Pubblico è futuro, Cgil in piazza
Sabato 8 Ottobre 2011 alle 00:14 | 0 commenti
Prosegue la mobilitazione dopo lo sciopero generale del 6 settembre: a Roma la manifestazione nazionale di Fp e Flc contro il governo che si accanisce su statali e insegnanti. Partenza alle 14 da piazza della Repubblica, comizi finali in piazza del Popolo
"Una situazione gravissima, non solo per il pubblico impiego". Dopo lo sciopero generale del 6 settembre, questa volta a mobilitarsi sono i dipendenti pubblici, compreso il mondo della scuola, sabato 8 ottobre in piazza contro un disegno che vede procedere di pari passo l'attacco al welfare con quello al lavoro pubblico.
Ecco il senso di "Pubblico è futuro", la manifestazione organizzata a Roma dalla Fp dalla Flc con il sostegno di tutta la Cgil. Le tante adesioni già arrivate, fanno sapere negli ambienti di corso d'Italia, lasciano pensare a una grande partecipazione da tutto il paese.
Si parte intorno alle 14 da piazza della Repubblica, nei pressi della stazione Termini, direzione piazza del Popolo. Nel pomeriggio i comizi dei segretari generali delle due federazioni, Rossana Dettori (Fp) e Domenico Pantaleo (Flc), e quello del leader della confederazione, Susanna Camusso. Il tutto seguito da rassegna.it con una diretta twitter e servizi scritti e filmati, da RadioArticolo1 e dalla stessa Cgil con la pagina dedicata www.manifestiamo.cgil.it.
Il peso delle varie finanziarie sul settore pubblico è stranoto, ma forse è meglio ricordarne le conseguenze. A cominciare dal dimezzamento dei trasferimenti a Regioni e enti locali, il che significa di fatto rinciare al welfare e imporre nuove spese anche per la sanità (il ticket per il pronto soccorso, solo per dirne una, sarà inevitabile).
Dal lato dei lavoratori, però, il quadro è pesante il doppio. Anche qui vale la pena richiamare qualche dato: donne in pensione più tardi, stipendi bloccati, liquidazione sospesa per due anni (finora erano tre mesi); taglio di 63mila lavoratori non più rimpiazzati; "licenziamento occulto" di 31 mila precari; nuova sforbiciata del 50 per cento alle spese per il personale "che si tradurrà in altre 40mila persone lasciate a casa", ricorda Dettori.
E ancora: 8 miliardi in meno per l'università , 1,5 per la scuola, precarietà dilagante tra gli insegnanti. Un docente con oltre vent'anni di servizio, per fare un esempio, perderà circa 9mila euro l'anno. "Il metodo Brunetta è come il modello Marchionne nel privato", chiosa Pantaleo. Tutto sommato, non siamo molto lontani dalla Grecia dei 30mila statali licenziati.
di M.M., rassegna.it
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