Profugo suicida, Pd Vicenza: non chiedavamo eroismo, ma solo umanità
Martedi 31 Gennaio 2017 alle 21:40 | 3 commenti
Il 27 gennaio a Venezia si è consumata la tragedia di Pateh, un ragazzo di 22 anni, proveniente dal Gambia, arrivato in Italia due anni fa: si è gettato nel Canal Grande per suicidarsi. Aveva evidentemente perso - scrivono in una nota congiunta Giulia Andrian, Referente Forum Immigrazione, e Veronica Cecconato Segreteria Provinciale Partito Democratico Provincia di Vicenza - tutte le speranze che gli avevano fatto attraversare il Deserto del Sahara e il Mar Mediterraneo. Le persone presenti hanno trovato il tempo di filmarlo e il coraggio non di gettarsi a salvarlo, ma di insultarlo con frasi razziste, solo per il colore della sua pelle.
Non pretendiamo certo - prosegue la nota - l’eroismo e possiamo capire chi non abbia avuto il coraggio di gettarsi in acqua rischiando la propria vita, ma condanniamo la disumanità di certi commenti, ci preoccupa la mancanza totale di empatia a cui siamo arrivati.
Zaia ha condannato questi comportamenti, ma le sue parole suonano false.
Suonano false perché tutti i discorsi della Lega aizzano all’odio e poi si stupiscono che quest’odio venga esternato.
Probabilmente sono sentimenti che molti hanno sempre provato, ma la condanna etica e il controllo sociale li avevano sempre tenuti a freno. Non si poteva fino a qualche anno fa dire di essere razzisti, oltre a essere eticamente condannabile era socialmente sconveniente e politicamente scorretto. Ora è diventato un vanto, una medaglia di cui far mostra.
Il 27 Gennaio, lo stesso giorno in cui Pateh moriva nel Canal Grande, in molti paesi del mondo si sono svolte attività per ricordare l’orrore della Shoa, ma soprattutto per capire come sia potuto accadere che il razzismo contro gli ebrei abbia portato al genocidio.
È bene ricordare che gli esecutori delle stragi naziste erano persone normali e non crogiolarci nell’idea che fossero mostri e che a noi non potrà mai succedere di cadere così in basso.
Dobbiamo conoscere perché, come ha scritto Primo Levi, “Chi non conosce la storia, è condannato a ripeterlaâ€.
Pensiamo che il dovere delle istituzioni sia prima di tutto di lavorare per la pace sociale, notiamo invece ogni giorno di più che Zaia e la Lega sfruttano il tema dell’immigrazione e dell’accoglienza per puro interesse elettorale, ma aizzare l’odio di molte persone non è una scelta intelligente perché non sai se sarai poi in grado di controllarlo.
Speriamo sinceramente che Zaia, Lega e tutti i partiti populisti d’Europa si rendano conto della china discendente a cui i loro atteggiamenti razzisti stanno portando la società , della progressiva disumanizzazione a cui inducono molti loro elettori e non solo.
La condanna di Zaia suona falsa, ma non è ancora troppo tardi per  cambiare rotta e ci auguriamo sinceramente che lo faccia.Accedi per inserire un commento
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