Roma olimpica: No ad Alitalia e Trenitalia
Sabato 30 Gennaio 2010 alle 01:30 | 0 commenti
Roberto Ciambetti Â
Ciambetti (Lega): "Alitalia e Trenitalia nell'appoggiare Roma 2020 dimostrano limiti dirigenziali drammatici. Chi ha autorizzato la sponsorizzazione alla candidatura romana deve dare le dimissioni"
"Alitalia e Trenitalia, che svolgono un ruolo e servizio pubblico, devono ritirare senza indugi il loro appoggio alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020" Il presidente del gruppo consiliare leghista, Roberto Ciambetti, si è detto "molto preoccupato ma non sorpreso per quanto sta emergendo - ha detto Ciambetti - Ancora una volta vediamo in concreto quale sia l'idea di unità che impera nei grandi apparati i quali, in un caso delicato come quello delle candidature olimpiche, anziché mantenere una equidistanza e dichiarare la loro massima disponibilità a sostenere chiunque esca come candidato, non hanno avuto alcuna esitazione scendendo a fianco di Roma e ciò è estremamente grave: fosse accaduto in altre nazioni, dove il senso delle Istituzioni è ben diverso da quello romano, avremmo già oggi non solo delle scuse ufficiali ma anche delle dimissioni da parte di chi, in maniera improvvida, ha dato il via libera ad una scelta immotivata e, per molti aspetti, preoccupante". Il presidente del gruppo consiliare leghista poi introduce un'altra riflessione: "La scelta di Alitaliae Trenitalia, poi, è ancor più devastante - ha detto Ciambetti - la candidatura di Venezia 2020 è altamente innovativa, va controcorrente rispetto alla tradizione di chi vede nei giochi olimpici solo un grande business, grandi affari e grandi appalti; Venezia 2020 è una sfida di eco sostenibilità e, pertanto, un laboratorio di innovazione, tecnologia, sapere. Aziende come Alitalia e Trenitalia, che dovrebbero avere nel loro codice genetico, la ricerca di soluzioni compatibili ed ecosostenibili, dovrebbero guardare con interesse proprio a progetti come quello veneziano. La loro scelta di campo - ha continuato Ciambetti - dimostra invece il contrario ed è preoccupante perché mette in luce i limiti culturali e manageriali di chi è alla guida di queste realtà "
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