Protesta dei sindaci, Filippin: "i sindaci sono la politica in trincea "
Venerdi 26 Agosto 2011 alle 16:35 | 0 commenti
Rosanna Filippin, Segretario Regionale del Partito Democratico - Il Segretario Regionale del Partito Democratico Rosanna Filippin esprime solidarietà ai Sindaci Veneti dell'ANCI che Lunedì prossimo saranno a Milano per definire i loro punti fermi rispetto alla manovra correttiva del governo.
«I comuni si aspettano solamente di poter usare i propri soldi, frutto di economie oculate». Rosanna Filippin, segretario regionale del Partito Democratico, riassume così le accese proteste dei sindaci veneti contro la manovra correttiva del governo.
«Non è più possibile scaricare i costi della macchina statale sugli enti locali - attacca la Filippin - quando per anni si è parlato di federalismo, ma di autonomie per i comuni se ne vedono ben poche. Mi stupisce la difesa d'ufficio da parte del PDL Veneto della categoria dei sindaci, vittime di una sciagurata manovra prodotta dal loro partito nazionale. il Partito Democratico ha proposto fin da subito soluzioni alternative a quelle prodotte dal governo, che si avvicinano molto alle richieste oggi portate avanti da Anci Veneto. Se vogliamo parlare di federalismo - spiega la Filippin - i nostri sindaci devono essere considerati una risorsa: escluderli dalle commissioni di studio per il federalismo, composte di soli tecnici, non ha senso. Federalismo significa poi impiego autonomo delle risorse per la crescita delle economie locali: mentre il governo lascia i fondi dei comuni congelati presso le tesorerie provinciali. E' vero - afferma la Filippin - che l'Italia sperimentata dai sindaci é molto diversa da quella immaginata dal governo: i sindaci sono la prima mano tesa verso una società civile in difficoltà e ridurre loro i trasferimenti significa tagliare servizi che non saranno sostituiti da niente. Una manovra che taglia per prima cosa sui comuni - conclude la Filippin - è una manovra contro i cittadini e le famiglie italiane. I comuni sono l'istituzione più prossima al cittadino e la semplificazione burocratica doveva fare in modo che lo stato fosse più vicino al cittadino: tagliare o cancellare i comuni non è la direzione giusta per avvicinare i cittadini alla politica».
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