Raniero (Usb): la truffa del tfr in busta paga… conviene solo al governo
Lunedi 23 Febbraio 2015 alle 17:11 | 0 commenti
Raniero Germano, sindacalista di USB per il lavoro privato, analizza la possibilità dal 1 marzo di trattenere il tfr in busta paga per i lavoratori dopo la riforma del governo
Il governo Renzi e Confindustria invece di andare a rinnovare i contratti e aumentare gli stipendi se ne inventano sempre una... Dopo la detrazione- bonus degli 80 euro, che non ha certo fatto ripartire i consumi, dal primo marzo tocca al TFR e alla possibilità  di metterlo in busta paga invece che accantonarlo.Â
Misura che riguarda i lavoratori privati, nessuno è obbligato, e varrà per il solo TFR accantonato dal prossimo marzo e fino a tutto il 2018.
Chi vuole portare il TFR che si maturerà nei prossimi 3 anni deve fare apposita domanda, la scelta una volta fatta è irreversibile.
MA E' UN AFFARE PER I LAVORATORI?
Più tasse e servizi sociali meno convenienti. Monetizzare il Tfr in busta paga non sembra proprio un buon affare. Su un reddito di 23mila euro, che è poi quello medio da lavoro dipendente, in termini di imposte ci si rimetteranno 330 euro rispetto alla più favorevole tassazione degli accantonamenti per il fine rapporto,. Chi è andato a misurare i danni anche sul fronte degli sconti per cose come asili nido, mense scolastiche, iscrizione all’università o tassa rifiuti, destinati a ridursi di brutto traslocando il Tfr in busta paga. Facendo così alzare il nuovo Isee che demarca la linea di accesso alle prestazioni del nostro welfare.La legge di stabilità dice a chiare lettere che i 14,4 milioni di lavoratori del settore privato, in servizio da almeno 6 mesi, dovranno decidere entro i primi di marzo se continuare ad accantonare o passare all’incasso mese per mese. E siccome la decisione è irrevocabile per tre anni, sarà bene iniziare a fare un po’ di conti.
Il vantaggio è ovviamente quello di avere più liquido in tasca: 97 euro mensili per chi ne guadagna 23mila l’anno, 105 per chi ne prende 25mila, 125 per chi ha un reddito di 35 mila, mentre la busta paga lievita solo di 76 euro per chi non va oltre i 18mila euro annui.
Ma al posto della più favorevole tassazione separata che regola sia l’anticipo che la liquidazione del Tfr, la sua erogazione mensile comporta l’applicazione della assai meno favorevole aliquota marginale Irpef. Ad esempio un reddito di 35mila euro su un Tfr annuo di 1806 euro pagherà il 38% di Irpef anziché il 25,3, uno di 23 mila vedrà invece i 1209 euro l’anno di trattamento fine rapporto tassati al 27 anziché al 23,9%. In soldoni la tassazione ordinaria sarà mediamente più pesante di 50 euro per un reddito medio di 23mila, con punte di 307 euro per che sta sui 35mila euro di reddito. Come se non bastasse il Tfr in busta paga, cumulandosi con il reddito prodotto in corso d’anno (80 euro di bonus esclusi), inciderà negativamente anche sulle detrazioni d’imposta, tipo no tax area, assegni e detrazioni per familiari a carico. Ad esempio il solito reddito medio di 23mila euro solo di detrazioni d’imposta ci rimetterà 280 euro, che cumulati ai 50 di maggiore Irpef fanno appunto 330 euro di tasse in più da pagare per incassare in anticipo 1.200 l’anno.
L’effetto Isee
Ma i guai peggiori arrivano con l’effetto Isee, l’indicatore di ricchezza che stabilisce il diritto o meno a buona parte delle prestazioni sociali. L’effetto domino sulle agevolazioni sociali è assicurato. Per esempio a Milano chi ha oggi un reddito Isee di 12.500 euro paga per l’asilo nido una tariffa di 103 euro al mese. Incamerando il Tfr l’Isee sale e con lui la rata, che lievita a 232 euro. A Roma per l’iscrizione all’Università La Sapienza con un reddito Isee di 12mila euro si versano 549 euro l’anno. Chi è vicino a quella soglia e opterà per l’incasso mensile della liquidazione ne pagherà invece 600. Sempre nella Capitale chi sta sotto un Isee di 12.500 euro per la mensa scolastica paga una retta mensile di 50 euro. Con il Tfr in busta ne pagherebbe 54.
A Bari con un reddito Isee di 10 mila euro si è esentati dal pagare la Tasi sulla prima casa. Chi incassando il Tfr supererà quella soglia pagherà la tassa sulla casa, per di più con l’aliquota massima del 3,3 per mille. A Torino per la Tari sui rifiuti sono previste tre fasce di reddito Isee da 13, 17 e 24mila euro. A seconda di dove ci si colloca si ha diritto a uno sconto che va dal 25 al 50% dell’imposta. Così una famiglia che non supera i 13mila euro di redito Isee con il Tfr in busta paga per l’immondizia finirà per pagare 202 euro anziché 156, con un aggravio di 46 euro, da sommare a quelli più cospicui di maggiore tassazione.
Non proprio un affare. Anzi una truffa. L'unico a guadagnare è lo stato che incassa subito l'irpef.
Furbate, eliminazione dei diritti, licenziamenti facili, precarietà a vita, pensionati a 70 anni..
USB propone di mobilitarsi a partire dalla manifestazione del 28 febbraio a Milano; dobbiamo invertire la riotta e tornare a riconquistare diritti salario dignità .
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.