Regionali, summit Pd con i parlamentari: Alessandra Moretti per il sì se le primarie saranno «plebiscitarie»
Giovedi 25 Settembre 2014 alle 13:23 | 0 commenti
Di Marco Bonet*
Comincia a delinearsi la strategia del Pd in vista della scelta del candidato da contrapporre a Luca Zaia alle elezioni regionali del prossimo anno. Ieri sera, a Roma, il segretario Roger De Menech ha riunito alla Camera i parlamentari veneti per un confronto a tu-per-tu sulla road map che avrà un'altra delle sue tappe fondamentali nella direzione del partito già in agenda per lunedì, nel quartier generale di Padova.
Si va verso le primarie, che come anticipato si terranno probabilmente domenica 23 novembre, ma l'intenzione dei vertici democrats è quella di evitare spargimenti di sangue, trasformando la chiamata di militanti e sostenitori ai seggi in un'investitura plebiscitaria stile Veltroni 2007 (prese il 75% dei voti), più che in una vera e propria competizione interna, i cui esiti, come si è visto in casi recenti, rischiano di sfuggire pericolosamente di mano. Se il piano andasse in porto, il risultato sarebbe duplice: si eviterebbero spaccature e si potrebbe far partire la campagna elettorale con un mese di anticipo su Zaia, inchiodato dalle incombenze amministrative di fine legislatura, garantendo all'alfiere Pd un certo protagonismo sui temi chiave del confronto (i classici «dibattiti delle primarie» aiutano in tal senso). Il nome su cui sta investendo il politburo, senza troppi misteri, è quello di Alessandra Moretti, l'europarlamentare vicentina volata a Strasburgo sull'onda di 230 mila preferenze. Lei, lo ha lasciato intendere chiaramente anche in un'intervista al Corriere del Veneto , è pronta a scendere in pista, purché l'indicazione sia (per l'appunto) unitaria e sul suo nome sia disposto a spendersi tutto il partito, senza distinzioni di corrente. A contenderle la candidatura ci sono però già due nomi di peso e non è affatto detto che sia finita qui: la deputata trevigiana ed ex sindaco di Roncade Simonetta Rubinato e il senatore padovano, già segretario della Cisl, Giorgio Santini. Come uscirne? La questione è delicata, specie se si pensa che il Veneto sarà l'unica grande regione del «Nord centrodestro» al voto (Lombardia e Piemonte hanno già dato) e il candidato di qui, se dovesse durare la luna di miele tra il premier e il Paese, rischia di intestarsi l'unica sconfitta del cappotto renziano da Nord a Sud. De Menech, che pare essersi chiamato fuori dalla contesa, nella relazione che ha aperto il summit, è stato chiaro: «Le Regionali del 2015 costituiscono un'appuntamento fondamentale, n on solo e non tanto perché per la prima volta dopo 20 anni la Regione è contendibile, ma soprattutto perché verificheremo se ci saranno forze politiche in grado di rispondere alla legittima richiesta di cambiamento proveniente dalla nostra società . Il Pd del Veneto è pronto a raccogliere questa sfida. Questa sera cominciamo il percorso che ci porterà ad individuare il candidato, attraverso le primarie che terremo entro il mese di novembre». Il segretario ha poi tracciato l'identikit dello sfidante ideale: «Deve conoscere e saper interpretare i profondi mutamenti che stanno avvenendo nella società e nell'economia veneta; deve avere il "coraggio del cambiamento" perché la situazione è talmente compromessa che non basteranno pastiglie omeopatiche per riportare crescita, lavoro e benessere; e non deve avere paura di perdere: noi siamo convinti di poter vincere, anche con le risorse e il sostegno che la segreteria nazionale garantirà al candidato, tuttavia, nell'ipotesi di sconfitta, desideriamo che il candidato presidente e i consiglieri eletti comincino dal giorno dopo a lavorare per costruire un'alternativa forte per il 2020». Questo aspetto, se si vuole, potrebbe rivelarsi scomodo per Moretti, che potrebbe preferire un rapido ritorno in Europa nel caso le cose andassero male, ma per il Pd è troppo importante evitare di ripetere l'errore commesso con Carraro e Bortolussi, desaparecidos subito dopo la batosta. Il partito è al lavoro anche sul programma: «Abbiamo già individuato un elenco di argomenti che diventeranno l'ossatura del programma - ha detto De Menech -. Dobbiamo analizzarla e fare le dovute scremature. Sottoporrò a una delle prossime riunioni della segreteria regionale una bozza avanzata di questo lavoro». Da chiarire i punti sull'autonomia e le grandi infrastrutture.
Da Il Corriere del Veneto
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