Proposte di Più Democrazia e Partecipazione sulla bozza del nuovo Statuto
Martedi 25 Settembre 2012 alle 13:41 | 0 commenti
Più Democrazia e Partecipazione - Si avvia verso la conclusione un iter durato più di sei anni. A partire dal referendum del 2006, primo referendum cittadino e primo referendum in assoluto in Italia a chiedere l’introduzione nello Statuto comunale di strumenti più forti di democrazia diretta come il referendum propositivo, il referendum abrogativo e il referendum propositivo-abrogativo, con il 10% di quorum e il 2% di firme necessarie per indirli, si sono succedute due amministrazioni di segno opposto e infinite discussioni in sede di commissioni di varia natura.
Due anni fa la spinosa questione era stata appaltata dal Consiglio Comunale alla neonata Commissione Statuto che ha finalmente portato a termini i lavori.
Nella bozza del nuovo Statuto comunale sono stati inseriti gli strumenti richiesti a gran voce dal 99% dei votanti al referendum del 2006, ma in modo incompleto, sono infatti stati lasciati in bianco (per mancato raggiungimento di una posizione univoca all’interno delle varie correnti di maggioranza) gli spazi per due elementi fondamentali che determineranno la possibilità o meno di utilizzo degli strumenti di partecipazione da parte dei cittadini, ovvero il quorum e il numero di firme.
Per quanto riguarda il quorum, sono anni che Più Democrazia porta avanti una campagna ‘quorum zero’ (anche a livello nazionale con la proposta di legge per la quale si è appena conclusa con successo la raccolta firme); sul numero di firme, dopo l’esperienza del 2006, riteniamo che comunque non debba superare quota 3000 affinché lo strumento referendum sia agibile da gruppi di cittadini con pochi mezzi (finanziari e mediatici) a disposizione.
A favore del quorum zero, nell’ultimo anno si è creato uno schieramento trasversale, dal sindaco Variati (con dichiarazione pubblica nell’assemblea del 2 giugno 2010) al presidente della commissione Statuto Meridio. In consiglio comunale e all’interno della Commissione stessa, Cinzia Bottene di Vicenza Libera e Filippo Zanetti di Vicenza Capoluogo portano avanti la battaglia di quorum zero. C’è però, d’altro canto, una fronda del PD che sostiene la posizione di quorum elevati, ne è portabandiera il Presidente del Consiglio Comunale Luigi Poletto. Questi ultimi non ammettono che il popolo, al quale appartiene la sovranità , possa controllare l’operato dei consiglieri comunali e della giunta.
Entro la fine dell’anno, il nuovo Statuto dovrà passare ai voti del Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva. Ma prima di questo traguardo, Più Democrazia è riuscita a ottenere che lo Statuto fosse reso pubblico (e infatti è ora consultabile e scaricabile sul sito del comune all’indirizzo: http://www.comune.vicenza.it/amministrazione/statuto.php), in più è stata data ai cittadini (anche questo a seguito di a una richiesta fatta in un’assemblea pubblica) la possibilità di interagire con la Commissione Statuto in due modi: inviando mail con commenti, critiche e richieste di modifica dei singoli articoli (all’indirizzo mail appositamente istituito: [email protected]) e intervenendo di persona in occasione dell’assemblea pubblica che si terrà martedì 2 ottobre alle 20.30 presso i Chiostri di Santa Corona. Questa è l’unica occasione che viene data alla cittadinanza per rendere il nuovo Statuto comunale più partecipato possibile; invitiamo quindi tutti i cittadini a coglierla e a essere dunque presenti in gran numero.
Ci preoccupa comunque che nonostante i nostri inviti a organizzare più assemblee pubbliche, l’amministrazione consideri sufficiente organizzarne una sola, in una sala con 100 posti di capienza massima, per un elettorato di circa 70.000 elettori, mentre prima del Consiglio Comunale ne andrebbe organizzata almeno una per ogni circoscrizione e nel nuovo teatro per raggiungere il maggior numero di cittadini, con adeguata pubblicità a carico del Comune, visto che si tratta di condividere e approvare poi la magna carta del Comune e di tutti i cittadini.
