Piano Lazzari fra sogni e realtà
Mercoledi 29 Luglio 2009 alle 08:00 | 0 commenti
La responsabile dell'urbanistica: "Meno abitanti rispetto al Pat di Zocca". L'ex assessore Franzina: "Non bisogna avere paura della crescita"
D'estate fa caldo, la gente ha la testa alle ferie, la politica è l'ultimo dei pensieri. Fatto sta che in questo afoso luglio 2009 l'amministrazione di centrosinistra capitanata da Achille Variati ha sguinzagliato in cinque incontri pubblici gli assessori competenti sul Pat (piano di assetto del territorio), volgarmente conosciuto come nuovo piano regolatore. Madrina di queste serate di "ascolto" è stata naturalmente la responsabile dell'urbanistica, Francesca Lazzari. Ambiente, edilizia abitativa, centro storico, viabilità , socialità : i temi racchiudono in pratica la sostanza di cosa vuol dire vivere a Vicenza, e difatti l'importanza del Pat consiste nel tracciare le linee-guida per i prossimi dieci anni e passa di una città ferma al prg Marconi (1958!) e alle varianti cumulatesi negli ultimi quarant'anni in modo estemporaneo e caotico.
Meno abitanti
Lazzari, Cangini (edilizia privata), Tosetto (mobilità ), Dalla Pozza (ecologia), Giuliari (sociale) si sono profusi in discorsi-fiume per delineare la filosofia di fondo, ben attenti a restare sulle generali. Non è stato presentato il testo del Pat, ma solo i suoi principi ispiratori. Il sindaco Variati, nell'ultima, ha posto il suo sigillo entrando più nel merito, enumerando esempi di interventi specifici: dal trasferimento della sede Aim in via Fusinieri con demolizione di quella attuale di San Biagio per farci negozi, case ed un centro museale, alla galleria di 900 metri sotto i Colli Berici (un'idea di Cicero, ormai più dentro che fuori la maggioranza), alle nuove bretelle, ai nuovi parcheggi. Fa così le "presentazioni" la Lazzari: «La verità è che il Pat del centrodestra, il piano Crocioni, era elettorale, pieno di aspettative pur di raccogliere voti. Hanno buttato dentro di tutto, Bando degli interessi diffusi compreso». La battagliera assessore una promessa la fa e la sottolinea: «La previsione di crescita demografica che il piano Crocioni faceva arrivando a ipotizzare in prospettiva una città di 150 mila abitanti sarà ridimensionata, perché i dati reali in nostro possesso portano cifre diverse». Come dire: un'espansione dell'edificabilità come se Vicenza dovesse aumentare di quasi la metà non sta né in cielo né in terra. Gli abitanti si fermeranno a quota 130 mila.
«La crescita calcolata anni fa da Crocioni era fondata», replica l'ex assessore al territorio Maurizio Franzina, oggi sui banchi dell'opposizione per il Pdl, «ma è chiaro che oggi, calmatosi il flusso di immigrati, sarebbe una stima azzardata. Ma il punto è che non bisogna avere paura della crescita. Meno si costruisce, più si alzano i valori immobiliari, e in una città in cui si paga 3 mila euro a metro quadro questo significa non andare incontro ai bisogni della gente». Tutto sta a vedere come, dove e quanto si costruisce. In attesa di avere in mano questo benedetto Pat e ancor più il Piano degli Interventi che lo riempirà di tutti i progetti specifici dal primo all'ultimo, non si può fare altro che immaginare le cose da fare e da non fare.
