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Provincia, la preoccupazione crescente di Cgil, Cisl, e Uil: "Regione prima latitante"

Di Edoardo Andrein Giovedi 22 Gennaio 2015 alle 13:51 | 0 commenti

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La situazione della Provincia di Vicenza preoccupa fortemente i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, e Uil “per il concreto rischio di esuberi di personale e di taglio dei servizi” spiegano Giancarlo Puggioni (FP CGIL), Ruggero Bellotto (FP CISL) e Claudio Scambi (UIL FPL). Sta entrando nel vivo, infatti, il percorso di riordino istituzionale con lo spostamento di funzioni e di personale dalle Province ad altri enti locali, contestualmente alla drammatica situazione economico finanziaria nella quale sono precipitati gli enti provinciali.

"Siamo pronti a continuare nella mobilitazione a oltranza, ogni giorno che passa diventa sempre più un problema serio" annuncia Puggioni.
"Edilizia scolastica, assistenza ai disabili nella scuola, ambiente, questi saranno i primi ambiti a pagare per la mancanza del personale qualificato eliminato dalla riforma" aggiunge Scambi.
"Entro fine marzo la riforma dovrebbe già stabilire tutto - afferma Bellotto - ma vogliamo sapere che fine faranno i dipendenti pubblici o quelli delle cooperative interessate".
"E la Regione in questa situazione è la prima latitante", accusano in chiusura i rappresentanti sindacali. 
 
Cgil Vicenza - I rappresentanti sindacali della Funzione pubblica di Cgil Cisl e Uil di Vicenza hanno lanciato oggi un appello al Prefetto e quindi al Governo, ma anche alla Regione, affinché le problematiche legate alla riforma che riguarda le Amministrazioni provinciali vengano risolte in modo ordinato e nei tempi giusti, in modo di evitare situazioni difficili per i lavoratori sia dipendenti pubblici sia dei servizi in affidamento alle partecipate o a cooperative. Giancarlo Puggioni (Cgil), Riccardo Bellotto (Cisl) e Claudio Scambi (Uil), denunciano da una parte il fatto che il Governo e il Parlamento non abbiano stabilito delle procedure precise e delle suddivisioni altrettanto precise delle funzioni ora in capo alle province da riassegnare alle regioni o ai comuni: "di fatto", dichiarano i tre segretari, "la materia è oggetto di cponflitto istituzionale tra Stato e Regioni". Dall'altra i sindacati della Funzione Pubblica vicentini chiedono che la Regione dello Veneto riveda la delibera di fine anno che congelava la situazione delle province: "Bisogna che palazzo Balbi deliberi entro il 30 marzo sulla materia", sottolineano, "perché altrimenti mancheranno i soldi per pagare i dipendenti e per far funzionare i servizi". La Regione deve decidere, viste le risorse a disposizione, come ridimensionare i servizi e a chi riassegnare le funzioni che le province non saranno più in grado di espletare.

I segretari della Finzione pubblica di Cgil, Cisl, Uil di Vicenza chiedono pertanto al Governo, tramite il prefetto, di non procedere alla mobilità dei dipendenti fintanto ché non siano stati stabiliti gli scenari Regionali in cui si andrà ricollocare i dipendenti pubblici di Palazzo Nievo.

Per ora il Ministero della Giustizia ha pubblicato un bando di mobilità per oltre un migliaio di lavoratori: "ci auguriamo che i lavoratori della provincia che lo vorranno possano andare a lavorare presso il Tribunale di Vicenza, in odo da rendere più efficiente la macchina della Giustizia a livello provinciale".

E concludono i sindacati dei dipendenti della Provincia: "se le autorità competenti (Regione eGoverno) non risolveranno la situazione presto, siamo disposti a tornare alla mobilitazione, ai sit in e agli scioperi e siamo in grado di farlo dall'oggi al domani!"

 
Questa invece la posizione espressa in una nota da Daniela Volpato, segretario generale aggiunto della Cisl Fp.
“Da governo e regioni solo dilettantismo e inadempienze, la situazione delle province sta precipitando verso il caos per lavoratori e servizi alle comunità”.
La federazione del pubblico impiego Cisl mette in fila i pezzi di un puzzle impazzito dove l’incapacità della politica la fa da padrona e dove la cabina di regia che doveva gestire il riassetto territoriale continua ad essere rinviata: “Le Province sono nel mezzo di una forbice. Da un lato il governo taglia altri 6 miliardi in tre anni, dopo averne tagliati 2,5 negli ultimi tre. Dall’altra le Regioni, che dovevano legiferare entro il 31 dicembre scorso, sono ferme al palo: solo nove hanno appena avviato l’iter, senza che nessuna abbia completato niente e senza nessun trasferimento di competenze. Risultato: le amministrazioni provinciali hanno ancora in capo tutte le funzioni e tutto il personale ma senza le risorse per gestire scuole, viabilità, servizi all’impiego, territorio e supporto ai comuni. Abbiamo 2 province in dissesto, 4 in pre-dissesto e 33 a rischio default. E i 56 mila lavoratori sono lasciati nella completa incertezza. E’ inaccettabile. Come si può pensare di garantire i servizi alle persone e alle imprese in questa situazione?”.
A scombinare ancora di più le carte arrivano poi il rinvio dell’osservatorio nazionale, previsto per oggi e spostato al 27 gennaio, e il tweet del ministro Madia che annuncia i bandi per il trasferimento del personale verso altre amministrazioni: “Ma quale mobilità?”, denuncia Volpato, “Senza stabilire criteri condivisi, senza una mappatura delle competenze, senza tabelle di equiparazione, senza garanzie sulle retribuzioni… questo è vero dilettantismo”.
“La nostra mobilitazione crescerà ancora perché Governo e Regioni sono totalmente inadempienti”, attacca il sindacato che - dopo aver firmato un accordo per gestire la riforma - da mesi è impegnato in una vertenza durissima per salvaguardare le professionalità dei lavoratori e costruire nuove reti territoriali di servizi. “Un tweet non risolve niente. Incalzeremo le regioni e chiediamo di essere convocati subito dal ministro: pretendiamo una soluzione vera e credibile per le persone e i cittadini”, conclude Volpato.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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