Popolare di Vicenza valuta anticipo assemblea mentre sarebbe il nuovo Cda a decidere su azioni di responsabilità e aiuti ai soci
Domenica 10 Gennaio 2016 alle 10:52 | 1 commenti
 
				
		Popolare di Vicenza accelera sull'assemblea per la spa. Che potrebbe essere anticipata, per chiudere prima l'attuale transizione. Sarebbe questo uno degli elementi in valutazione in Bpvi, alla ripresa dell'attività nel 2016. Per l'assemblea dei soci, l'ultima da popolare con il voto capitario, che, dopo Veneto Banca, dovrà approvare a Vicenza la trasformazione in spa, l'aumento di capitale da 1,5 miliardi e la quotazione in Borsa, era stata indicata la data del 19 marzo. La convocazione dei soci potrebbe però esser anticipata di un paio di settimane, se tutto fosse pronto, forse già al 5 marzo. Permettendo anche di anticipare la chiusura di aumento di capitale e quotazione in Borsa a metà aprile.
E con essa anche l'attuale fase di passaggio per recuperare solidità  patrimoniale, con le sue incertezze. E i suoi accostamento paradossali,  così come avviene con il caso di Banca Etruria. Come con la  riproposizione, ieri, delle notizie che riportano il dettaglio delle  accuse di Banca d'Italia agli ex vertici dell'istituto aretino, tra cui  anche la scelta di non aver proposto ai soci l'offerta di acquisto  avanzata da Popolare di Vicenza nell'estate di due anni fa, lasciando  inevasa, recitano i documenti di via Nazionale, «la richiesta della  vigilanza di realizzare un processo di integrazione con un partner di  elevato standing».
Come se nel frattempo fosse trascorsa un'era  geologica, due anni dopo a Vicenza sono impegnati in tutt'altro. E le  tappe del percorso di qui alla Borsa sono già segnate in quattro mesi  serrati. S'inizia, dopo l'approvazione della bozza di statuto della spa,  con la fissazione del prezzo di recesso, a metà febbraio. Passaggio  atteso, perché, come già per Veneto Banca, stabilirà una valutazione  delle azioni, indicando il trend verso la Borsa. Dopo la svalutazione  del 20% di aprile, quando il prezzo scese da 62,5 a 48 euro, l'attesa è  per un altro taglio pesante. Pur se il precedente di Veneto Banca, che  dai 30,5 euro di aprile è scesa ai 7,3 di dicembre, con un crollo del  76%, ha già preparato il terreno. Se fosse rispettata la stessa  proporzione nel ribasso, il prezzo di Vicenza dovrebbe planare intorno  ai 12 euro. E analoga situazione c'è da attendersi anche sul rimborso  con il recesso, congelato del tutto a Montebelluna.
Sempre a metà  febbraio l'altro passaggio decisivo per l'aumento di capitale e la  quotazione in Borsa: il bilancio 2015. La sostanza dei numeri che  avevano reso necessaria la ricapitalizzazione erano già arrivati con il  bilancio del primo semestre 2015, lo scorso agosto. Chiuso con un  miliardo di perdite, dopo la ricognizione patrimoniale avviata  dall'amministratore delegato Francesco Iorio, sulla spinta  dell'ispezione Bce che aveva terremotato la popolare. La ricognizione  aveva riconosciuto un capitale finanziato per 975 milioni. Il bilancio  sarà destinato ad affinare i dati e a chiudere le pulizie, che dovranno  star confinati nel perimetro del documento contabile 2015.
La linea  del rigore è imposta dall'aumento di capitale: ai soci interessati a  sottoscriverlo e agli investitori istituzionali, Fondazioni e fondi, la  banca deve assicurare che i conti col passato sono chiusi, che i soldi  sono investiti sul rilancio di Bpvi e non per pagare strascichi a  sorpresa del passato. I dubbi non disinnescati rischiano di pesare come  sconto sui prezzi dell'aumento. Anche per questo c'è da attendersi con  il bilancio di fine anno una quantificazione dei rischi legati ai  reclami dei soci sulle azioni, dopo una valutazione concreta dei casi.
Con  il bilancio e il sì alla trasformazione in spa nell'assemblea dei soci  di marzo, Iorio avvierà il road show internazionale con gli incontri  dedicati agli investitori, per spingere l'offerta delle azioni  dell'aumento di capitale. Quelli con i soci e le Fondazioni per cercare  l'adesione sul territorio sono con discrezione già iniziati. «Le cose  non si dicono, si fanno», ha detto Iorio al Corriere del Veneto ieri sul  punto, mostrandosi fiducioso sul punto.
Non ci sono invece da  attendersi mosse in questa fase su altri due fronti. Da un lato, a  differenza di Veneto Banca, su eventuali azioni di responsabilità.  L'orientamento che pare emergere è di lasciare valutazioni ed eventuali  mosse al cda che uscirà dall'assemblea di bilancio di fine aprile, dopo  aumento di capitale e quotazione, che sarà espressione del nuovo assetto  proprietario. Lo stesso dicasi per le azioni di sostegno ai casi più  difficili dei piccoli soci che hanno perso i risparmi con le  svalutazioni. Le potrà prendere in considerazione «una banca tornata  forte», come ha detto sempre Iorio al Corriere . Come dire: una volta  tornate a posto le cose con il capitale, si potrà anche pensare a  interventi mirati. Comunque sia improponibili ora nell'attuale  situazione. 
Di Federico Nicoletti, da Il Corriere del Veneto
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