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Più poteri al Governo?

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 11 Marzo 2011 alle 20:23 | 1 commenti

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Riceviamo da Niccolò Della Lucilla (Assemblea Nazionale di Sinistra Ecologia Libertà) e pubblichiamo
Berlusconi continua a lamentarsi della mancanza di potere all'esecutivo, asserendo che il Governo, come organo costituzionale, ha solo "l'immagine del potere", mentre lui quando era un imprenditore poteva fare quello che voleva, venendo guardato con rispetto e riverenza dai politici, dagli altri imprenditori nonché dai suoi stessi dipendenti.

Il sistema di pesi e contrappesi tipico delle democrazie parlamentari voluto dai nostri padri costituenti, affida la nomina del Presidente del Consiglio all'autorevolezza del Parlamento con un fine molto chiaro. In via di principio l'elezione indiretta del premier ha lo scopo di nominare persone di grande profilo, caratterizzate prima di tutto da qualità politiche e morali tali da essere al di sopra di ogni sospetto, senza che potenziali "scheletri nell'armadio" possano pregiudicare l'attività di governo. E qualora il discutibile passato di colui scelto per presiedere il Governo emergesse in seguito, il Parlamento avrebbe in qualsiasi momento la facoltà e il dovere di sostituirlo per il bene del paese. L'elezione di Alcide De Gasperi nel 1948 fu dettata dall'esigenza di mettere un grande uomo, riconosciuto come tale da tutti, alla guida di un paese distrutto e sull'orlo della guerra civile.
Quando invece il Parlamento non si è attenuto a tale criterio, le conseguenze sono state deleterie per i suoi stessi membri. L'elezione di Craxi fu determinata all'inizio da buone intenzioni, in quanto, dopo 40 anni di stagnazione politica democristiana, emerse l'esigenza di mettere alla guida del Governo un uomo considerato allora un moderato liberista. Quando la scelta fatta si rilevò inappropriata, il Parlamento non solo non ne prese atto sfiduciandolo, ma commise l'ulteriore errore di negare l'autorizzazione a procedere quando le prove dei fatti delittuosi emersero con sufficiente chiarezza. Nonostante tutto, il Parlamento non poté in seguito esimersi dal riconoscere gli errori compiuti ed adoperarsi affinché situazioni come quelle verificatesi non si ripetessero. Con questo proposito fu infatti abolita quell'immunità parlamentare che i padri costituenti avevano previsto solo per quel transitorio momento storico in cui si trovava l'Italia (caduta del fascismo e fine della guerra).
Nel panorama politico italiano non sono mancati poi casi in cui il Parlamento si è assunto la responsabilità, di fronte ad emergenze ben specifiche, di chiamare alla guida del governo non politici di lungo corso, bensì tecnici di conclamata esperienza e responsabilità . Basti pensare in proposito alla nomina dell'allora "tecnico" Giuliano Amato, chiamato a presiedere il Governo per salvare l'Italia dalla bancarotta, con la realizzazione della più grande e impopolare manovra finanziaria che un Governo italiano avesse mai realizzato nella sua storia, o a Carlo Azeglio Ciampi, per consentire all'Italia di entrare nell'Euro. A ben vedere non diversamente accadde in Europa. Basti pensare in proposito alla nomina da parte del Parlamento britannico di Margaret Thatcher , nel momento in cui l'economia britannica era sprofondata in un pantano economico senza precedenti. Il leader inglese, grazie alla sua indipendenza da qualsiasi condizionamento esterno, fu in grado di prendere delle misure economiche molto impopolari, creando anche dei disastri sociali, ma sempre nella convinzione di stare operando nell'interesse collettivo..
Tutti questi personaggi hanno governato nella consapevolezza dell'illibatezza del loro passato, nella prospettiva di essere solo ed unicamente al servizio del loro paese, senza temere che potenziali ricatti potessero minare l'efficacia dei governi da loro presieduti.
Alla luce di questi principi si può affermare che il Parlamento di una democrazia parlamentare non detiene solamente la funzione legislativa, ma è anche titolare di una funzione di garanzia nei confronti e a favore dell'esecutivo stesso.

