Quotidiano | Categorie: Lavoro, Economia&Aziende

Questioni del lavoro 2: l'occupazione. Lovato va bene ma lascia a casa 90 lavoratori per delocalizzare: il conflitto tra capitale e lavoro

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 17 Settembre 2017 alle 22:53 | 0 commenti

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Mentre Confindustria afferma che è stato "recuperato un milione di posti di lavoro" e ISTAT ci fornisce dati rassicuranti in tal senso (dati che se venissero analizzati, racconterebbero di una disoccupazione stabile se non in aumento e di un'occupazione ad altissimo livello di precarietà, composta da lavoratori mal retribuiti e sempre più anziani), la realtà appare molto differente. Una realtà fatta di crisi aziendali diffuse in tutto il territorio nazionale e in ogni settore. È di questi giorni la drammatica situazione che vivono gli addetti della Lovato Gas spa di Vicenza. Il gruppo Renzo Landi, proprietario della Lovato Gas, ha annunciato che lo stabilimento verrà chiuso e che 90 dipendenti e una ventina di lavoratori interinali perderanno il posto di lavoro.

La storica fabbrica vicentina chiuderà i battenti perché "lorpadroni" hanno valutato che sia loro più conveniente (cioè che guadagneranno di più) spostare la produzione in paesi che garantiscono costi di produzione minori (dovuti sostanzialmente a retribuzioni più basse e alla possibilità di sfruttare maggiormente forza lavoro e ambiente). Il risultato della decisione di chiudere la Lovato Gas di Vicenza e di delocalizzare la produzione in Polonia, India e Iran è sempre lo stesso: "esportare sfruttamento e importare disoccupazione".

Nella vicenda della Lovato Gas spa (così come in altre situazioni di declino industriale e lavorativo) si percepisce quello che è il vero conflitto esistente nel mondo del lavoro. È un conflitto ideologico, di classe. Il conflitto tra capitale e lavoro. Da una parte esiste il profitto personale o di un ristretto gruppo di persone "che hanno investito capitali". Il loro obiettivo è l'aumento della propria ricchezza personale. Dall'altra c'è il futuro e la sopravvivenza di chi vive del proprio lavoro.

A cura di Giorgio Langella (segretario regionale veneto PCI) e Dennis Vincent Klapwijk (responsabile lavoro FGCI nazionale)


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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