Questione San Camillo Ipab, Dovigo interroga
Mercoledi 24 Settembre 2014 alle 22:12 | 0 commenti
 
				
		
		Valentina Dovigo, Consigliera comunale La città respira e Sinistra Ecologia Libertà  -  Interrogazione
Da molto tempo l'IPAB di Vicenza si trova in una situazione di enorme difficoltà da tutti i punti di vista, tanto che lo scorso anno la V Commissione Consiliare "servizi alla popolazione" ha avviato una serie di audizioni per monitorare le problematiche relative a tutti gli attori coinvolti.		
Alla fine del percorso, unitariamente, si è ribadita la funzione  dell'ente di "offrire servizi in sintonia con le mutate esigenze della  popolazione anziana, mantenendo il livello e la qualità di un grande  servizio che deve rimanere pubblico nella struttura e  nell'organizzazione, e continuare nella linea di sobrietà di gestione  avviata", funzione tra l'altro insita nell'ipotesi di Accordo di  Programma del 2012.    
Indetta nei mesi scorsi una gara d'appalto al  massimo ribasso, la Cooperativa Bramasole di Padova, risultata  vincitrice, sta in questi giorni proponendo, ma praticamente imponendo,  una riduzione dell'orario di lavoro degli operatori socio-sanitari in  servizio nel reparto S.Camillo, con una conseguente drastica riduzione  del salario e della qualità del servizio offerto. Si tratta di circa 60  lavoratori e più di un centinaio di anziani ospiti. Inalterate rimangono  le rette che i familiari degli ospiti devono pagare.
Alla luce della  situazione esposta, la sottoscritta consigliera comunale Valentina  Dovigo interroga l'assessore alla Comunità ed alla famiglia per sapere 
cosa  succederà concretamente nella quotidianità del San Camillo e degli  altri reparti con questo consistente taglio delle ore di lavoro;
se  non si vada verso un depotenziamento del servizio finora erogato da  Ipab, ricordando qui che sono presenti fra gli ospiti molti lungodegenti  e persone affette da malattie invalidanti lunghe e dolorose; 
se  prima dell'indizione della gara d'appalto esistessero esuberi di  personale tali da giustificare ora questa ri-organizzazione;  
se non esistevano alternative di riorganizzazione che non fossero lesive dei diritti dei lavoratori; 
come  intende affrontare l'amministrazione questa situazione e se non ritenga  opportuno intervenire anche presso la Regione per un confronto su  questo stato di estremo disagio.  
Perché i diritti degli anziani,  soprattutto di quelli non auto-sufficienti, faticano a trovare spazio  nelle agende politiche ed anche perché si da corpo ai loro diritti anche  salvaguardando le condizioni di lavoro degli operatori.
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