Quiete autostradale
Martedi 31 Luglio 2012 alle 16:22 | 0 commenti
«Se sotto il manto stradale della Valdastico ci fossero veramente rifiuti tossici, a rischio ci sarebbe la salute delle migliaia di persone che abitano nella zona. Per troppo tempo sotto strade a grandi infrastrutture si è gettato di tutto. Ci vogliono rigidi controlli e pene esemplari». Probabilmente è questo il passaggio fondamentale della interrogazione resa nota stamani dall'eurodeputato dell'IdV Andrea Zanoni.
L'interrogazione sarà pure competenza della commissione europea, ma ha un accento inconfondibilmente berico giacché comune e soprattutto provincia di Vicenza sono gli azionisti di riferimento della Brescia Padova, la spa autostradale che si occupa della costruzione della A31 sud, già al centro di una querelle mediatico giudiziaria di non poco conto. Sia per l'utilizzo di cemento depotenziato per alcuni lotti della Pirubi Sud, sia per l'inchiesta dell'Antimafia veneziana sul sedime della stessa Vicenza Rovigo. In teoria la politica locale qualche spiegazione ai vertici della Brescia Padova dovrebbe chiederli. L'Idv ha pure un uomo a palazzo Trissino (è il consigliere Silvano Sgreva) Finiamo sotto i riflettori di tutta'Europa, non si sta parlando di bruscolini. Ma al momento tutto tace. Zanoni spiega così i suoi timori: «Nel 2011 il Comitato difesa ambiente salute Valdastico Sud ha denunciato la presenza di materiali di scarto di acciaieria potenzialmente tossici nel fondo stradale della Valdastico come rilevato da alcune analisi da laboratorio. L’associazione Medicina Democratica e l’AIEA (Associazione italiana esposti amianto) hanno presentato un altro esposto da cui sono scaturite le indagini dei Carabinieri e della Procura Anti-Mafia di Venezia attualmente ancora in corso. Inoltre, sono stati registrati più casi sospetti di cani deceduti poco dopo essersi abbeverati da pozze d’acqua lungo il sedime stradale, il che lascia spazio all’ipotesi di acque contaminate dalla presenza di materiali tossici, con conseguente rischio per la salubrità della falda acquifera qualora le sostanze inquinanti filtrassero nel sottosuolo. In Italia i processi sui reati ambientali non vengono mai portati a termine perché le analisi richiedono tempi lunghi, mentre dopo appena quattro anni i reati si prescrivono». Più che una interrogazione sembra un'omelia funebere.
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