Reggenza sia per il liceo Pigafetta che il Lioy: il senso di precarietà pervade la scuola
Domenica 14 Agosto 2011 alle 19:16 | 2 commenti
Il senso di precarietà che pervade la scuola è ben rappresentato dalla coincidenza che vedrà per il prossimo anno scolastico la reggenza sia per il liceo Pigafetta che il Lioy. Due dei più prestigiosi licei di Vicenza probabilmente (anche in questo caso la certezza non è ancora assoluta visto che la Corte dei Conti deve ancora esprimere il proprio parere) verranno amministrati da dirigenti di altri Istituti almeno per un anno.
E' il tempo minimo necessario per lo svolgimento del concorso che negli auspici del Ministero e di noi tutti, dovrebbe far entrare in ruolo per l'anno scolastico 2012/2013 i dirigenti necessari a coprire i molti posti resi vacanti dai pensionamenti e, come nel caso dei due licei vicentini, dalle assegnazioni ad altri incarichi. Si tratta di un auspicio e non di una certezza poiché nella scuola statale italiana nulla è ormai sicuro fuorchè l'impegno oltre il dovuto di tutti coloro che vi lavorano.
Il Lioy ed il Pigafetta sono licei con centinaia di alunni (rispettivamente 750 e 1300) e verranno accorpati a istituti secondari altrettanto numerosi. Amministrare le strutture che ne scaturiranno sarà straordinariamente complesso. Una situazione paradigmatica della precarietà del sistema scolastico italiano. Non si tratta infatti di casi isolati poiché l'Italia intera ed il vicentino in particolare stanno per veder moltiplicate le reggenze.
Una reggenza può essere un gran risparmio per le casse statali. Con buona pace della didattica e della qualità amministrativa visto che, grazie ad una legge del governo Berlusconi, in molti casi sarà impedito ai vicepresidi di ottenere l'esonero dalle ore dalle lezioni.
Questa è la scuola statale italiana che rischia di essere travolta ogni giorno da un nuovo "terremoto". Ci si domanda ad esempio cosa potrà accadere a fine agosto quando ci dovrebbe essere l'immissione in ruolo di oltre 30.000 docenti ma, a causa del caos creato dalle "code" in graduatoria, si rischia un ulteriore e perentorio blocco a seguito dell'ennesimo ricorso.
Insomma si vive alla giornata nelle scuole italiane, in uno stato di precarietà che non risparmia nessuno. Dagli istituti più prestigiosi, alle figure apicali dell'amministrazione, dal personale docente e non, agli stessi alunni. Una situazione che non potrà rimanere tale a lungo...ed anche in questo la scuola statale italiana è specchio fedele della società in cui è inserita.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.