Più Democrazia ha già presentato le proprie proposte di modifica riguardanti in particolar modo gli Istituti di Partecipazione riformulando quegli articoli che invece di favorire la partecipazione, appunto, la ostacolerebbero. Alcuni di questi articoli, con le nostre proposte di modifica in rosso, sono illustrati di seguito.
Concludiamo questo comunicato, rinnovando l’invito alla cittadinanza a far sentire la propria voce su un argomento così delicato, come l’introduzione di un nuovo Statuto, ovvero la Carta che regolerà il funzionamento del Comune e di conseguenza i rapporti fra l’amministrazione e la cittadinanza, affinché i nuovi strumenti di partecipazione introdotti non siano solo nominali ma efficaci e realmente attivabili da gruppi di cittadini.
ÂBOZZA DEL NUOVO STATUTO COMUNALE -
ALCUNE PROPOSTE DI MODIFICA PRESENTATE DAL COMITATO PIU’ DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE
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N.B.: in rosso le nostre modifiche
ÂART. 33
2. Al Comitato dei garanti, ai fini di una corretta espressione del giudizio di ammissibilità dei referendum, partecipa con funzioni consultive il Segretario Generale.
Va eliminato ogni riferimento al Comitato dei Garanti perché di nomina politica e quindi non ritenuto obiettivo per giudicare l’ammissibilità di un quesito referendario. Le sue funzioni possono essere espletate dal Segretario Comunale.
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ART. 34
2. Sono escluse dalla consultazione referendaria:
a)Â Â Â Â lo Statuto
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Essendo lo Statuto la magna carta dei cittadini non può essere inserito nelle materie escluse da referendum in quanto spetterebbe in primis ai cittadini, senza intermediari, decidere come scriverlo e come modificarlo.
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Art. 35 (Titolarità ed ambito di esercizio)
1. Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â elettori del Comune possono chiedere di effettuare un referendum propositivo in ordine ad un atto di competenza del Consiglio Comunale o della Giunta Comunale.
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3000 elettori del Comune possono chiedere di effettuare un referendum propositivo in ordine ad un atto di competenza del Consiglio Comunale o della Giunta Comunale.
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Motivazione: per rispettare scrupolosamente quanto disposto all’art. 32. Idem per quel che riguarda il numero di firme necessario per indire il referendum consultivo, abrogativo e abrogativo-propositivo. (artt.34, 36, 37).
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ART. 35
4. Il referendum non si svolge se, prima dell’effettuazione dello stesso, il Consiglio Comunale o la Giunta Comunale abbiano deliberato sul medesimo oggetto.
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diventa:
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Il referendum non si svolge se, prima dell’inizio della raccolta delle firme dell’effettuazione dello stesso, il Consiglio Comunale o la Giunta Comunale abbiano deliberato sul medesimo oggetto.
Motivazione: in primis, come è previsto dal referendum nazionale.
In secundis, è a dir poco vergognoso far sobbarcare ai cittadini un impegno referendario, specificatamente all’onerosità di una raccolta firme, per poi all’ultimo momento annullare il tutto, soprattutto quando il C.C. ha i tempi e i modi per annullarlo prima.
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ART. 35
5. Il referendum è valido se partecipa al voto almeno il           dei partecipanti al voto alle ultime elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale. In tal caso se la proposta oggetto di referendum è approvata dalla maggioranza dei voti validamente espressi, il competente organo del Comune è tenuto ad adottare l’atto entro 60 giorni dalla celebrazione della consultazione popolare.
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diventa:
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Il referendum è valido se la proposta oggetto di referendum è approvata dalla maggioranza dei voti validamente espressi, il competente organo del Comune è tenuto ad adottare l’atto entro 60 giorni dalla celebrazione della consultazione popolare.
Motivazione: per rispettare scrupolosamente quanto disposto all’art. 32. Inoltre riteniamo che il quorum sia penalizzante per qualsiasi iniziativa popolare perché facilmente utilizzabile quale strumento politico per vanificare gli sforzi del comitato referendario e incitare all’astensionismo (per ulteriori motivazioni per annullare il quorum, si veda: http://www.paolomichelotto.it/blog/2011/05/23/13-motivi-per-abolire-il-quorum-dai-referendum/).
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