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Giovanni Rolando, Coordinatore regionale Area progressista "civatiana" PD Veneto

 Felice Casson, il candidato del centrosinistra , senatore del Pd di area progressista di sinistra, può farcela al primo turno a vincere le comunali di Venezia e diventare  sindaco. “Siamo il partito del fare" ha detto dal palco del teatro Toniolo di Mestre Casson, stamattina all’incontro pubblico con Moretti e Renzi. Prima dell’inaugurazione da parte del presidente del consiglio e  Romano Prodi del padiglione Expo Aquae al  Vega, all’inizio del ponte della Libertà di Venezia.

“Ma fare bene - dice Casson - In legalità, in totale trasparenza, con efficienza. Dopo lo scandalo Mose a Venezia si deve ripartire da zero. Occorre cambiare politici e vertici delle aziende comunali”. “Alternative alle grandi navi ci sono, le grandi neve  non devono più passare davanti a s. Marco. Alternativa al devastante progetto Contorta. Cultura a turismo.” In pillole il programma  e l’impegno preso pubblicamente da Casson. Che chiosa con:  “sono io il garante del programma. Chiamerò, appena eletto, se sarò eletto sindaco, un garante esterno per leggere bene e mettere a posto il bilancio disastrato del comune”.

Casson è sostenuto da sei liste: la sua civica “Felice Casson sindaco”  , il Pd,  i Socialisti, “ Venezia bene comune” , Verdi e Sel con “2020 VE”  i centristi di “Venezia popolare”.

Nella lista del Pd quattro sono i candidati civatiani, tutti e 4 giovani : 2 donne e due uomini.

Alessandra Moretti inizia il suo intervento, molto stringato, partendo col citare Veltroni, l’ex segretario dei Ds nella relazione che  fece al congresso del Lingotto a Torino e richiamando le due sfide principali da affrontare e vincere in questa fase politica : “riformare il paese e creare l’alternativa in Veneto al ventennale governo della destra più Lega di Galan-Zaia”.

Infine Renzi, che ha assicurato il suo sostegno ad ambedue i candidati  per  governare Venezia e la Regione. “ Con Felice Casson porteremo legalità e trasparenza”. “Non si può credere a chi proclama l’Italia fuori dall’euro e anzi dobbiamo ottenere un’ Europa più umana”.

E rilanciando il suo “non sono qui per durare vent’anni, possono mandarmi a casa ma non fermarci”. “Le elezioni - ha proseguito il segretario del Pd - si vincono, a 28 giorni dal voto, alla vecchia maniera , andando a trovare le persone. Parlandoci e possibilmente convincendole. Andando a trovare la signora del settimo piano che conosciamo e non solo twittando o utilizzando facebook”.

Alla vecchia maniera?! Concordo.