Poteri forti: svolta al Giornale di Vicenza
Sabato 17 Ottobre 2009 alle 14:00 | 2 commenti
Articolo pubblicato sul numero 167 di VicenzaPiù, da oggi in edicola e da domani in distribuzione gratuita in numerosi locali cittadini
Zuccato (Assindustria) ha estromesso Amenduni e Ingui dal cda del giornale. Prossima mossa: il cambio della guardia alla direzione
Anche l'ultima casamatta è stata espugnata. Il rampollo dell'acciaio Valbruna Michele Amenduni e il principe dei costruttori berici Gaetano Ingui, legati da un antico patto di ferro, sono stati messi alla porta dal consiglio di amministrazione di Athesis, l'editrice del Giornale di Vicenza (e dell'Arena e di Brescia Oggi). Ovvero, non avranno più un'influenza diretta sul quotidiano monopolista di fatto dell'opinione pubblica vicentina. Fuori loro due, dell'assetto di potere che fino a due anni fa dominava Vicenza non è rimasto più nulla. Il presidente degli industriali Roberto Zuccato, insomma, ce l'ha fatta. Ma per capire l'importanza che la notizia riveste per i comuni mortali, occorre fare un passo indietro.
L'evoluzione
La lunga guerra sotterranea all'Associazione Industriali era giunta ad una situazione di precario compromesso con l'elezione di Zuccato alla presidenza nel 2008. Accompagnata da quella di Achille Variati a sindaco e, l'anno precedente, di Attilio Schneck alla Provincia, i tre maggiori bastioni del vecchio gruppo dominante rappresentato dagli Amenduni, da Ingui, da Manuela Dal Lago e da componenti trasversali del passato consiglio comunale, erano caduti uno dopo l'altro. Se poi vi si aggiunge la perdita della Camera di Commercio (presieduta da Vittorio Mincato, alieno alle beghe locali) e della Fiera (controllata dal trio Mincato-Variati-Schneck), si ha il quadro del completo rivolgimento dello scacchiere. Perno di tale rivoluzione è stato il trono di Assindustria, il più importante della città . Zuccato - che pur non avendo alcun legame particolare con lui si porta ancora dietro il marchio del predecessore Massimo Calearo, suo iniziale sponsor in odio agli Amenduni - in questi mesi ha lavorato sottotraccia per la svolta.
La svolta
Il temporaneo equilibrio coi nemici interni, che pareva somigliare ad una tregua, aveva lasciato loro il controllo del giornale di viale Fermi, decisivo per eterodirigere ogni decisione pubblica dandone la copertura mediatica favorita. In realtà , il prudente capo di Confindustria, uomo della base imprenditoriale stufa dei clan, ha preparato tutto a puntino, senza fretta. Ha blindato il giornale tramite una holding, partecipata da Confindustria Vicenza assieme alla consorella veronese, che detiene il 60% della Sifi, la finanziaria a cui fa capo Athesis e di cui, di diritto, è presidente. In Sifi, poi, di recente è avvenuto il cambio del vertice nel quale ha fatto il suo ingresso Luciano Vescovi, suo vice e braccio destro. Così facendo, ha reso inattaccabile il controllo sulla testata. Infine, una quindicina di giorni fa, ha proposto al consiglio direttivo dell'associazione la turnazione dei membri vicentini nel cda Athesis. Il consiglio gli ha concesso la delega, e lui l'ha usata per mantenere sé stesso e per nominare Vescovi e Giuseppe Corrado (che presiede la holding di controllo) al posto di Amenduni e Ingui.
Antonacci fuori
Come si vede, tutto regolare e ineccepibile. E veniamo al dunque: da questo oscura partita di poltrone cosa cambia per i vicentini? Molto. Vicenza ha il suo specchio, deformato e deformante, nel Giornale omonimo. Poter decidere chi ne è il direttore e di conseguenza quale siano le sue firme di punta e in generale la sua linea editoriale, è un potere enorme, da cui tutti gli altri dipendono sotto il profilo della visibilità . La prossima mossa nella logica delle cose è il benservito a Giulio Antonacci, attuale titolare della direzione, legato a doppio filo col l'ancien regime. Il contratto nazionale dei giornalisti prevede che se viene a mancare il rapporto di fiducia con l'editore (Zuccato, oggi forte di un cda libero da oppositori), il direttore viene licenziato. E che tale rapporto con Antonacci sia evaporato, nei salotti dei beninformati non è un mistero per nessuno. Si vocifera addirittura che sia in preparazione un'iniziativa, forse una lettera da rendere pubblica, in cui si accusa Zuccato di attentare alla libertà del quotidiano. Un'accusa, secondo le informazioni in nostro possesso, priva di fondamento. Zuccato è un galantuomo, che per carattere mite e assenza di ambizioni extra-confindustriali non ha per scopo usare il Giornale di Vicenza come un manganello o una vetrina d'interessi. Antonacci, insomma, pare avere i giorni contati. E con lui i suoi sodali, fra cui spicca Vicenza Riformista di Ubaldo Alifuoco, la quale rimarrà orfana della debordante amplificazione assicuratale per far tornare alla ribalta la Dal Lago (come candidata a sindaco nel 2012) e tutto l'establishment politico-industriale caduto in disgrazia. Il vicentino della strada ha di che rallegrarsi: finalmente può nutrire la speranza di leggere ogni mattino una giornale più libero. O almeno non più antonacciano, amenduniano, inguiano, alifuochiano.
Alessio Mannino
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