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Ptcp e contesti figurativi

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 8 Aprile 2011 alle 00:20 | 0 commenti

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Italia Nostra Sez.Medio e Basso Vicentino  -  Riteniamo doveroso intervenire sul tema dei "contesti figurativi", a seguito delle discussioni in Consiglio Provinciale per il PTCP in via di approvazione. Per i non addetti ai lavori, ricordiamo come i "Contesti Figurativi" siano uno strumento di tutela delle ville venete, finalizzato a far sì che l'intorno di tali edifici venga preservato.

Detto strumento è stato voluto e proposto dalla Provincia di Vicenza, che lo ha inserito nel Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (PTCP) in corso di approvazione. Non si tratta dunque di un qualcosa voluto dai soliti "ambientalisti rompiscatole", col solo scopo di "fermare lo sviluppo", ma di un atto ufficiale proposto dall'Ente (Provincia) e votato dalla maggioranza. Tale iniziativa, comunque tardiva ed insufficiente, è scaturita soprattutto per tentare di "compensare" lo scempio generato dagli appetiti causati da inutili infrastrutture come l'A31, non solo in seguito alle nostre critiche ma soprattutto a quelle dell' UNESCO e dell'opinione pubblica internazionale.
Il tema è diventato caldo, in questi ultimi tempi, soprattutto a motivo delle esternazioni di alcuni
Sindaci, e per la rimozione del contesto di tutela attorno a Villa dal Verme. Il Sindaco Gonzato ad esempio dichiara sulla stampa: «Villaga diventerà una riserva indiana per colpa dei contesti figurativi del PTCP della Giunta Schneck... bloccando in realtà tre quarti del paese».

