Referendum Costituzionale, Carlo Cavedon delle Acli vicentine: "riforma importante nel medio e lungo periodo"
Lunedi 24 Ottobre 2016 alle 16:53 | 1 commenti
Acli di Vicenza e provincia
Il 4 dicembre gli italiani saranno chiamati ad esprimere il proprio voto sulla riforma costituzionale approvata il 12 aprile scorso dalla Camera dei Deputati. Tale riforma va a cambiare, in modo significativo, la seconda parte della Costituzione: la prima parte, quella riferita ai “Principi Fondamentali†ed ai “Diritti e Doveri dei Cittadiniâ€, non sarà interessata. Le Acli di Vicenza invitano i cittadini ad informarsi in modo da poter esercitare una partecipazione al voto consapevole e responsabile, senza cadere nella tentazione di trasformare il referendum in un voto pro o contro il Governo Renzi, di utilizzarlo come strumento di protesta o di affermazione ideologica, bensì cogliendo la portata significativa che una modifica profonda della Carta costituzionale potrebbe avere per la nostra Nazione nel medio-lungo periodo.
“Pur consapevoli che la riforma presenta alcuni nodi critici, risolvibili con successive iniziative legislative, ma convinti che l’attuale sistema istituzionale non è sembrato il migliore possibile e richiede un’adeguata manutenzione, basti pensare che dal dopoguerra ad oggi si sono succeduti più di 60 governi – commenta il presidente provinciale delle Acli di Vicenza, Carlo Cavedon – le Acli provinciali di Vicenza esprimono un orientamento positivo rispetto alle modifiche proposte, in quanto tendono ad una maggiore stabilità politica, a procedure legislative meno complesse con tempi di decisione certi, al rafforzamento di istituti di democrazia partecipativa ed al superamento dell’elevato livello di conflittualità tra Stato, Regioni e Enti localiâ€.
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Abbiamo bisogno di "leggi migliori", che NON siano approvate, mettendo nell'85 % dei casi la "fiducia", ma siano frutto di condivisione e, soprattutto, NON AUMENTINO IL DEBITO PUBBLICO..
La difficoltà nel legiferare dipende, invece, dall'incapacità di CHI governa di saper far fronte alle continue "pressioni" da parte delle "lobbies" economiche (banke, grandi costruttori, petrolieri, assicurazioni) , che frenano, quando NON bloccano, la formazione delle leggi (nelle Commissioni ed in Aula), fino a quando NON riescono ad inserire le "modifiche", che hanno concordato in precedenza con il Governo.
Smettiamola di prender in giro i cittadini