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"Piacere, io sono Vegan. E tu?": in aumento anche nel Vicentino i vegetariani integrali

Di Anna Maria De Cillis Domenica 2 Gennaio 2011 alle 22:57 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 204

A Natale sulle tavole dei cenoni e dei pranzi abbonderanno le faraone, i capponi, i cotechini e gli arrosti, ma c'è chi ha fatto non solo una scelta alimentare, ma anche di vita: quella di essere Vegan. In Italia se ne stimano circa 600 mila, più numerosi al Nord e al Centro. A Vicenza i Vegani stanno diventando un numero sempre più crescente. Non è una moda, né una tendenza, ma un nuovo modo di pensare e di vivere la propria vita nel rispetto più totale degli animali e dell'ambiente in cui si vive. In inglese Vegan significa "vegetariano integrale".

Il termine nasce proprio dalla contrazione di Vegetarian ed è stato coniato per la prima volta da Donald Watson, che nel 1944 fondò a Londra la Vegan Society. Watson è deceduto alla veneranda età di 95 anni. Chi è Vegan, italianizzato Vegano o Vegetaliano, esclude dalla propria alimentazione l'uso di prodotti di origine animale. Mentre il vegetariano sceglie di non mangiare animali di alcun tipo, il Vegano evita di mangiare e di utilizzare anche tutto ciò che ha a che fare con gli animali e che implica il loro sfruttamento, la violenza nei loro confronti e spesso la loro inevitabile morte. Di conseguenza, chi opta per lo stile di vita Vegan non consuma né utilizza alcun prodotto di origine animale, neppure uova, formaggi, latte e latticini, yogurt vaccino, miele, pelle, pellicce, cuoio, piume, lana, seta, perle, spugne di mare. Oltre naturalmente a non impiegare cosmetici e prodotti testati sugli animali o ottenuti con gli stessi o con parti di essi. I Vegani consumano con grande varietà tutti i prodotti vegetali commestibili di terra e di mare: verdura, frutta, cereali, legumi, semi, frutta secca, alghe. Il Veganismo costituisce quindi la naturale evoluzione del vegetarismo, quando è praticato per ragioni etiche e animaliste, con ripercussioni positive anche sul piano sociale ed ecologico in quanto influisce in maniera ancora più ridotta sulle risorse complessive del pianeta. Ecco perché cominciano a fare la loro comparsa i negozi specializzati in prodotti Vegan e si cominciano a pubblicare libri sull'argomento. L'uso di questo aggettivo non è poi così sconosciuto come lo era un tempo. Ma quanti e chi sono i Vegani a Vicenza?
Non c'è un idetikit ben preciso: giovani e meno giovani, uomini e donne, operai e letterati. Un'unica cosa li accomuna: la consapevolezza di essere Vegan.
Micaela Carboniero, responsabile di una ditta di trasporti internazionali: "E' molto difficile ipotizzare un numero preciso a Vicenza, sul web c'è anche un sito con la mappa dei Vegani nelle varie regioni italiane. Di certo è un numero che va in crescendo in quanto il passo tra vegetariano e vegano è molto breve. Penso che la fascia di età più sensibile vada dai 25 ai 40 anni. Ci sono anche molti studenti che hanno modo di informarsi attraverso nuove forme di comunicazione come internet, gli ambienti universitari, i media e le associazioni del territorio. Basti pensare a realtà come la Lav: se si è animalisti, si è anche Vegani. Non esiste un target vero e proprio. Nel mio caso è stata una scelta prettamente etica, una scelta di vita non violenta, un risveglio che è arrivato da un giorno all'altro. Essere Vegani porta a un ritorno alle origini come scelta alimentare e nello stesso tempo va contro ogni forma di violenza, in primis sugli animali, nel rispetto dei deboli e degli indifesi. E' bene informarsi, leggere, documentarsi su cosa beviamo, mangiamo, su cosa dicono i medici. Ci stiamo lentamente imbottendo di sostanze chimiche. Essere Vegani non è solo una scelta alimentare, ma anche morale, salutista ed ecologica".
Enrico Bertoldo, operaio: "Io ho deciso di diventare Vegan perché voglio svincolarmi dalle logiche di mercato, sottraendomi, così, alla pubblicità che domina la nostra società basata sullo sfruttamento di esseri senzienti, usati come cibo, divertimento e vestiario. Tutto ciò alimenta il sistema che ci circonda e di conseguenza anche noi animali umani siamo vittime del paradigma antropocentrico che ci costringe a pensare sempre e solo in termini di specie e mai in termini generali ai problemi. Sono Vegan non per un discorso salutistico o personale, ma etico, perché sento il dovere morale di rispettare ogni terrestre su questa Terra che, come me, ha bisogno della propria libertà e dignità".
Donatella Ceccon, docente di Storia e Filosofia: "Nel mio caso è stato proprio l'amore per un animale domestico a farmi cambiare prospettiva sul mondo. Prima non avevo mai provato un particolare interesse per gli animali, poi ho cominciato ad affinare la mia attenzione e la mia immaginazione. Ho capito che gli animali sono esseri senzienti, che possono provare dolore, gioia, paura, senso di abbandono e solitudine esattamente come noi. Mi sono resa conto della spaventosa quantità di dolore che subiscono nel momento in cui sono da noi umani ridotti a pure cose, fatte di parti che hanno la sola finalità del profitto. Ne consegue che l'alimentazione passi in primo piano: mangiare cibo e non dolore. Il teologo De Benedetti dice che uno dei misteri più grandi nel mondo di Dio è la sofferenza degli animali i quali, a differenza dell'uomo, non hanno malizia e non hanno cercato di diventare Dio. Io, pur apprezzando enormemente la sensibilità di questo intellettuale cristiano, non cerco nella religione un orientamento. La mia scelta nasce da una semplice convinzione: cerco di dare senso alla mia vita provando, il più possibile, ad attraversarla producendo la minor quantità di sofferenza negli altri esseri, umani e non, che vorrei pensare come compagni di viaggio su questa Terra".

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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