Mai un Sindaco che si lamenti del contrario...
Ci permettiamo alcune valutazioni; Le norme tecniche di attuazione (NTA) del PTCP parlano chiaro: i contesti figurativi riguardano le sole Ville Venete, tutelate o meno ai sensi del D.Lgs 42/2004, risultanti dal catalogo "La Provincia di Vicenza", pubblicato dall'Istituto Regionale per le Ville Venete. Il Sindaco rimane comunque il primo responsabile dell'edilizia del suo paese e dovrebbe ben sapere che le NTA prevalgono sulla cartografia, e che comunque è assurdo sostenere che il paese sia bloccato da uno strumento che riguarda i soli edifici storici di pregio. Quindi, nessuno si preoccupi: a Villaga, e così dappertutto, si potrà continuare a costruire come al solito. Le leggi vigenti offrono mille strumenti per asfaltare e cementificare il territorio, praticamente senza alcun serio controllo, come si è fatto negli ultimi 50 anni. Perequazioni, piani dei sindaci, accordi coi privati, eccetera: c'è solo l'imbarazzo delle scelta, per poter costruire qualsiasi cosa, praticamente dappertutto o quasi.
L'esternazione di Gonzato è significativa di un modo di pensare duro a morire: purtroppo, la
maggior parte dei nostri politici continua a ritenere che il costruire sia l'unico modo per sviluppare
l'economia. Non si curano del fatto che il territorio veneto e italiano in genere, è sottoposto ad una
pressione edificatoria assai maggiore di quella di altri paesi europei. Se l'economia è davvero tanto
legata all'edilizia, come mai, per fare un esempio, Francia e Germania hanno economie ben più
solide di quella italiana, pur costruendo molto meno? I nostri amministratori non si curano del fatto
che il Veneto è già pieno di costruzioni, di ogni genere, non utilizzate. Con le sole case già costruite
e non fruite, si stima che si possa dare alloggio in Italia ad alcuni milioni di persone. Né si
azzardano a valutare altri, pur essenziali aspetti, che richiederebbero viste ben più lungimiranti di
quelle proprie di politici che ragionano nell'arco temporale della propria rielezione. La storia
Sezione Medio e Basso Vicentino economica insegna che i sistemi destinati a durare meno e a finire peggio, sono quelli basati sullo sviluppo rapido e continuo. Possibile che nessun politico abbia il coraggio di ragionare a medio e lungo termine, programmando il territorio affinché esso possa dare di che vivere almeno ad un paio di generazioni e cioè almeno ai nostri figli e nipoti? Non sarebbe il caso di gestire ambiente e territorio tenendo fermi taluni temi di capitale importanza, quali la disponibilità di acqua e cibo, di risorse energetiche, di aria respirabile, o ancora, tornando all'argomento in oggetto, la salvaguardia del patrimonio storico culturale nell'ambito del territorio che l'ha generato e dal quale non può prescindere senza che tale patrimonio possa perdere le proprie caratteristiche peculiari che lo
rendono l'unico valore aggiunto del nostro paese sul quale varrebbe veramente la pena investire?
Abbiamo appena accennato qualche argomento, giusto per mostrare quanto la mentalità basata sullo
sviluppo a tutti i costi sia poco lungimirante. Verrà un giorno in cui il bisogno primario tornerà ad
essere il cibo, da ricavarsi senza prodotti di origine petrolifera; allora, si rimpiangerà amaramente di
aver rovinato il territorio, sottraendo suolo prezioso e fertile all'agricoltura.
Sia chiaro: Italia Nostra non è contraria in assoluto alle nuove edificazioni. Si tratta di passare da un
sistema basato sulla rendita da speculazione edilizia, per il quale si costruisce troppo e male e con il
solo scopo di fare quattrini, a uno centrato sulla sostenibilità a favore delle generazioni a venire.
E' significativo anche il caso di Agugliaro. In sintesi, i tecnici della Provincia hanno "misteriosamente" rimosso i contesti figurativi da Villa Dal Verme (esempio di proto villa di campagna veneta, di capitale importanza nella storia dell'arte), pare senza che il Comune lo avesse richiesto. Molto strano... esempio fulminante di... vincoli che si tolgono da soli! In realtà, è probabile che i contesti figurativi disturbino il così detto "Parco di Pianura di Agugliaro-Albettone", vale a dire la strampalata "compensazione", a base di giostrine e campi da gioco, elargita da Serenissima Autostrade in cambio della devastazione del territorio dovuta alla costruzione della autostrada A31 Valdastico Sud. Ironia della sorte poi, per Albettone il nome del parco potrebbe diventare realtà: infatti Albettone sarà una "splendida" pianura visto che le sue colline stanno letteralmente per essere rase al suolo in seguito a vecchie e a continue nuove richieste di cava che lo stanno investendo. Tre colline sono già sparite e altre quattro sono a rischio. Rimarrà il Monte Castellaro solo perché c'è la chiesa. E il comune è lasciato in balia dei cavatori e nessuno fa nulla per tutelarlo. Cosa fa il PTCP in tal senso? Dove sono finite le promesse della Provincia che tramite la sua ex Presidente Dal Lago sosteneva che nessuna nuova cava sarebbe sorta nelle nostre colline già martoriate? Non possiamo non rilevare che nello stesso PTCP quasi nulla si è previsto per impedire altre devastazioni indotte da inutili opere pubbliche quali l'A31: continuano infatti a proliferare sempre più numerose richieste di escavazioni sui nostri colli, proposte di insediamenti di enormi aree industriali come la DESPAR o di impianti inquinanti e impattanti in zone di pregio. E i nostri Sindaci si accapigliano per aggiudicarsele "rubandosele" l'uno all'altro, spesso al solo fine di far quadrare i piangenti bilanci comunali.
Ancora una volta, la faccenda è espressione di quel modo diffuso di pensare, per il quale i piccoli
interessi di bottega prevalgono sui progetti di ampio respiro. Il Veneto possiede (meglio: possedeva)
un patrimonio immenso, fatto di paesaggio e di beni storici e artistici. Una gestione intelligente del
territorio, avrebbe permesso di tutelarlo al fine di fare del turismo una voce economica forte e
duratura. Si è preferito invece puntare su un modello di sviluppo privo di futuro: "casa e capanòn",
distruggendo un patrimonio ormai difficilmente recuperabile. Che si pensa di mostrare ai turisti? El
capanòn? La casetta in stile neo palladiano? La Villa Veneta con contorno di traffico? Nel caso di
Villa dal Verme, pur conoscendone il valore culturale (non per nulla se ne vorrebbe fare la sede
comunale) invece di decidere per un rigoroso recupero e seria tutela, si preferisce "valorizzarla"
sperperando oltre un milione di euro per contornarla di un parco giochi, con annessi parcheggi e
strade asfaltate che nulla hanno a che fare con la villa (primo passo, per chi sa come si muovono le
cose in materia di edilizia, per proporre di seguito altre, ben più invadenti costruzioni) anziché usare
tale denaro per ristrutturarla. Per inciso, abbiamo già visto come finiscano tali iniziative: si vada a
vedere in che stato di totale abbandono e inutilizzo versano gli impianti creati sotto la Rocca Pisana
di Lonigo, a compensazione di una lottizzazione privata e quale fine abbiano fatto le ville divenute
sedi municipali.
Chiediamo quindi a tutti gli Enti interessati, in primis alla Provincia, di ripristinare i vincoli attorno
a Villa Dal Verme, senza nascondersi dietro al dito di stralunate "copianificazioni" (è noto che gli
strumenti di tutela superiori prevalgono sui piani comunali, in ogni momento).
Temiamo che un'iniziativa, come i Contesti figurativi, che pure approviamo, anche se finalizzata a
tutelare solo in parte e quel che resta dell'antico, bellissimo paesaggio veneto che ha generato il
fenomeno culturale delle "Ville Venete", venga stravolta nella sua applicazione concreta, ad opera
dei soggetti (costruttori, politici, ecc.), ai quali il territorio interessa solo nella misura in cui può
portare potere e denaro.
Vedremo se la Provincia vorrà essere coerente e oltre a ripristinare i vincoli ad Agugliaro, saprà
dotare il PTCP degli strumenti che permettano di tutelare i nostri colli dalle cave e il territorio in
generale dall'assalto indiscriminato che sta subendo, operando in futuro affinché episodi del genere
non si ripetano. Se così sarà, avrà il nostro plauso.
Il Presidente
Andrea Spaliviero


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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