Referendum, Langella del Pci: "ciarlatani che governano il paese istigano confusione e paura
Lunedi 10 Ottobre 2016 alle 01:05 | 0 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella, PCI Veneto e pubblichiamo
Sostiene Franceschini (notizia ANSA): "Se vince il no arriverebbe in piena legge di stabilità e infatti all'estero tutti mi chiedono per prima cosa che succederebbe a maggior ragione dopo Brexit. A parte le conseguenze sul governo penso che dobbiamo pensare a che accade nei prossimi anni: penso che si debba pensare allo scenario sulla vita delle persone e delle imprese e con il No si condanna l'Italia ad ingovernabilità per i prossimi dieci anni". E questa sarebbe la discussione nel merito che si auspica sia fatta?Â
Questi “signori†che occupano le poltrone ministeriale, prefigurano sempre l'arrivo dell'apocalisse qualora la maggioranza degli elettori fosse a loro contraria. Ma, poi, possono spiegarci cosa significa l'ingovernabilità ? Sanno di cosa parlano? A cosa si riferiscono? Evidentemente alla loro incapacità di governare. Perché è bene ricordarlo sempre e ripeterlo ad alta voce, se necessario, che con una legge elettorale proporzionale, la Costituzione del '48 e la presenza di autorevoli partiti di massa, nei primi decenni della Repubblica (fino all'avvento di personaggi come Craxi, Berlusconi, Renzi e all'attacco ai diritti dei lavoratori a partire dalla cancellazione della scala mobile), il Parlamento ha approvato leggi e riforme epocali che hanno cambiato il paese. Basta pensare al piano casa, alla riforma agraria, alla scuola media unificata, alla nazionalizzazione dell'energia elettrica, allo statuto dei lavoratori, al servizio sanitario nazionale, al divorzio, all'aborto ... Del resto se si ha la capacità politica di operare nel solco tracciato dalla Costituzione nata dalla Resistenza si riescono a fare leggi e riforme che possono migliorare le condizioni di vita di chi vive del proprio lavoro.
A questo proposito è bene rileggere quanto scrisse Enrico Berlinguer nella prefazione dei discorsi parlamentari di Palmiro Togliatti dell'aprile 1984 (e notare la differenza tra questa riflessione e la dichiarazione di Franceschini): “Attraverso alcune delle «riforme» di cui si sente oggi parlare si punta a piegare le istituzioni, e perciò anche il parlamento, al calcolo di assicurare una stabilità e una durata a governi che non riescono a garantirsele per capacità e forza politica propria. Ecco la sostanza e la rilevanza politica e istituzionale della «questione morale» che noi comunisti abbiamo posto con tanta decisione. Anche la irrisolta questione morale ha dato luogo non solo a quella che, con un eufemismo non privo di ipocrisia, viene chiamata la Costituzione materiale, cioè quel complesso di usi e abusi che contraddicono la Costituzione scritta, ma ha aperto anche la strada al formarsi e al dilagare di poteri occulti eversivi – la mafia, la camorra, la P2 – che hanno inquinato e condizionato tuttora i poteri costituiti e legittimi fino a minare concretamente l'esistenza stessa della nostra Repubblica. Di fronte a questo stato di cose, di fronte a tali e tanti guasti che hanno una precisa radice politica, non si può pensare di conferire nuovo prestigio, efficienza e pienezza democratica alle istituzioni con l'introduzione di congegni e meccanismi tecnici di dubbia democraticità o con accorgimenti che romperebbero formalmente l'equilibrio, la distinzione e l'autonomia (voluti e garantiti dalla Costituzione) tra Legislativo, Esecutivo e Giudiziario, e accentuerebbero il prepotere dei partiti sulle istituzioniâ€.
E, allora, di cosa parlano questi ciarlatani che governano il paese? Istigano confusione e paura per imporre una riforma costituzionale e una legge elettorale indecenti. La vittoria del NO al prossimo referendum del 4 dicembre è il primo passo per impedire a “lorsignori†di nuocere.Accedi per inserire un commento
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