Fazioli lascia un'Aim in salute e tornata a "fare impresa". Lago ne tratteggia il futuro
Mercoledi 13 Luglio 2011 alle 23:52 | 0 commenti
Roberto Fazioli ha presentato stamattina pubblicamente il positivo bilancio del gruppo Aim da lui presieduto: assente non casuale, il sindaco Achille Variati, impegnato 'ufficialmente' in giunta, c'erano con lui, al 'tavolo' dei relatori, l'assessore Lago (qui la sua intervista), in prima fila in sala Stucchi i consiglieri di Aim Aldo Campesan, Alvise Rossi di Schio e Marino Quaresimin, tutti citati nel comunicato ufficiale del Comune. E, in seconda, diplomatica, fila il non citato direttore Dario Vianello, profondo e storico conoscitore delle cose Aim. Fazioli ha oggi annunciato di fatto e salvo clamorosi ma improbabili sviluppi il suo previsto e involontario addio (non conferma 'politica', diciamo così,) all'azienda che ha risanato (guarda qui il video con le sue dichiarazioni) e rilanciato.
"Avevamo una missione - ha detto in sintesi il presidente uscente - e l'abbiamo compiuta. Siamo lavoratori 'precari', il cui incarico è a tempo. Ma restituiamo ai vicentini, di cui è l'azienda, una società che con la nostra guida ha smesso di far fare ma ha fatto, ha operato solo investimenti proficui e strutturali, ha dato una grande spinta al recupero crediti, ha guadagnato la fiducia delle banche, ha purificato il proprio interno, come Sit. E soprattutto ha fatto impresa e non architettura d'impresa: spesso prima le società di Aim erano vuote! Per il 2011 le previsioni di Aim sono positive, ma molto dipenderà anche dai fattori esogeni, quelli di un'economia in crisi, che non sono positivi. Ora, però, io vado in ... Norvegia".
Per suo conto l'assessore alle partecipate, Umberto Lago,conferma il giudizio più che positivo dei risultati conseguiti nel mandato ora esaurito dal presidente Roberto Fazioli e dal suo Cda: "L'azienda è stata risanata e portata in utile liberandosi del peso di società che ne facevano parte solo per generare poltrone nei vari Cda. Il futuro del gruppo passa per una parziale apertura al mercato, per lo meno per il gas, ma di questo stiamo discutendo anche sulla base di normative non sempre chiare. Detto che alcuni settori rimarranno ovviamente in house, come i servizi alla città , dovremo capire e valutare se e cosa scorporare per rispondere alle esigenze della società e alle necessità delle leggi e del mercato".
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