Popolare Vicenza, al Cda di martedì prossimo il piano industriale fino al 2020 del ceo Iorio
Sabato 26 Settembre 2015 alle 15:54 | 0 commenti
Il piano industriale 2015-2020 della Banca Popolare di Vicenza messo a punto dall'amministratore delegato Francesco Iorio sarà portato sul tavolo del consiglio di amministrazione martedì prossimo e reso noto mercoledì. Il piano, le cui linee prevedono una semplificazione della struttura operativa e una maggiore focalizzazione sull'attività tradizionale, prevederà uno slittamento della data di trasformazione dell'istituto in Spa e della successiva quotazione in Borsa, posticipata ad aprile del 2016.
L'aumento di capitale da 1,5 miliardi, pre-garantito attraverso un accordo siglato con Unicredit, non partirà prima di novembre o dicembre e si completerà entro i primi mesi del prossimo anno.
Il nuovo piano industriale segna una svolta nella tormentata storia degli ultimi mesi della Popolare di Vicenza: l'obiettivo è quello di convincere soci, organi di vigilanza e mercato che il processo di risanamento dei conti è avviato e che la banca può tornare in forze. E, naturalmente, quello di ottenere, soprattutto dai soci maggiori, le sottoscrizioni all'aumento di capitale, nonostante il valore delle azioni, sceso lo scorso aprile da 62,5 a 48 euro, si attesti ora su livelli ancora inferiori dopo la perdita di bilancio 2014 e la disastrosa semestrale, che hanno portato il rosso a 1,053 miliardi.
A pesare sarà , anche nei prossimi giorni, l'inchiesta in corso avviata della procura di Vicenza, che sta cercando di far luce sul sistema di compravendita delle azioni che sarebbe servito alla banca per rafforzare il patrimonio e sostenere gli aumenti di capitale. Nel decreto del pm Luigi Salvadori viene citata l'esistenza di documenti, sottoscritti da esponenti della banca e contenenti l'impegno verso i soci al riacquisto di azioni per un importo di circa 300 milioni, a fronte di crediti concessi pari a 974 milioni per comprare titoli della banca, che sarebbero già in possesso dei magistrati. La Guardia di Finanza di Vicenza era all'opera su questo fin da marzo, con la collaborazione degli ispettori della Banca d'Italia che, a loro volta da mesi, hanno in essere una ispezione negli uffici dell'istituto vicentino.
Sul registro degli indagati sono iscritti per il momento sei nomi, tra i quali il presidente Gianni Zonin, l'ex direttore generale e consigliere delegato Samuele Sorato e Giuseppe Zigliotto, il presidente di Confindustria Vicenza. Proprio quest'ultimo (anche in vista dell'assemblea annuale in programma per lunedì) è stato al centro ieri di una giunta straordinaria di Confindustria Vicenza, i cui membri, dopo aver ascoltato il resoconto dei fatti, hanno espresso «all'unanimità - recita una nota - totale solidarietà e vicinanza al presidente Zigliotto» e hanno «ribadito la massima fiducia nel suo operato a sostegno delle imprese vicentine».
Sembra sereno di fronte al lavoro degli inquirenti anche l'ex manager Samuele Sorato, che ribadisce, per bocca del suo avvocato Fabio Pinelli, che nel periodo preso in esame dalla Procura (2012-14) «ricopriva il ruolo di direttore generale dell'istituto con mansioni esecutive, non deliberative».
da Il Sole 24 Ore, di Katy Mandurino
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