Referendum costituzionale, Langella: votare No contro ricatti di Confindustria e del GdV
Domenica 3 Luglio 2016 alle 18:22 | 1 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella, Segretario PCdI Veneto, e pubblichiamo
Il 1° luglio scorso, il centro studi di Confindustria ha reso pubblico il pensiero dell'organizzazione padronale sulla situazione italiana. In una serie di “slideâ€, in linea con la ormai tradizionale propaganda governativa, Confindustria ci illustra le sue previsioni sulle conseguenze della Brexit e sull'eventuale vittoria del NO al prossimo referendum costituzionale. Lo fa a supporto della sua decisione di schierarsi senza se e senza ma dalla parte del governo per la conferma della controriforma costituzionale. A scorrere le “slide†non si capisce il perché delle affermazioni confindustriali.
È una sequenza di grafici, assiomi e affermazioni suffragati da nessun contenuto, ma così è.
Sulle conseguenze economiche del “NO†(slide 60), le previsioni confindustriali sono che “la vittoria del NO causa caos politico†e che “lo scenario economico è foriero di cinque eventi forieri di recessioneâ€. Nelle “slide†seguenti troviamo una lista di calamità impressionante. Secondo il centro studi di Confindustria, infatti, aumenterebbero i rendimenti dei titoli sovrani (+300 punti per i btp decennali), ci sarebbero difficoltà nelle aste dei titoli di stato, ci sarebbe la fuga dei capitali da paese, crollerebbe la fiducia di famiglie e imprese, si svaluterebbe il cambio dell'euro (se i capitali uscissero dall'eurozona). A seguire, nel triennio 2017-2019, il PIL cumulato sarebbe del -1,7%, gli investimenti diminuirebbero del 12,1%, ci sarebbero 438 mila poveri in più, gli occupati calerebbero di 258 mila unità , il deficit pubblico raggiungerebbe il 4% già nel 2018 mentre nel 2019 il debito pubblico sfonderebbe il 144% del PIL. Confindustria ci risparmia “l'invasione delle cavallette†e altre piaghe bibliche ma, in conclusione (slide 64), afferma che con la vittoria del NO “sarebbe inevitabile una nuova recessioneâ€. Confindustria tenta di convincere i cittadini con la paura, senza spiegare perché dovrebbe succedere il disastro prospettato dal suo centro studi. La sequenza di slogan, affermazioni e assiomi è suffragata unicamente dalla presunta infallibilità dei padroni. La stessa che, unita a incapacità , inadeguatezza, avidità e una buona dose di cialtronaggine, ci ha portato alla crisi attuale. Ma, si sa, che i padroni non sbagliano mai, che non hanno mai nessuna colpa e che quando le cose vanno male, questo è dovuto sempre “agli altri†siano essi britannici o “gufi†(secondo la nota definizione di Renzi).
Così la deve pensare il signor Antonio Troise che ieri nell'articolo di fondo del Giornale di Vicenza dal titolo “Vienna e Brexit: a rischio la ripresa†riporta le preoccupazioni e i ricatti di Confindustria. Scrive il signor Troise che “se alla Brexit aggiungessimo la bocciatura del referendum costituzionale previsto ad ottobre, le conseguenze sarebbero ancora più gravi. L’Italia ripiomberebbe nella recessione, rischierebbe di far saltare le previsioni sul risanamento dei conti pubblici e si ritroverebbe a fare i conti con un rialzo dei tassi di interesse proporzionale alla fase di incertezza politica e istituzionale che si aprirebbe nel nostro Paese†e che “di fronte a tutto questo, sarebbe davvero da irresponsabili rimanere con le mani in mano ad osservare l’inevitabile disastroâ€. Non che si potesse aspettare qualcosa di diverso da un giornale così legato all'organizzazione padronale da sembrare troppo spesso una “fabbrica di veline†confindustriali, ma almeno un cenno alle responsabilità che hanno i capitalisti nostrani (o meno) rispetto alla crisi che viviamo e che chi vive del proprio lavoro sta duramente pagando, sarebbe stato un segnale di onestà intellettuale.
Confindustria ha iniziato la campagna referendaria pro regime. Certamente metterà in questa tutte le capacità economiche di cui dispone. Sarà una lotta impari tra un potere dispotico che vuole farci credere che la “governabilità †sia da imporre con leggi e uno stravolgimento costituzionale che favoriscono le oligarchie e gli “straccioni†che, invece, sanno che attuando la Costituzione del '48 si possa uscire dalla crisi che “lorpadroni†hanno creato.
Al referendum costituzionale abbiamo l'opportunità di dare un dispiacere a quella dirigenza economica e finanziaria e a quella classe politica ad essa asservita che si sono dimostrate incapaci di risolvere alcunché. Facciamolo con un voto inequivocabile dicendo NO a qualsiasi ricatto.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
Povero Berlinguer che fine gli han fatto fare, lui che voleva un partito etico e si ritrova un partito di carrieristi!