Stadio e universitÃ
Prendiamo la cittadella sportivo-ricreativa (ma, nelle intenzioni della lazzari, aperta anche agli spettacoli musicali) nella zona di Vicenza Est. L'accordo coi privati di Vicenza Futura non è ancora chiuso, benché il presidente della società , Paolo Caoduro, sia dato come imprenditore vicino al sindaco Variati in persona. Da quel che si sa, in giunta ci sono vedute diverse su cosa prevederci dentro: Nicolai vorrebbe, oltre al nuovo stadio, un altro palazzetto dello sport, mentre la Lazzari sarebbe contraria a quest'aggiunta. «Io il nuovo polo sportivo a Vicenza est lo vedo bene, mentre non vedo cosa ci sia di male in un nuovo palazzetto: quello di adesso tutto sommato è una grande palestra con gli spalti», è l'opinione di Franzina. E se la sua liquidazione desse il via ad una lottizzazione che rovinerebbe il quartiere San Paolo? «E che male c'è? Si potrebbero fare altre villette. Un parco? Meglio ancora». Ma sulla zona est, una delle tre porte della città che Franzina individua poi nel casello ovest e nella stazione ferroviaria, il consigliere azzurro ha le idee chiare: «Concentrerei lì il commerciale, visto che già ci sono il centro Palladio, l'area Send e a Torri il centro Le Piramidi». A ovest, nella dismessa zona industriale in cui brulicano le attività commerciali abusive, via ad «un polo della tecnologia, con grattacieli di 100 metri attorniati dal verde con parcheggi sotterranei, perché nessuna pare sapere che a Vicenza ci sono decine di aziende tecnologiche». Il tutto completato dal passaggio via tunnel dell'alta velocità e da una conversione "universitaria" del centro storico. «L'obbiettivo è avere 10 mila studenti in sede», vagheggia Franzina. Il nuovo Pat parla un polo della meccatronica e di un campus al posto del vecchio stadio, una volta demolito. «Mi va bene, come mi va bene la trasformazione dell'ex caserma Borghesi. Sarebbe un'area vicino a quella museale di piazza Matteotti, al nuovo museo che vorrei all'ex Macello e al polo bibliotecario in Contrà Riale, che occupando i locali dell'ex scuola media Da Vinci arriverebbe fino a San Biagio». E tutti questi universitari, dove li facciamo dormire? Franzina punterebbe a ristrutturare e riutilizzare i palazzi vecchi e vuoti del centro storico.
Cartine di tornasole
A proposito: nei disegni dell'amministrazione Variati c'è il trasloco degli uffici comunali nella grande e succulenta area ex Ftv-San Felice, in cui troverebbe posto anche un centro culturale e giovanile, entrambi nella parte ex Domenichelli. L'attuale palazzone degli uffici in piazza Biade sarebbe lucrosamente venduto per farci un albergo e del residenziale. La Provincia, per bocca del suo presidente Titti Schneck che ha in mano il 70% della superficie interessata (il resto è spartito fra Ftv, Ulss, Comune, privati fra cui il gruppo Ingui), non ne vuole sapere e difende il vecchio piruea che invece prevede una colata di cemento commerciale e residenziale. Qui Franzina è in sintonia con la Lazzari: «Il vecchio piruea non è vantaggioso per Provincia e Ftv, meglio il nuovo progetto. Trasferire lì la sede del Comune valorizzerebbe di colpo l'area, che diventerebbe centrale. L'alternativa sarebbe vederla trasformata in una casbah».
Tirando le somme, torniamo alla filosofia di base. Per comprenderla bene, la cartina di tornasole non è soltanto l'ex piruea Ftv, in cui il Comune, di fatto, vuole frenare gli appetiti di speculazione immobiliare. Un'altra è il problema degli oneri. Abbiamo chiesto alla Lazzari se nel Pat sarà contenuto un aggiornamento degli oneri di urbanizzazione, ovvero dei soldi che il costruttore deve pagare al pubblico in cambio del permesso di edificare. A Vicenza sono fermi da oltre dieci anni. L'assessore all'urbanistica ci ha spiegato che «il principio è condiviso, ma con la crisi economica in atto e per il fatto che a essere interessati non solo i grandi immobiliaristi ma anche piccole e medie imprese etc, va valutato quando e in che modo farlo». Pierangelo Cangini, invece, in una della serate pubbliche ha risposto con un tranciante «no», per altro con le stesse motivazioni della Lazzari. Dialettica fra i due? «Ma no», commenta sardonico Franzina, «è solo che la Lazzari è più furba». Insomma, pare che sul punto decisivo - se dare priorità al pubblico mettendo in secondo piano, per una volta, i progetti dei privati - ci sia una sostanziale unanimità . L'impressione, tuttavia, è che la Lazzari si adatti a qualche compromesso pur di portare a casa il Pat tenendosi ben stretta quella che lei, con linguaggio da economista, chiama la "governance", cioè il bastone di comando, e disegnare una Vicenza meno alla mercè dei costruttori. In che misura sarà questo meno, lo sapremo solo analizzando le carte del piano, che verrà portato in giunta ai primi di agosto.
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