Piano Italia 4.0, il ministro Calenda annuncia l'inserimento del Veneto
Giovedi 22 Settembre 2016 alle 10:15 | 0 commenti
Industria 4.0, il Veneto porta a casa il centro di competenza. La proposta unica delle università venete fa rientrare in gioco il Nordest sui poli italiani che incroceranno ricerca e impresa sulla fabbrica digitale. La conferma, dopo i timori di un'esclusione, è arrivata ieri pomeriggio al Museo della scienza di Milano, dove il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, al fianco del premier Matteo Renzi, ha alzato il velo sul Piano industria 4.0. E la sorpresa per il Nordest sui Competence center è tra gli elementi centrali della presentazione di Calenda. «Partiremo dai Politecnici di Torino, Milano e Bari, dalla Scuola Sant'Anna di Pisa e da altri due università d'eccellenza».
Una è Bologna, come atteso; l'altra, svela Calenda, «sono le università venete». Il ministro sa di aver calato l'asso, vista la spiegazione che dà subito dopo: «Sul Nordest era girata voce che non ci fossero le università venete. Risultato: si sono messe insieme e hanno fatto una proposta. Ci saranno. Non solo perché il Nordest è importante, ma perché le università han fatto uno sforzo di federarsi. D'ora in poi eviteremo di mettere i nomi: sarà una sana spinta a mettersi insieme».
L'ovvia curiosità è che cosa abbia fatto rientrare in gioco il Veneto. Le trattative all'ultimo minuto? «Niente di ciò - replica Calenda dopo il meeting-. I competence center si sono candidati, ma devono avere una massa critica. Le università venete isolatamente non ce l'hanno, insieme sì. Si sono messe insieme e hanno elaborato una proposta unica. Il che, lì, non è banale». In realtà il lavoro dietro le quinte ha pesato, a partire dalla lettera che i 4 rettori degli atenei veneti hanno scritto lunedì a Calenda. Perché le voci della vigilia davano l'apertura sui centri limitata ad aggiungere una casella in bianco, con più università in ballottaggio, tra cui il Veneto e Roma. In ogni caso è il ministro a spiegare cosa significhi essere tra i competence center : «Bisognava avere la capacità di scegliere. Non può star tutto dietro casa, gli imprenditori devono anche prendere il treno. Altrimenti succede che hai tanti soldi distribuiti a pioggia, che non vanno però a chi davvero ce la può fare». Per parte sua, Renzi annuncia un rapido giro in Veneto, per spiegare il Piano 4.0: «Dalla prossima settimana andremo in tournée, dal Piemonte al Veneto. Dobbiamo stare dalla parte non di chi ha paura ma di chi ha coraggio e ci prova».
L'esito dell'incontro di Milano genera ovvie reazioni entusiastiche. «Si apre un nuovo corso in un settore in cui le università venete sono state storicamente penalizzate», afferma il presidente della Regione, Luca Zaia.«Sfida vinta dal territorio, dall'ecosistema industriale e dai 4 atenei che han fatto valere il loro peso», dice il rettore dell'Università di Padova, Rosario Rizzuto. «La proposta di coordinamento universitario sottoscritta rappresenta un'iniziativa importante, con la declinazione operativa del polo al Vega», aggiunge Michele Bugliesi, rettore di Ca' Foscari. «Sarebbe stato assurdo tralasciare il Veneto e abbiamo sottolineato a Calenda la collaborazione tra gli atenei - spiega il rettore di Verona, Nicola Sartor - Bene il risultato, pur se la questione della massa critica non poteva valere per Padova. Verona potrebbe giocare un ruolo su informatica e biotecnologie». «La scelta è il giusto riconoscimento alla tradizione industriale del Veneto e alla sua capacità di essere oggi laboratorio del nuovo manifatturiero», commenta il leader di Confindustria Veneto, Roberto Zuccato. «Il risultato premia la presa di posizione politica che abbiamo sostenuto, senza le divisioni di questi giorni», dice il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. «In un anno nero per il Veneto, su banche, fiere e autostrade agli spagnoli, una buona notizia per invertire la rotta», conclude Gianni Potti, presidente di Confindustria servizi innovativi.
Certo, ora il Veneto dovrà giocarsela per davvero la partita, su un piano che punta a smuovere 10 miliardi o di investimenti privati in più nel 2017, che mette sul piatto incentivi fiscali per 13 e soluzioni come l'iperammortamento del 250% sui beni legati a Industria 4.0. Ma a Milano, ieri, di fronte a Calenda e Renzi, dopo una settimana di battage sui centri di competenza, nessun volto noto dell'impresa. L'unico presente è Maurizio Costabeber, tra i leader nelle stampanti 3D con la Dws di Thiene: in sette mesi ha aumentato i dipendenti da 20 a 44, e il fatturato sale da 8,5 a 12 milioni di euro. Realizzato per l'85% all'estero. Come dire che quel che si inventano i pochi gioielli di casa nostra fa avanzare aziende all'estero. «Sì è un peccato - è la riflessione di Costabeber -. Ma siamo ancora in tempo per rientrare».
di Federico Nicoletti, dal Corriere del Veneto
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.