"Da settembre il piano per chiudere la Askoll", La Stampa: "ipotesi dolo". E Vicenza tace
Venerdi 7 Marzo 2014 alle 22:46 | 0 commenti
Askoll Castell'Alfero, a settembre 2013 in un documento le modalità per cessare l'attività . "Pronto dall'estate il piano per chiudere la Askoll". I sindacati: accordi in Ministero, ma la proprietà aveva deciso tutto
Con questi titoli, sommari e sotto titoli il collega Roberto Gonella oggi, 7 marzo 2014, su La Stampa, il giornale tanto per essere chiari della Fiat e non un foglio dei sindacati di base, svela l'esistenza di un documento dell'azienda vicentina da cui risulterebbe che già a settembre Elio Marioni & c. avrebbero deciso la chiusura della fabbrica di Castell'Alfero (nella foto lo stralcio del documento mostrato su La Stampa a riprova della sua esistenza, ndr).
Non solo "speculando" sulle speranze dei 223 dipendenti, che dal 7 giugno 2014 saranno senza lavoro, ma, suppongono i sindacati locali Cisl e Uil, che stanno esaminando «la possibilità di presentare un esposto», infrangendo le leggi. Infatti, come si legge nell'ultima parte dell'articolo denuncia del prestigioso giornale torinese, «tutto questo - commentano i sindacati - quando si erano appena rinnovati i contratti di solidarietà . C'è un dolo da parte dell'azienda in quanto, in presenza di un piano di chiusura, gli ammortizzatori non potevano essere concessi».
Dopo queste notizie, se confermate, su comportamenti sleali se non illeciti dell'azienda suona ancora più grave, oltre al perdurante silenzio dei media vicentini, quello dei sindacati locali che avrebbero il dovere, se già non lo avessero fatto anche loro in segreto come segreto sarebbe stato il documento Askoll che accusa l'azienda stessa, di mettere sul chi vive le centinaia e centinaia di lavoratori di Povolaro di Dueville e dintorni.
E io, sempre se le notizie de La Stampa fossero confermate, finalmente capirei il perché del mutismo del presidente della Askoll, Elio Marioni, che prima mi telefona a muso duro perché VicenzaPiù ha reso noto a Vicenza il caso, unico mezzo nel deserto di informazione che quì lo ... insabbia, poi prova a blandirmi con un amichevole "tu" e, infine, mi promette di dare notizie diverse, cosa mai fatta.
A meno che le notizie diverse, che noi ingenuamente speravamo migliori così come lo speravano i lavoratori licenziati prima di Moncalieri, oggi di Castell'Alfero, domani chissà se non anche vicentini, non fossero quelle, tristemente miserevoli, che ha svelato "linearmente" il collega Roberto Gonella su la Stampa. Il giornale del grande Marchionne, mica di Maurizio Landini, vero Giuseppe Zigliotto, piccolo paròn confindustriale del "Giornale dei Veli", il GdV?
Ma leggete ora proprio la Stampa sui dettagli della triste operazione.
"Pronto dall'estate il piano per chiudere la Askoll"
Askoll Castell'Alfero, a settembre 2013 in un documento le modalità per cessare l'attività . "Pronto dall'estate il piano per chiudere la Askoll". I sindacati: accordi in Ministero, ma la proprietà aveva deciso tutto
Di Roberto Gonella su La Stampa del 7 marzo 2014
Il sospetto ha fatto capolino più volte, l'ultima in occasione dell'incontro con le istituzioni a Castell'Alfero. Ora spunta un documento che confermerebbe come la chiusura dello stabilimento Askoll di Castell'Alfero fosse già stata decisa la scorsa estate, a poche settimane dall'accordo in ministero che prorogava i contratti di solidarietà a giugno 2014. Tempi e modalità sono riportate in un diagramma e in un dettagliato crono programma con le azioni da mettere in campo per chiudere lo stabilimento astigiano, come annunciato nei giorni scorsi dopo il via al presidio dei cancelli, giunto al 22° giorno.
Documentazione, sulla cui autenticità pare non vi siano dubbi, giunta nelle sedi dei sindacati e nella redazione astigiana de «La Stampa». «La stiamo vagliando con i nostri legali e non escludiamo la possibilità di presentare un esposto - sottolineano Silvano Uppo e Tino Camerano, dirigenti dei metalmeccanici di Uil e Cisl - si tratta di un piano segreto predisposto per alcuni dirigenti del gruppo i cui nomi vengono indicati. E tutto coincide con quanto si è poi verificato» .
Il diagramma «Chiusura CA» (dove CA sta per Castell'Alfero) è datato 10 settembre 2013. Nella documentazione si parte dai problemi per l'utilizzo di ulteriori ammortizzatori sociali: «Presumibilmente - è scritto - non sarà possibile richiedere Cigs per cessazione attività . Il rischio è di dover mettere il personale direttamente in mobilità generando una conflittualità presumibilmente molto alta». Si pianifica poi il trasferimento di macchinari in Slovacchia a fine settembre: «Le due calottatrici servirebbero per l'eventuale (dichiarata formalmente) produzione dell'Erod a CA, ed è questo il motivo per il quale è necessario giustificarne lo spostamento».
Ed oltre a quantificare le scorte necessarie, si valuta la data «in cui dovrà essere comunicata la decisione di chiudere lo stabilimento». «A causa della necessità di recuperare la componentistica elettronica necessaria per fare scorte, la data prevista per la comunicazione non potrà essere prima di fine febbraio-inizio marzo 2014». Si valuta anche l'eventuale intervento delle forze dell'ordine per «liberare lo stabilimento nel caso in cui i disordini proseguano oltre i tempi accettabili». Ci sarebbe pure un «Piano B», alternativa ritenuta però «molto rischiosa»: non la chiusura «ma una forte ristrutturazione dello stabilimento». «Tutto questo - commentano i sindacati - quando si erano appena rinnovati i contratti di solidarietà . C'è un dolo da parte dell'azienda in quanto, in presenza di un piano di chiusura, gli ammortizzatori non potevano essere concessi».
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