Processo Marlane Marzotto sui 107 operai morti: le udienze si rinviano mentre i reati si prescrivono. Il commento di Langella: "operai non avranno giustizia"
Venerdi 14 Ottobre 2016 alle 18:56 | 0 commenti
L'articolo di Andrea Polizzo che potete leggere a seguire dopo averlo già pubblicato alle ore 13.27 lo aggiorniamo ora con il commento del nostro "contributor" di sinistra Giorgio Langella
Vengo a conoscenza che l'udienza del processo d'appello "Marlane-Marzotto" del 12 ottobre è stata rinviata al 25 novembre. Il reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro andrà in prescrizione a fine ottobre (nei mesi scorsi la stessa sorte era toccata al reato di omicidio colposo). Gli imputati saranno, quindi, "assolti" anche per questo reato. Resterà da giudicare soltanto il reato di disastro ambientale.Â
Gli oltre cento operai morti a causa di condizioni di lavoro indecenti non avranno giustizia. Continueranno a morire, senza pace alcuna. Gli imputati eccellenti di questo processo potranno usufruire della prescrizione ma non saranno assolti da chi viene sfruttato e obbligato a lavorare in condizioni di insicurezza e di pericolosità .
Viviamo in una società spaventosa dove vengono progressivamente tolti tutti i diritti anche quello di lavorare in condizioni umanamente accettabili.
Noi dobbiamo avere sempre memoria che, per i lavoratori della Marlane e le loro famiglie, ingiustizia è stata fatta e che non bisogna mai smettere di lottare per il diritto alla vita di chiunque viva del proprio lavoro.Â
Catanzaro - Processo Marlane Marzotto in appello: il reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro del processo Marlane andrà in prescrizione a fine ottobre. Lo fa notare l'accusa.
Del reato per il caso della Marlane Marzotto - lo ricordiamo ai nostri lettori, tra i pochi a saperne qualcosa - sono imputati: Carlo Lomonaco come responsabile del reparto di tintoria, Giuseppe Ferrari, Bruno Taricco e Attilio Rausse tutti nella qualità di responsabili dello stabilimento a fasi alterne, Priori come amministratore delegato della società Lanerossi Spa, Vincenzo Benincasa, quale direttore di produzione e responsabile dello stabilimento. Secondo l'accusa (dalla quale sono stati assolti con la sentenza di primo grado, ndr) avrebbero omesso di dotare lo stabilimento praiese della necessaria tecnologia atta a prevenire malattie e infortuni "e in particolare patologie da ammine aromatiche e metalli pesanti. [..] Così facendo determinavano un'esposizione incontrollata e continuativa dei dipendenti impiegati presso lo stabilimento a sostanze cancerogene e l'immissione di tali sostanze nell'ambiente di lavoro e nell'area circostante".
Sempre secondo l'accusa originaria, avrebbero in questo modo provocato tumori, e in molti casi la conseguente morte, di 107 operai.
Il depennamento del reato previsto dall'articolo 437 del codice penale renderà l'impianto accusatorio ancora meno pesante dopo che, nei mesi scorsi, la stessa sorte era toccata al reato di omicidio colposo plurimo anche per esponenti apicali dell'allora Marzotto. Alla corte d'appello resta da esprimersi sul reato di disastro ambientale, già in parte smontato durante il primo grado conclusosi presso il tribunale di Paola il 19 dicembre 2014 con una sentenza di piena assoluzione da tutti i capi di imputazione.
Nel frattempo, l'udienza del processo Marlane davanti alla Corte d'appello di Catanzaro si è svolta ed è stata rinviata al 25 novembre 2016. Lo scorso 12 ottobre la difesa ha chiesto al presidente della prima sezione penale, Gabriella Reillo, la fonoregistrazione delle udienze. Non essendo stata predisposta prima, si è deciso di approntarla per la prossima udienza.
In aula era prevista la replica degli avvocati degli imputati circa la richiesta avanzata dal sostituto procuratore generale Salvatore Curcio alla Corte d'appello per riaprire la fase dibattimentale ed effettuare una nuova perizia. Condividendo in tal senso l'appello presentato dalla Procura della Repubblica di Paola, il magistrato aveva inoltre chiesto di nominare un chimico nel pool di periti.
I legali degli imputati avrebbero comunque presentato alla corte delle memorie scritte fuori udienza, motivando la loro opposizione alla richiesta di Curcio.
In realtà la precedente perizia, realizzata su commissione del tribunale di Paola nel corso del primo grado del processo, era stata integrata anche dalla consulenza di un chimico (Mayol, ndr) che non risultando nell'organigramma nominato non è stato ascoltato in aula.
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