Referendum Costituzionale, Massimo D’Alema: la riforma Renzi la fece Berlusconi nel 2005. È il paradosso, quando Berlusconi esce di scena il berlusconismo vince
Mercoledi 31 Agosto 2016 alle 16:00 | 0 commenti
Se l'inizio dell'intervento di Massimo D'Alema a Fornaci Rosse sembrava essere un pacato tentativo alla ricucitura degli strappi interni al PD, dopo l'iniziale parentesi di apprezzamento nei confronti di Matteo Renzi per l'annuncio di voler nominare Vasco Errani quale commissario per la ricostruzione del terremoto del centro Italia, Aramis, il moschettiere della politica italiana, cambia tono e sferra l'attacco alla riforma costituzionale. La critica di D'Alema, così come quella di Alfredo D'Attore di Sinistra Italiana, si sofferma su due nodi cruciali il metodo e il merito della riforma che "ha creato una spaccatura", aggiungendo che soprattutto questo non era il momento di creare queste divisioni sociali, momento in cui il paese vive ben altri problemi e che il governo avrebbe dovuto occuparsi di altre problematiche "la crescita del paese è zero, il che conferma che le scelte economiche del governo non sono efficaci".
Ma D'Alema non si ferma all'operato del governo e continuando nella sua analisi criticando il merito e i falsi slogan delle semplificazioni procedurali che non arriveranno "essendo passati dal bicameralismo perfetto al bicameralismo confuso avremo un contenzioso infinito sulle Leggi. Contesto questa riforma perché è confusa, perché anziché risolvere i problemi li complica non perché io sia un conservatore, io sono uno che ha cercato di cambiare le cose in questo paese".
D'Alema pone soprattutto l'attenzione sul fatto che la riforma Renzi-Boschi si avvicina molto alla riforma Berlusconi del 2005 che il popolo bocciò.
"Noi abbiamo fatto la legge elettorale uninominale, no l'Italicum che è una zozzeria. Renzi è un riformatore coraggioso, perché non ha riproposto la legge elettorale uninominale? Ha detto perché bisognava fare l'accordo con Berlusconi, ma se Berlusconi ha votato contro l'Italicum che accordo ha fatto? Non ha funzionato. Perché anche a lui faceva comodo mantenere una legge con la quale lui si nomina i deputati, diciamo le cose come stanno".
"Perché lui si è ispirato alla stessa filosofia di Berlusconi che è quella di concentrare tutto il potere nelle mani di una sola persona, perché il ballottaggio di fatto sarà una forma di elezione popolare diretta del presidente del Consiglio".
D'Alema infine precisa che se anche Renzi non ha alcun interesse personale con Berlusconi nell'aver riproposto una legge simile alla sua riforma della Costituzione" dal punto di vista culturale il paradosso è che nel momento in cui Berlusconi esce di scena il berlusconismo vince, questo è un paradosso drammatico del paese".
Considerando un errore quello di aver recepito culturalmente l'idea di Berlusconi la chiosa finale non lascia scampo a fraintendimenti poiché se "Il centrosinistra torna a vincere, la riforma del centrosinistra deve ispirarsi alla legge Mattarella non alla legge Calderoli".
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