Rolando ha dubbi sul precedente aumento di capitale BPVi. Noi sull'azione dei politici. E sul foglio del presidente confindustriale, l'etico Zigliotto. Giudichino gli azionisti lettori
Martedi 8 Dicembre 2015 alle 23:40 | 0 commenti
«I problemi delle banche non si limitano alle quattro (Banca Marche, CariFerrara, CariChieti e Banca Etruria) appena salvate - dice Giovanni Rolando, determinante con la sua lista a determinare l'elezione di Enrico Peroni alla segreteria cittadina del PD - non solo con i fondi degli altri Istituti (che verseranno, con qualche dubbio sulla volontarietà dell'operazione altrimenti proibita dalla BCE, due miliardi di euro come quota di 500 milioni del 2015 e come anticipo delle quote di 500 milioni annuali dovute nel prossimo triennio al cosiddetto Fondo di Risoluzione, lo strumento che operativamente realizzerà il salvataggio) ma dal "sangue" degli azionisti e dei possessori di obbligazioni subordinate dei suoi clienti».
Ma, a questo punto, Giovanni Rolando ricorda con la forza del militante locale come il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, abbia chiesto sul La Stampa di oggi, 8 dicembre, lumi su chi abbia «autorizzato la Banca Popolare di Vicenza ad un aumento di capitale pari a due volte il valore del patrimonio netto solo un anno fa».
Ma se a questa domanda, ex post, di Boccia aggiungiamo il "furore" di Deborah Serracchiani, vice presidente del Pd nazionale, per non aver seguito i consigli del marito perdendo così 18mila euro per il flop della azioni della BPVi, comprate "a corredo" di un mutuo che le era stato concesso (ma non lo sapeva lei governatrice del Friuli Venezia Giulia che era "paralecito"?), e l'appello del governatore del Veneto e preannunciato leader nazionale della Lega Nord, Luca Zaia, a Matteo Renzi per salvare gli azionisti delle due popolari venete, la Banca Popolare di Vicenza e la Veneto Banca, una, semplicissima, domanda la facciamo noi.
Mentre, nei loro vari ruoli e nelle loro diverse formazioni politiche, Boccia, Serracchiani e Zaia corteggiavano nei discorsi e nelle richieste di loro "bebevolenze" per gli enti e le istituzione da loro dirette o "sponsorizzate" le mal ridotte banche italiane, e non solo le 4 salvate e le due venete, dal 2010 almeno le agenzie internazionali, la BCE e la grande stampa nazionale (non gli "estremisti" Il Manifesto e Il Foglio nè il "piccolo e antipatico" network multmediale VicenzaPiù, ma Il Sole 24 Ore e Il Corriere della Sera, ad esempio)aumentavano i warning sul sistema bancario e, in Veneto, sugli isituti a trazione Zonin, a Vicenza, e Consoli, a Montebelluna.
Dal 2010 in poi, fino, per rimanere al vicino 2014 e ai primi mesi del 2015, quando tutto era chiaro anche agli studenti del primo anno di ragioneria del Fusinieri, dove erano Boccia, Serracchiani e Zaia.
Non c'erano? Allora vadano a casa.
Erano incapaci di capire e governare il fenomeno (prima, non dopo) e allora smettano di avere posizioni di rilievo in cui non sanno esercitare neanche il ruolo di monitoraggio dei fenomeni economico-politici?
Erano collusi con le banche e i media che le hanno coperte?
La gente, gli azionisti, rimuovano la fiducia a quei politici e ai tantissimi come loro e li mandino a casa alle prime elezioni utili.
La gente, i lettori, smettano, subito, di comprare e mandino al macero i fogli che avessero venduto la loro credibilità rendendo dannose le loro copie.
Perchè se i vertici bancari sono i primi responsabili degli omicidi economici dei loro soci, se i lacchè politici sono i loro cani da salotto (ringhiano, non mordono e, anzi, aiutano i ladri a entrare a casa vostra), i media hanno un unico dovere: informare.
I soci della Popolare di Vicenza, ad esempio, sono lettori, per fortuna in numero sempre più calante, del quotidiano unico locale, che fa capo a una proprietà , Confindustria Vicenza, con evidenti conflitti di interessi anche con i suoistessi lettori, come fanno chiaramente pensare le indagini sul suo presidente Giuseppe Zigliotto, membro finalmente dimissionario del Cda della BPVi dal 2003 e, dopo aver più volte consigliato su quel foglio accondiscendente di comprare azioni a prezzi "gonfiati", beneficiario anche di una vendita last minute e lucrosa di azioni che altri, i più, non sono riusciti neanche a vendere.
Questi azionisti di BPVi nonchè lettori del quotidiano locale, che ha una precisa responsabilità (etica, vero Zigliotto, che a noi davi lezioni di eticità ?), sanno se hanno comprato quelle azioni anche in base ai proclami di Zonin, Sorato e Zigliotto megafonati su quel foglio da quel modo di fare informazione.
A loro in tanti hanno tolto i soldi (miliardi di euro) ma nessuno può togliere l'ultimo diritto che hanno: giudicare banche, politici e media.
Giudichino e decidano di conseguenza.
Se non lo faranno, prendano coscienza che si mostra solidarietà con chi prova dolore, non con chi gode del suo dolore.
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