Pranzo da casa o servizio mensa? Umberto Nicolai: ora a Vicenza il problema è solo un'ipotesi ma io guardo al futuro
Mercoledi 21 Settembre 2016 alle 17:38 | 0 commenti
Continua a far discutere la questione "pranzo da casa o servizio mensa?" e dopo aver ascoltato il parere delle mamme vicentine con una video intervista, abbiamo sentito la posizione dell'assessore alla formazione Umberto Nicolai. Cosa ne pensa della questione esplosa a Torino sul pranzo dei bambini nelle scuole? Le versioni sono due: quella del giudice e quella dell'Ulss. Sono d'accordo con il giudice quando dice che il così detto "tempo mensa" è davvero importante per i bambini e va trascorso a scuola. Però la sentenza dà anche il permesso alle mamme di far portare a scuola e consumare, quindi, durante il tempo mensa il pranzo preparato da casa.Â
D'altro canto quindi bisogna tener conto delle norme dell'Ulss che sostiene che il pranzo da consumare in mensa debba essere preconfezionato per le norme igieniche. Senza tener conto poi delle ditte di ristorazione che non vorranno rispondere di eventuali danni: mettiamo ad esempio che un bambino arrivi con il pasticcio preparato a casa e lo faccia assaggiare ad un bambino che sta usufruendo del cibo della ditta della mensa. Chi ne risponderebbe? E coloro che preparano la mensa, le tovagliette, le posate...dovrebbero preparare la tavola anche per coloro che non pagano il servizio mensa? Sono costi irrisori, certo, ma tutti gli aspetti vanno valutati.
Da dove nasce la questione secondo lei?
E' tutta una questione economica, assolutamente. I genitori per risparmiare, giustamente, cercano delle soluzioni. Noi abbiamo creato delle fasce diverse di pagamento del servizio mensa in base all'Isee dando la possibilità di avere delle riduzioni. Il problema però è che oggi giorno le situazioni economiche sono molto più variegate ed è difficile andare incontro a tutte. Pensi ai alla situazione della Banca Popolare di Vicenza: nel giro di 5 minuti la situazione economica di una famiglia può cambiare.
Nella realtà vicentina le famiglie interessate, che potrebbero decidere di far consumare il pranzo da casa nel tempo mensa, risultano essere davvero poche. Perché lo definisce quindi un problema?
Ad oggi le famiglie che portano a casa i propri figli anziché far consumare il pranzo in mensa, parlando del tempo prolungato saranno una trentina indicativamente. E' vero sono poche. Ma io volo più in alto, penso al futuro. Se un domani tutte queste famiglie vorranno far consumare il pranzo preparato a casa in mensa insieme agli altri bambini? Io mi aspetto che la situazione, prima che diventi reale anche a Vicenza, venga regolamentata al meglio. Mi aspetto una soluzione univoca per tutti e una cosa spero: che i bambini frequentino il tempo mensa, e lo facciano insieme con le stesse regole e non con un panino al volo perché non è educativo. Se il giudice dovesse dire, per assurdo, che tutti i bambini si devono portare la pastasciutta da casa mi andrebbe bene, basta che la consumino insieme a scuola. Che non è solo scuola fine a se stessa ma anche uno stralcio di vita e società .
Ripongo una grande fiducia nell'onorevole Daniela Sbrollini che si sta occupando della questione affinchè le dia rilievo anche a Roma affinché si trovi una soluzione unica e chiara per il bene dei bambini, perchè possano vivere il tempo mensa bene e insieme.
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