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Povera Italia! L'opinione di Fulvio Rebesani

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 25 Febbraio 2011 alle 16:57 | 0 commenti

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Riceviamo da Fulvio Rebesani e pubblichiamo (scriveteci da Citizen Writers a [email protected] per notizie, commenti e opinioni).

Gentile direttore, invio questo mio testo non da piagnone sulle nostre disgrazie ma come contributo a conoscere fino in fondo i nostri mali. Come si può guarire se non si conosce bene la malattia da curare?
di Fulvio Rebesani

L'Italia, una nazione arretrata che il cancelliere tedesco Helmut Schmidt - socialdemocratico - sulla fine degli anni '90 dubitava potesse venire ammessa nell'area dell'euro. Non solo per l'elevato debito pubblico ma anche per l'arretratezza del suo sistema complessivo (scolastico, della ricerca, industriale, delle infrastrutture, ecc.).

Ed oggettivamente non aveva torto viste le sanzioni che di anno in anno l'Europa ci infligge per varie infrazioni alle regole europee, dalla lunghezza dei processi civili alle quote latte, dagli aiuti di Stato occulti alle "imprese amiche", alle truffe sui trasferimenti europei più o meno tollerati delle autorità governative e comunque senza efficaci controlli che non siano quelli della Magistratura.
Ma come ci solleveremo dalla nostra arretratezza se sono ancora molti coloro che, stupidamente, scambiano per spirito latino, per spontaneismo, per simpatica anarchia, per esser furbi, la violazione delle leggi interne e delle regole internazionali?
Con i nostri comportamenti "furbi" perdiamo decine di milioni di euro all'anno e ci siamo creati la fama di Paese non affidabile!

Ma l'arretratezza del popolo italiano ha dei precedenti illustri di fellonia. Nel 1931 il Fascismo impose a tutti i docenti universitari il giuramento di fedeltà. Di queste migliaia solo dodici si rifiutarono, perdendo la cattedra. Se fossero stati la metà, il Fascismo avrebbe dovuto incassare l'insuccesso, pena la chiusura di numerose università. A chi aveva il compito di educare alla cultura e di forgiare lo spirito dei giovani mancarono la qualità principale: il senso della dignità propria e del la sua funzione unito al coraggio dei fatti.
Questi felloni hanno avuto dei degni eredi oggi nei parlamentari che si sono venduti o si stanno vendendo a Berlusconi in cambio della copertura di un mutuo (ma i 10.000 €/mese dove li mettono?), della garanzia di venire candidato, di un possibile posto di sottosegretario, ecc., ecc.. Se questi "eletti del popolo" (???) avessero detto NO, Berlusconi non avrebbe la maggioranza almeno alla Camera e così' andremmo alle elezioni lasciando finalmente al popolo giudicare la classe politica nostrana relativamente alla caotica situazione che una parte di essa ha creato.
Una compravendita immonda che dà ragione al cancelliere tedesco.

Siamo retrogradi anche per altri motivi: la carenza dell'insegnamento scientifico e delle matematiche nella scuola media superiore.
Benedetto Croce (1866-1952), grande filosofo e ministro della pubblica istruzione prima dell'avvento del Fascismo, sosteneva che la cultura é solo quella classica: quella umanistica é cultura mentre le scienze non sono tali dato il loro metodo operativo basato sulla sperimentazione e sulla pratica. Giovanni Gentile (1975-1944), grande filosofo, fascista, portò all'estrema conseguenza queste tesi e, divenuto ministro della pubblica istruzione riformò le superiori prevedendo l'accesso all'università soltanto agli studenti dei licei, data la loro cultura classica ed umanistica e negandolo agli istituti tecnici e scientifici. Solo i primi, secondo lui, avevano la formazione in grado di farli diventare classe dirigente. E tale mentalità é tuttora presente se la Gelmini, attuale ministra della pubblica istruzione, nel suo vacuo furore modificante a fini prevalenti di risparmio economico, ha ancora tenuto il latino nel liceo scientifico prevedendone uno con ed uno senza questa lingua antica.

E mentre i Paesi europei a noi più omologhi -si fa per dire- erano in grado di fornire al sistema produttivo ed alla ricerca i laureati e tecnici necessari, l'Italia si stipava di letterati, filosofi ed avvocati (solo nella provincia di Vicenza sono mille). Questi Paesi chiamavano a far parte della loro classe dirigente ingegneri e laureati nelle discipline scientifiche, ma noi riempivamo il Parlamento ed i vertici dei Ministeri di avvocati, letterati, filosofi, ecc.
Nulla contro i laureati in codeste discipline, dei quali faccio parte anch'io, ma non siamo più agli anni '20 e '30 e gli aspetti e la cultura scientifici sono più adatti ed attuali in una realtà che da cent'anni si sviluppa prevalentemente sul fronte del motore, della tecnologia ed ora dell'informatica.
L'Umanesimo é una componente necessaria per il completo sviluppo della persona e nella formazione di chi dirige , altrimenti finisce per essere quello scadente prodotto che é Marchionne, al quale la laurea in filosofia - sempre cha sia così- non ha molto giovato. Però negli ultimi cent'anni noi siamo stati "fuori" ed ora rientrare é difficile perché bisognerebbe cambiare teste e testi.
Taluni (imprenditori, politici, sindacati di centro e di destra) ci raccontano la favoletta assolutoria e pericolosa della capacità italiana, della laboriosità e dello spirito di sacrificio, della nostra forza fondata sulle piccole aziende e sulla loro inventiva.
Fortunato il tempo in cui bastava la genialità e la capacità lavorativa dei singoli e del sistema delle piccole imprese italiane.
Oggi non é più così.
Per reggere ci vogliono capitali, lungimiranza imprenditoriale e la possibilità di lavorare e produrre, di investire in grande. Non sarà certo la piccola azienda poco capitalizzata, con manodopera sotto pagata ed in parte non in regola, con l'evasione fiscale e contributiva quale parte essenziale dell'autofinanziamento a poter navigare in mare aperto. Possiamo continuare così, ma ad esaurimento, navigando verso la marginalizzazione internazionale.
Quello di contare sulle capacità ed abilità individuali e non sulla squadra, sull'organizzazione statale e pubblica per risolvere le situazioni é un antico vizio italico.
Già Machiavelli nel capitolo XXVI del suo "Il Principe" (1513) lo rilevava:

"Specchiatevi ne li duelli e ne' congressi de' pochi quanto gli italiani sieno superiori con le forze, con la destrezza, con lo ingegno. Ma, come si viene alli eserciti, non compariscono. E tutto procede dalla debolezza de' capi, perché quelli che sanno non vengono obbediti, e a ciascuno pare di sapere.....Da qui nasce che, in tanto tempo, in tante guerre fatte ne' passati venti anni, quando egli é stato [quando c'é stato, NdR] uno esercito tutto italiano, sempre ha fatto mala pruova. Tutto ciò serviva"
Al posto della guerra, degli eserciti, dei duelli mettiamo il mercato, l'economia e la politica, il sistema della imprese ed i singoli imprenditori e dovremo riconoscere che siamo tal quali gli italiani di cinquecento anni fa.
Possiamo riprendere il tempo e lo spazio perduti, possiamo farcela purché facciamo -ed i politici ed imprenditori facciano- quanto é stato ignorato in questi secoli: sbatterci in faccia lo specchio con il nostri ritratto e riconoscerci in esso senza alcuna giustificazione né rinvio.
Solo toccando il fondo ci si può dare la spinta necessaria a riaffiorare; altrimenti si rischia l'annegamento.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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