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Renzo Rosso: "è un'opera fantastica, spero vi piaccia". Cimatti: "volendo si puo' fare"

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 23 Novembre 2010 alle 00:49 | 0 commenti

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Articolo e foto di A.M. (Citizen Writer) - L'architetto inglese David Chipperfield domenica in città per presentare il progetto in Riva al Brenta

"A San Bassiano il progetto dell'architetto Chipperfield era solamente un'idea. Ora dopo aver fatto uno studio di fattibilità e sentite le autorità di bacino, volendo, si può fare." Così ha esordito domenica sera in una gremita sala Chilesotti al museo civico cittadino il sindaco Stefano Cimatti.

Un progetto, i cui promotori sono il patron della Diesel Renzo Rosso e la famiglia Bonotto proprietaria dell'ex macello,che vuole, come sottolineato dal primo cittadino, far sì che la zona del fiume Brenta, ad oggi poco utilizzata, diventi un importante luogo di aggregazione e che potrà venire alla luce anche in tempi brevi. 

Renzo Rosso nel suo intervento ha spiegato che i fondi da lui messi a disposizione per contribuire alla realizzazione dell'opera derivano dal 15% dei fondi della sua fondazione "only the brave" che mette a disposizione del territorio in quanto egli stesso si sente molto legato a questa terra tanto da citare spesso anche all'estero il nome della nostra città. L'idea di realizzare qualcosa a Bassano, ha raccontato, risale ad oltre un anno e mezzo fa quando propose alla giunta Bizzotto di acquistare il Teatro Astra di viale dei Martiri per metterlo a disposizione della città. La proposta venne rifiutata in quanto quel teatro sarebbe stato troppo piccolo per le esigenze ed era in previsione di realizzarne uno idoneo nell'area ex ospedale. L'attenzione venne quindi spostata sul ponte nuovo quando venne a contatto con il Signor Luigi Bonotto proprietario dell'ex macello che voleva lì esporre la propria collezione di opere. Venne quindi indetto da Rosso e Bonotto un concorso ad invito che vide vincitore tra le tre proposte progettuali l'architetto Chipperfield sugli altri due progettisti i cui nomi sono ancora top secret. "E' un'opera fantastica. Spero vi piaccia" ha aggiunto Renzo Rosso ringraziando l'architetto inglese per l'idea di portare la vita tra il ponte nuovo ed il ponte vecchio con la realizzazione di una piazza d'acqua reinterpretando così la città e portando in quel luogo la gioventù, anima di tutto come egli stesso dice di poter testimoniare con la propria esperienza.
Concludendo ha tenuto a specificare che l'unico motivo per cui ha voluto portare avanti il progetto è la pura passione per la città che ha voluto dimostrare portando anche recentemente sul nostro territorio manifestazioni di alto tenore.

L'ex macello come già detto, è di proprietà di Luigi Bonotto da alcuni anni ed è stato acquistato per destinarlo, in un primo tempo a magazzino per le opere della collezione ma, coltivando la passione dell'arte concettuale sin dalle rivoluzioni degli anni 60, in un secondo momento ha optato per un museo della cultura aperto alla collettività. La famiglia Bonotto ha quindi interpellato il professor Sacco dell'univerità di architettura di Venezia ed iniziato a pensare ad un progetto. Venuto successivamente a contatto con Rosso i due si son fatti promotori del concorso in cui David Chipperfield ha avuto la meglio.

Il noto architetto inglese ha iniziato la presentazione alla cittadinanza del progetto evidenziando come la collaborazione tra privati e pubblica amministrazione renda possibile l'ideazione di un bel progetto. Passando quindi all'illustrazione del progetto ha specificato che lo scopo è quello di attirare la città verso il proprio fiume, elemento fortemente identificante assieme al noto ponte palladiano. Una chance per ripensare al rapporto acqua-città è data dal (m)argine tanto bello e tranquillo quando il tempo (meteorologico) è buono quanto inaffidabile in tempi come quelli di quest'ultimo periodo. Per questo il progetto che si trova a convivere con la Brenta ha come elemento cardine la qualità del margine. Portando ad esempio le carte storiche della città ha fatto notare come nei vari periodi storici il luogo progettuale in questione è sempre stato molto importante ed ha avuto nel tempo continue trasformazioni.
"Perché non fare una passeggiata tra le due rive?" si è chiesto l'architetto nella fase di studio considerando che ad oggi per poterlo fare si avrebbero due possibilità mentre con un terzo, pedonale tra i due, sarebbero molteplici, ad otto ad esempio. L'idea del terzo ponte tra i due era già stata avanzata alcuni decenni orsono e poi mai realizzata ha continuato Chipperfield, nel suo inglese parlato lentamente e ben scandito per facilitare la comprensione garantita comunque da una traduttrice che in questo caso commettendo un'imprecisione ha fatto sobbalzare sulla sedia Renzo Rosso che ha voluto subito ribadire il concetto.
Il ponte del Palladio è la "star" della città ha detto Chipperfield e già durante la realizzazione dello stesso alcune passerelle pedonali collegavano le due sponde. E'un progetto che coinvolge la parte più bassa della città e che tiene conto della possibilità di eventuali esondazioni. Nonostante ciò il nuovo ponte-passerella ad andamento arcuato non copre la vista dal ponte nuovo al ponte degli Alpini e viceversa perché ad una quota appena superiore a quella dell'acqua. Parte del progetto è anche l'edificio Bonotto naturalmente ma la realizzazione, se avverrà, sarà in almeno tre fasi: la prima prevede la costruzione del ponte, la seconda la ristrutturazione ed ampliamento del museo , l'ideazione di una nuova piazza tra il ponte ed il museo, la trasformazione delle sponde-argini, i collegamenti con le parti più alte con scalinate e percorsi, la terza vedrà le due sponde agevolmente raggiungibili dal ponte nuovo per mezzo di ascensori. Questa fase potrà essere allargata andando a collegare e valorizzare attraverso dei percorsi il parco di palazzo Bonaguro.
Ironizzando ha aggiunto "avendo già il ponte vecchio ed il ponte nuovo dovete solo trovare un nome a questo".

Su specifica domanda Chipperfield risponde che quanto presentato è uno studio di fattibilità e che le parti concernenti il landscape ed il verde verranno sicuramente pensate ad hoc in una fase successiva e, presumiamo, una volta deciso di portare avanti il progetto.

Concludendo, il Sindaco Cimatti ha reso noto che il plastico concettuale attualmente situato in una sala del museo civico verrà a breve portato nell'urban center che ha trovato collocazione da qualche mese a Palazzo Bonaguro, proprio nei pressi del futuro terzo ponte come auspicato nelle battute finali dal primo cittadino.

di A.M.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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