L'aver voluto cambiare questo assetto introducendo surrettiziamente l'elezione diretta del premier tramite l'indicazione del nome sulla scheda elettorale, è stato un modo subdolo per volere espropriare il Parlamento da questa cruciale funzione di garanzia.

Solo oggi si possono vedere quelle disastrose conseguenze che i nostri padri costituenti vollero scongiurare. Colui che sarebbe stato scelto direttamente dal popolo, si è insediato al Governo scegliendosi in prima persona i parlamentari, rendendoli di fatto dei suoi dipendenti. E sempre colui che è riuscito, con un colpo di mano ad asservire il Parlamento, si lamenta ora perfino della mancanza di poteri dell'Esecutivo arrivando a proporre la risoluzione di tale asserito problema con malsane riforme costituzionali, aventi come lungimiranti autori personaggi del calibro di Calderoli e Bossi, con buona pace dei nostri padri costituenti del calibro di Pietro Calamandrei e Umberto Terracini .

E' paradossale quindi che il premier "dimezzato" possa fare riferimenti nostalgici del suo passato di imprenditore, facendo finta di non sapere che, in una qualsiasi società di capitali, anche chi detiene pieni poteri economici è soggetto ad una concreta azione di responsabilità per le malefatte compiute, situazione che si propone di evitare con le suddette riforme costituzionali.

In realtà le motivazioni che attualmente inducono a muovere le censure sull'assetto costituzionale delle prerogative degli organi dello Stato hanno cause più profonde. La forza del potere non deriva solo dagli articoli della Costituzione, anzi, nasce prima di tutto dal grado d'indipendenza e autorevolezza di colui che è chiamato a prendere decisioni nell'interesse esclusivo della collettività. Tutti coloro che hanno posizioni di rendita per favori concessi in passato o tutti coloro che sono a conoscenza di fatti illeciti o moralmente discutibili, hanno sempre la capacità e la forza di condizionare l'attività di qualsiasi governante di turno.
Il paradosso ulteriore della situazione italiana è che colui che è riuscito a creare un Parlamento composto in maggioranza da soggetti da egli nominati, arriva perfino a lamentarsi dei limiti che esso gli appone nell'attività da svolgere. E ciò è divenuto ancora più ovvio in questi ultimi mesi. Il recente acquisto di numerosi parlamentari per tenere il leader "dimezzato" a Palazzo Chigi, è infatti un'ulteriore fattore di condizionamento e di limitazione del potere dell'esecutivo. Il Parlamento, da organo di garanzia dell'indipendenza del potere esecutivo è diventato un organo ricattatore: un vero e proprio cortocircuito democratico.
Chi attualmente si lamenta per la mancanza del potere del Governo, dovrebbe essere il primo a dare le dimissioni, per consentire o l'insediamento di un altro governo con i pieni poteri costituzionalmente garantiti, oppure di consentire ai cittadini la possibilità di eleggere un nuovo Parlamento, composto questa volta da uomini indipendenti e liberi, se non altro anche per ricordare ai cittadini che la precarietà del lavoro riguarda in Italia tutti i lavoratori dipendenti, anche quelli di Berlusconi in Parlamento


Niccolò Della Lucilla


Commenti

Inviato Venerdi 11 Marzo 2011 alle 22:34

Purtroppo il sistema che tiene in equilibrio i poteri in Italia è messo in crisi dall'attuale governo. E' purtroppo prevedibile che questo equilibrio che "disturba" i potenti dando potere allo Stato e quindi all'intera popolazione verrà rotto dal governo Berlusconi. La riforma della giustizia appena presentata incrina il sistema di rapporti tra giudiziario ed esecutivo. Ma è solo l'inizio, ci aspettano dodici mesi di fuoco.
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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