PSI Vicenza sostiene all’unanimità la compagna Moretti, ma boccia il Jobs Act
Domenica 22 Febbraio 2015 alle 21:45 | 1 commenti
Luca Fantò, Segretario Provinciale PSI Vicenza, relaziona sul Direttivo provinciale socialista riguardante le elezioni regionali
Il PSI del Veneto è stato l’unico partito a sostenere ufficialmente la compagna Moretti alle scorse primarie. Coerentemente con questa posizione, venerdì sera, presso l’Hotel Palladio a Vicenza, il Direttivo provinciale socialista ha discusso la richiesta di sostegno alle elezioni regionali pervenuta dalla candidata Moretti e trasmessa dal Segretario regionale Giribuola e dal Deputato del PSI Pastorelli.
Il Direttivo provinciale del PSI, al termine di un dibattito stringente e costruttivo che ha visto la partecipazione di tutti i referenti dei territori e dei Consiglieri Comunali Preto di Costabissara e Tosetto di Vicenza, ha deliberato all’unanimità il proprio sostegno alla candidatura di Alessandra Moretti alla Presidenza della Regione Veneto. Il sostegno dei socialisti vicentini si concretizzerà attraverso la presentazione di iscritti del PSI all’interno di liste civiche o politiche che non presentino nomi chiaramente riferibili ad esperienze di collaborazione politica con l’attuale Governo della Regione.
Quanto deliberato sarà ora riportato al Direttivo regionale che definirà la posizione del PSI alle prossime elezioni regionali.
Al termine dell’incontro, il Direttivo del PSI ha espresso dubbi sui contenuti del cosiddetto “job’s act†approvato dal Consiglio dei Ministri. Un provvedimento che limita le tutele dei lavoratori e sembra incapace di ridurre realmente la giungla contrattuale oggi presente. Secondo i socialisti vicentini infatti, l’azione di un Governo di centrosinistra, che come tale deve avere la giustizia sociale trai suoi principali obiettivi, dovrebbe permettere a tutti di svolgere un lavoro dignitoso.
Il PSI vicentino auspica quindi che, da domani, il Governo Renzi sappia finalmente attivarsi per la salvaguardia della dignità dei lavoratori e non per accrescere il numero dei lavoratori di fatto precarizzati da contratti troppo facilmente rescindibili. Â
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