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Riordino Arpav, piano che fa acqua: interpellazione in consiglio di Colombara

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 5 Aprile 2013 alle 18:51 | 0 commenti

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Raffaele Colombara, Lista Variati sindaco - I dati che emergono dalla Commissione d'inchiesta del Consiglio Regionale su Arpav, che evidenziano spese faraoniche e poca trasparenza, stridono fortemente con il piano generale di riorganizzazione, che prevede tra l'altro la chiusura e il trasferimento del laboratorio di Vicenza e ripropongono la questione della sua OPPORTUNITÀ economica e sociale: i vantaggi economici ipotizzati stanno per essere superati nella realtà dai nuovi costi di gestione.

Soprattutto, il piano di riorganizzazione impatta, a nostro avviso, con una questione di LEGITTIMITA': un articolo della Legge Regionale istitutiva dell'Agenzia sembrerebbe tutelare il diritto dei cittadini alla presenza di un presidio laboratoristico per provincia. E allora, come è possibile chiudere i laboratori provinciali se non si è almeno modificata la Legge Regionale?
Il Comune di Vicenza o l'ULSS 6, quando hanno bisogno di un qualsiasi esame di controllo ambientale (aria, acque, rifiuti, suolo, agenti fisici - rumore, campi elettromagnetici, radioattività ambientale) a tutela della salute dei cittadini e del territorio devono rivolgersi all'ARPAV.
Come tutti i Comuni e le ULSS veneti (e italiani) . Questo secondo la Legge Regionale 32 del 18/10/96, nella quale si stabilisce che "La Regione, le province, i comuni e le comunità montane per lo svolgimento delle attività tecnico-scientifiche necessarie per l'esercizio di controllo ambientale di rispettiva competenza si avvalgono dell'ARPAV, la quale è tenuta a garantire loro il necessario supporto tecnico-scientifico e analitico, secondo modalità stabilite da apposite convenzioni e/o accordi di programma" (art.1). 
A non lasciare dubbi in proposito la stessa legge precisa che "Alla Regione, alle province, ai comuni, alle comunità montane ed alle unità locali socio sanitarie non è consentito mantenere o attivare propri laboratori o apparecchiature destinati al controllo ambientale" (art.2).
Osservazione: per legge non è consentito agli enti sopra citati avvalersi di propri laboratori, ma con il piano di riorganizzazione avviato da ARPAV si consente per assurdo di chiudere i laboratori provinciali lasciando scoperti i suddetti enti. 
Di quale laboratorio in loco devono avvalersi le Amministrazioni locali? Si devono avvalere solo di quelli ARPAV di altre province? Come si possono assicurare gli stessi tempi di risposta sulle analisi con laboratori non presenti in loco?
Soprattutto, a fianco della questione di opportunità economica e sociale in merito a questa operazione di chiusura e trasferimento, si pone ora anche una questione di LEGITTIMITÀ:
ARPAV procede ad un piano di ristrutturazione rispettando i termini normativi?
La stessa Legge Regionale 32 del 18/10/96, laddove disciplina l'organizzazione della costituita Agenzia Regionale e nello specifico di una delle tre articolazioni della stessa, ovvero il Dipartimento regionale laboratori, così prevede: "Il dipartimento regionale laboratori è costituito dai laboratori presenti nelle sedi dei dipartimenti provinciali e svolge le attività laboratoristiche di analisi chimiche, fisiche e biologiche su tutte le materie di competenza dell'Agenzia" (art.14bis).
Si intende chiaramente come i laboratori provinciali siano costitutivi del dipartimento regionale laboratori dell'Agenzia.
Non risulta, pur nelle varie modifiche, che tale articolo sia stato modificato. Quindi, come è possibile chiudere i laboratori provinciali se non si è modificata la Legge Regionale?
Tutto ciò premesso, 
SI SOLLECITANO l'Amministrazione Comunale ed il Sindaco,
che già si è impegnato a farsi parte attiva presso ARPAV e Giunta Regionale del Veneto affinché sia rivisto il piano presentato e impedita la chiusura del laboratorio di Vicenza, anche mettendosi in rete con i comuni della provincia interessati,

- a verificare nelle stesse sedi la legittimità del medesimo piano di ristrutturazione.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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