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Prima poveri, oggi accattoni

Di Enrico Hullweck Domenica 22 Luglio 2012 alle 00:19 | 0 commenti

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Di Enrico Hüllweck

Mi ha fatto sorridere, leggendo un giornale, il trovarmi di fronte a una (condivisibilissima) lettera del sindaco Variati, impegnato a respingere con forza alcune accuse rivoltegli da un lettore. La cosa buffa è che si trattava delle stesse accuse che, dieci anni fa, quando ero io il Sindaco di Vicenza, erano state rivolte a me , dalla parte politica che oggi governa Vicenza con Variati e addirittura da alcuni suoi odierni assessori.

L'argomento riguardava la triste piaga dell'accattonaggio in città e vorrei subito puntualizzare che una cosa è la povertà, con i suoi problemi umani e sociali, mentre un'altra cosa è l'accattonaggio. La nostra società soffre da tempo della piaga della povertà, una piaga che colpisce famiglie sfortunate, a volte facendo piombare nella disperazione esseri umani che improvvisamente perdono il lavoro o che per complesse vicissitudini hanno rovinato la situazione economica propria e dei loro familiari. Questi poveri, molto spesso, si vergognano della loro situazione e tendono a nascondersi, arrivando a volte al disastro umano e addirittura al suicidio. Per fortuna, Vicenza è una città con profonda e radicata sensibilità cristiana ed è una città nella quale anche chi oggi vive agiatamente proviene, a volte, da famiglie che, in passato, hanno conosciuto la fame, la povertà e perfino la necessità di emigrare all'estero per sopravvivere. Forse è per questo che il cittadino di Vicenza è uno dei più disponibili ad aiutare un suo simile in difficoltà ed è noto a tutti che la società vicentina è attivissima sul piano dell'assistenza sociale e della carità organizzata. Parrocchie, soggetti religiosi, associazioni di solidarietà sociale, brillano nella nostra terra per una efficienza che a volte commuove. Anche le Amministrazioni comunali vicentine si sono sempre distinte per aiutare il più possibile le famiglie povere: dando loro una casa, cibo, aiuti economici e spesso lavoro. Proprio per questo, nel 2003, feci delle riflessioni nel constatare che (soprattutto nei giorni di mercato, quando le vie del centro sono più affollate) , sui marciapiedi apparivano degli accattoni, abilissimi nel chiedere l'elemosina, perfetti nel presentarsi con vestiti, aspetto, atteggiamenti e linguaggio tipici del "mendicante professionista". Feci fare, allora, dei controlli precisi e così emerse che questi mendicanti erano in realtà dei "professionisti dell'elemosina": gente abilissima nello spostarsi da una città all'altra (in base alla presenza di fiere o mercati che, ovviamente, raddoppiano il pubblico dei passanti) e abilissima nel ricorrere anche a travestimenti adatti a suscitare ancor più la pietà del cittadino. A uno di questi accattoni, dopo tre ore di questua, furono trovati in tasca più soldi di quelli che un vigile urbano guadagnava in dieci giorni di lavoro (e ,volendo cavillare ,del tutto "esentasse"...). Decisi quindi di intervenire. Proposi un'ordinanza (diligentemente redatta e firmata dal mio vicesindaco Valerio Sorrentino), muovendomi con queste premesse:
1) L'organizzazione assistenziale presente nella Città di Vicenza e sostenuta da associazioni di volontariato, enti religiosi e Amministrazione comunale è così radicata e funzionale da far sì che mettersi in strada a stendere la mano per chiedere l'elemosina diventi automaticamente una specie di offesa ai cittadini di Vicenza che (con i loro soldi) sono pronti ad aiutare le persone bisognose. Equivale a dire: "qui non vengo correttamente aiutato".
2) A tutti i vigili viene impartito il compito di fermare l'accattone questuante e verificare se si tratta di un "vero povero". Qualora si tratti di un vero povero, egli deve essere immediatamente aiutato e affidato ai servizi sociali per cercare di fornirgli subito vitto, alloggio, assistenza medica, sostegno economico, eccetera.
3) Qualora il fermato risulti invece un accattone professionista, esso va allontanato e possibilmente controllato, per vedere se si tratta di un soggetto che lavora autonomamente o se si tratta di uno di quei poveretti (spesso donne o bambini) che, come veri schiavi, vengono minacciati e costretti a mendicare denaro che va poi nelle gonfie tasche degli sfruttatori di quello che è un vero racket.
A questa mia ordinanza del 2003 gli accattoni professionisti risposero scrivendo su un giornale che avrebbero "scioperato" non venendo più a mendicare a Vicenza (dandomi così ragione sul fatto che non erano vicentini e che erano professionisti dell'accattonaggio e quindi "finti poveri" ). Ma la tristezza fu nel vedermi accusato di cattiveria, di razzismo ,di insensibilità e altro da quelli che, oggi, hanno esteso una ordinanza simile alla mia e ancora più severa perché commina multe salate e su un territorio ancora più vasto.
Costoro ,all'epoca, chiamarono "Le Jene" forti del fatto che la mia ordinanza era (così si disse) la prima nel suo genere in Italia. Le Jene, ascoltatomi, mi diedero sostanzialmente ragione. Fu chiamato allora il "Costanzo Show", dove si tentò di demolirmi, senza peraltro raggiungere il risultato. Allora si tentò di attaccarmi sul piano della carità cristiana. Per mia fortuna proprio il Vescovo intervenne autorevolmente, convocando in Vescovado il sottoscritto e alcuni dei miei accusatori, spiegando loro che, così come in alcune diocesi italiane (soprattutto piemontesi, credo...) i Vescovi avevano vietato di chiedere l'elemosina sulla porta delle Chiese, io avevo tutto il diritto, come Sindaco, di impedire agli accattoni di chiedere l'elemosina in Corso Palladio e zone limitrofe.
Dopo la mia vecchia ordinanza, le strade del centro vicentino videro sostanzialmente ridursi e sparire l'accattonaggio . Dopo due anni di nuova Amministrazione , il Sindaco Variati ha di fatto "ripescato" la mia ordinanza, addirittura inasprendola. Eppure ,stranamente, l'accattonaggio a Vicenza sembra essere riesploso. Anzi, adesso diventa un problema in più portar via le macchine dai parcheggi, dove qualche abusivo ti pesta l'auto se non dai l'obolo e fa impressione passare per certe stradine del centro, dove sistematicamente e a tutte le ore trovi il solito extracomunitario che ti blocca , pretendendo l'obolo a gran voce e cominciando talvolta a fermarti con le mani se tenti di andare oltre. Cosa sta succedendo?


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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