Quale salvataggio della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca? Solo quello dal dover ringraziare qualcuno...
Domenica 19 Novembre 2017 alle 10:39 | 0 commenti
 
				
		C'è un ritornello che torna costantemente sulle pagine dei giornali, sulle TV, sulle radio, sul web e che è scandito sia da lettori che comunicano con i mass media, sia da personaggi di vario tipo, ma anche e ancora da personalità politiche anche di alto livello: lo Stato ha salvato le banche venete. A me pare che le cose non stiano proprio così. Trovo sul quotidiano locale del 18 novembre una intervista al signor Mauro Turatello che era, con la Signora Helga Boscato, coordinatore della Fabi, primo sindacato dei bancari nella ex Banca Popolare di Vicenza.
Ne traggo un brandello che,  recita: "Falliti non sono i dipendenti, ma  il top management che ha portato al disastro la banca e che purtroppo in  parte sta ancora al suo posto".  Giusta osservazione, che condivido e  applaudo, sia per i dipendenti sia per la realtà della banca vicentina  che condivide la sorte con Veneto Banca. Fallimento che porta Banca  Intesa Sanpaolo a prendersi di fatto un ramo d'azienda, quello più  appetibile, accompagnato da un sostegno economico da parte dello Stato, e  che consegna ai "liquidatori" il resto della Popolare, sofferenze e  patrimonio immobiliare e artistico, di non indifferente valore  economico. Liquidatori che se riescono a trarre  dalla vendita  di tutto   questo e dal ricupero da parte dei debitori della banca del denaro  prestato e non restituito, questo lo devono "consegnare" allo Stato, non  ai soci risparmiatori  privati del loro  denaro.
Probabilmente un  qualche beneficio, dall'intervento  dello Stato, a qualcuno sarà   arrivato ma parlare di salvataggio della Popolare e  di Veneto Banca mi   pare esagerato. Non sono stati salvati nemmeno i marchi. Non sono stati  salvati i soci risparmiatori e tanto meno i risparmi. Eppure quei  risparmi, in anni lontani sono serviti  a far diventare  la nostra  provincia uno dei motori economici d'Italia. Non sono stati salvati  tutti i dipendenti. Molti hanno fatto, in un modo o nell'altro, le  valige e molti altri le faranno a breve. 
Mi pare che almeno il mondo  politico e il Governo in particolare, quando  dovessero ancora  parlare  delle Banche venete lo dovrebbero fare con la giusta attenzione verso  quanti  hanno pagato, da  non colpevoli,  un prezzo enorme, ma anche per  rispetto per la verità.
Dall'ANSA (BRUXELLES 28 giugno 201716 :24  News) riporto "Governo e Banca d'Italia si dicono sicuri che lo Stato  recupererà gli aiuti da 5 miliardi erogati per la liquidazione delle  banche venete" E ancora PADOAN FIDUCIOSO SU RECUPERO "Siamo abbastanza  fiduciosi di poter recuperare i cinque miliardi di euro" di esborso  immediato per il salvataggio delle banche venete". Bankitalia "E'  sbagliato dire che lo Stato ci perde. Forse ci guadagna, e se ci perde è  in maniera ridotta e quindi capace di sopportarlo". Lo afferma il vice  dg della Banca d'Italia Fabio Panetta in merito all'operazione sulle  banche venete. "I 4,8 miliardi di esborso di cassa torneranno indietro  con la vendita degli attivi. Lo Stato non ci perde, anticipa una somma e  aspetta il rientro". Eppure si insiste a parlare di salvataggio e, come  hanno fatto alcuni personaggi della politica, parlare di dovuta  riconoscenza  del Veneto.
Non so se le due  banche venete potevano  essere veramente salvate. Propendo a pensare che era possibile e  qualcuno, molto competente in materia, mi aveva anche spiegato come  poteva essere fatto. Forse le cose non stanno così, ma di certo non le   ha salvate  proprio nessuno. Dalla comparsa  dei "salvatori" locali   alla fine della vicenda è stato tutto un susseguirsi di impegni,  promesse, garanzie e richieste di sacrifici. L'unica cosa che si è  avverata. Sembrava di assistere ad una partita di ping pong. La pallina  che rimbalza   di quà e di là del retino e poi finisce  fuori campo. Nel  nulla.
Almeno che rimanga chiaro che la banche venete hanno  avuto  un destino che a qualche altra banca è stato risparmiato e che i   risparmiatori delle banche  venete, beffati, non hanno alcun dovere di  ringraziare proprio nessuno.
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