casa "a sua insaputa" di Claudio Scajola, la poltrona del ministro allo Sviluppo Economico torna ad avere un proprietario. E sul tavolo del nuovo ministro sono molti i dossier già accumulati a partire da quelli riguardanti i 170 tavoli di crisi aziendali aperte, ma anche la partita del nucleare, la banda larga e la gara per l'assegnazione delle frequenze del multiplex digitale, che sta particolarmente a cuore al premier (che non a caso ha voluto con forza la nomina di Romani, già ribattezzato dai suoi detrattori "Ministro allo sviluppo di Mediaset").
C'è poi tutta la partita Fiat, con in primo piano il dossier Termini Imerese, dopo la presentazione da parte di Invitalia delle candidature per rilevare lo stabilimento siciliano dove la Fiat smetterà di produrre a fine 2011. E poi i casi più recenti di Pomigliano e Melfi.
Un capitolo a parte che il nuovo ministro dovrà affrontare è poi quello del Mezzogiorno. Il piano di rilancio annunciato dal Governo si è arenato con le dimissioni di Scajola, ma in base alle recenti intenzioni espresse dal presidente del Consiglio, ci sono la realizzazione del Ponte di Messina e il completamento della Salerno-Reggio Calabria.
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