Processo Veneto Banca, seconda svolta giurisprudenziale: autorizzata la citazione in giudizio di Intesa Sanpaolo per i danni dopo ammissione parti civili
Sabato 27 Gennaio 2018 alle 11:08 | 0 commenti
Roma, nostro servizio - Dopo la svolta giurisprudenziale dell'ammissione alla costituzione di parte civile delle migliaia di risparmiatori danneggiati dalla malagestio delle banche fallite e liquidate con il totale azzeramento del capitale, un'altra pagina importante è stata scritta dal giudice dell'udienza preliminare in corso a Roma sul crac di Veneto Banca. Accogliendo la richiesta delle organizzazioni dei consumatori, il gup Lorenzo Ferri ha autorizzato la citazione in giudizio di Intesa Sanpaolo come responsabile civile per i reati di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio di cui sono accusati gli ex vertici dell'istituto e le figure preposte al controllo (qui la nostra anticipazione, ndr).
Di grande rilievo anche la motivazione dell'autorizzazione concessa dal giudice che si spinge nel merito delle vicende che hanno chiuso la lunga e, per certi versi, gloriosa storia della banca di Montebelluna, il cui ultimo atto è stato il decreto governativo di giugno scorso che ha trasferito la banca al prezzo simbolico di cinquanta centesimi (un euro complessivo, condiviso con la stessa partita in atto per la Banca Popolare di Vicenza) a Intesa San Paolo, che da anni è il più grande istituto italiano.
Il giudice ha ritenuto infatti che la cessione ricomprenda anche il diritto al risarcimento dei danni subiti dagli azionisti e dalle altre parti civili ammesse nel processo. Altrimenti il prezzo avrebbe dovuto essere ben diverso perchè pur nella situazione disastrata dei bilanci e dell'azzeramento del capitale, gli asset sopravvissuti e il valore di struttura non avrebbero certamente potuto essere valutati pari a zero. Dunque nella contropartita dell'acquirente deve esserci anche l'assunzione delle responsabilità risarcitorie rispetto alle tante vittime del crac.
I danni sono ovviamente ricondotti alle operazioni, che dovranno essere accertate nel processo, volte ad impedire un corretto esercizio della funzione di vigilanza da parte di Bankitalia e di Consob tali da impedire loro di rilevare il dissesto e quindi favorendo la diffusione ai mercati finanziari di false informazioni sullo stato patrimoniale della banca. Su tali false informazioni sarebbe fondata infatti la scelta decisiva dell'acquisto dei prodotti finanziari "spazzatura" o della sottoscrizione di quote di capitale già all'epoca irrimediabilmente compromesso.
La novità giurisprudenziale deve però ancora essere consolidata negli sviluppi futuri dell'udienza. Anche Intesa San Paolo potrà costituirsi in giudizio chiedendo di essere esclusa, ma l'autorizzazione alla citazione nei suoi confronti in veste di "responsabile civile", ovvero soggetto responsabile dei danni causati alle vittime dei reati in solido con gli autori degli illeciti. Alla prossima udienza, calendarizzata per il 16 febbraio, Intesa Sanpaolo potrà costituirsi in giudizio, chiedendo di essere esclusa.
Esulta Giuseppina Massaiu, avvocato di Primoconsumo che patrocina un folto gruppo di parti civili nel processo in corso a Roma. "La nostra battaglia comincia a dare i suoi frutti" esclama il legale, anche se il percorso sarà lungo e le resistenze, da parte degli interessi ruotanti intorno all'assetto tradizionale del mondo bancario, probabili.
Undici in tutto gli imputati. I più importanti sono l'ex amministratore delegato ed ex direttore generale Vincenzo Consoli e l'ex presidente Flavio Trinca i quali hanno da tempo annunciato che in caso di rinvio a giudizio affronteranno il dibattimento con rito ordinario. Gli altri nove imputati sono Diego Xausa e Michele Stiz ex componenti del collegio sindacale; Stefano Bertolo ex responsabile della direzione centrale amministrazione dal 2008 al 2014; Flavio Marcolin ex responsabile degli Affari societari e legali; Pietro D'Aguì, al vertice di Banca Intermobiliare; Gianclaudio Giovannone, titolare della Mava; Mosè Fagiani ex responsabile commerciale dal 2010 al dicembre 2014; Massimo Lembo, ex capo della Direzione Compliance; Renato Merlo direttore delle banche estere.
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